Al Museo della Scuola di Macerata proprio in questi giorni è in arrivo un altro pezzo che arricchirà le collezioni: una splendida lanterna magica!
Certo che a guardarla è proprio strana… ma com’era fatta esattamente? E soprattutto: come funzionava?
Innanzitutto va detto che l’origine delle lanterne magiche è molto antica e risale a diversi secoli fa. Alcune ipotesi ne fanno risalire l’invenzione al XV secolo se non prima, ma quel che è certo è che questi congegni si diffusero a partire dal Seicento: la prima raffigurazione è attestata in un trattato scientifico del 1671 del gesuita tedesco Athanasius Kircher, anche se il primo che ne descrisse il funzionamento fu lo scienziato olandese Christiaan Huygens nel 1659.
Da allora la lanterna magica fu utilizzata a lungo, almeno fino a quando non venne soppiantata del tutto dal cinematografo dei Fratelli Lumière. Le lanterne magiche furono insomma un vero e proprio… cinema prima del cinema! A tale proposito vi segnaliamo il Museo del precinema di Padova dove è possibile ammirare una magnifica collezione di lanterne magiche e altre macchine per le proiezioni di immagini fisse o in movimento.
La lanterna magica era costituita da alcuni elementi fondamentali:
- una scatola di legno o metallo;
- una fonte luminosa (una candela o lampada a olio) da collocare nella scatola;
- un’immagine dipinta con colori trasparenti su vetro (come una moderna diapositiva);
- una serie di lenti.
Il primo passo consisteva nell’accendere la candela: proprio per permettere l’uscita del fumo le lanterne magiche erano provviste del caratteristico “camino” aperto in alto. L’immagine trasparente veniva quindi posta tra la fonte luminosa e le lenti che, dopo aver concentrato il raggio luminoso sul vetro dipinto, ne proiettavano l’immagine ingrandita all’esterno della scatola.
Le lanterne magiche erano usate per proiezioni pubbliche o private, a scopo ricreativo o educativo. Agli spettatori piaceva ammirare le proiezioni di immagini meravigliose: da un lato c’erano le proiezioni di fantasia che avevano come oggetto animali mitologici o luoghi fantastici; dall’altro, la meraviglia era suscitata dalla visione di paesaggi esotici, città straniere e monumenti celebri che molti non avrebbero mai potuto visitare. Le immagini potevano anche accompagnare la narrazione di una storia o di un’opera letteraria che venivano presentate da un intrattenitore (imbonitore) che spiegava e commentava le scene proiettate. Ma il pubblico amava molto anche le cosiddette fantasmagorie: spettacoli teatrali basati sull’apparizione di paurosi scheletri, demoni o fantasmi che fluttuavano sulle pareti terrorizzando i presenti… Vi pare che fossero poi così differenti dai nostri attuali film horror?
Grande importanza aveva, infine, l’uso educativo delle lanterne magiche nelle scuole che potevano permettersi l’acquisto di queste costose macchine e delle pregiate lastre per proiezioni. Nelle famiglie benestanti si diffusero, invece, le lanterne magiche giocattolo: erano più piccole di quelle professionali e dotate di lastre di piccolo formato affinché potessero essere facilmente manovrate anche dai bambini per i quali rappresentavano un dono assai ambito. Sui caratteristici vetrini colorati – di produzione principalmente tedesca – troviamo così dipinte immagini di favole antiche e moderne, raccontini edificanti o scenette di vita quotidiana e altre immagini coloratissime da cui i bambini rimanevano rapiti ed estasiati: proprio come, oggi, davanti al televisore o a un videogioco.
Per rendere più dinamica la proiezione le immagini dipinte sui vetrini erano disposte come una sequenza di scene che, scorrendo l’una dopo l’altra, accompagnavano lo svolgimento della storia esattamente come la “striscia” di un fumetto. Con il tempo furono inventate anche particolari diapositive formate da due vetrini sovrapposti che un meccanismo azionato manualmente permetteva di ruotare uno sull’altro e creare così l’illusione del movimento. Con il perfezionarsi della tecnica fotografica i vetrini dipinti a mano furono sostituiti dai vetri stampati. Ma queste accurate e coloratissime miniature esercitano, ancora oggi, un fascino che ci pare ineguagliabile…
Vogliamo lasciarvi con una piccola sfida: costruire una lanterna magica fai da te.
Ma perché dovrei costruire, oggi, un oggetto ottocentesco – direte voi?
Perché, in realtà, lo stesso meccanismo che faceva funzionare la lanterna magica può essere sfruttato per realizzare un piccolo cinema privato in casa propria… a costo (quasi) zero. Cosa vi serve? Una scatola da scarpe, un taglierino, una lente d’ingrandimento, nastro adesivo e… un cellulare! Non ci credete?
Andate sulla pagina Facebook del Museo della scuola per scoprire come. Dopo di che… preparate i popcorn per la vostra sala cinema personale!