L’università gli ha dedicato un campus,
chi è Il papà di Gian Burrasca?

L’università gli ha dedicato un campus,
chi è Il papà di Gian Burrasca?

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MUSEO DELLA SCUOLA – Il primo di una serie di contributi dedicati a Luigi Bertelli a cui è intitolata la sede del Dipartimento di Scienze della Formazione, Beni culturali e Turismo di Macerata

a cura di Logo_MDS_Unimc

Vi siete mai chiesti chi è il personaggio a cui è intitolata la sede del Dipartimento di Scienze della Formazione, Beni culturali e Turismo di Macerata, anche chiamato “Polo Bertelli”?
Forse qualcuno di voi ha sentito questo nome associato al personaggio di Gian Burrasca – e magari i bambini… più grandi ricordano il motivetto Viva la pappa col pomodoro! cantato con adorabile piglio sfrontato da una giovanissima Rita Pavone. Ebbene sì: è proprio Luigi Bertelli il “papà” di Gian Burrasca.
Quest’anno ricorre il centenario della sua morte (Firenze, 1860-1920) e questo articolo apre una serie di contributi che si chiuderanno proprio il 27 novembre, giorno della sua scomparsa. Con questi brevi articoli vi racconteremo questa grande figura di scrittore per ragazzi a cui l’Università di Macerata ha voluto dedicare il suo campus universitario di Vallebona.

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Luigi Bertelli

Luigi Bertelli nasce a Ponticelli, una piccola frazione di Firenze, il 19 marzo 1860.
Fu un personaggio dotato di molte sfaccettature: giornalista politico e di costume, caricaturista umoristico di satira e, successivamente, scrittore per l’infanzia con lo pseudonimo  di “Vamba” ripreso dalla figura dello schiavo-buffone di Cedric nell’«Ivanhoe» di Walter Scott. Come un giullare, divertente ma beffardo, Bertelli amava presentarsi ai suoi lettori, grandi e piccoli.

E difatti, dopo aver lasciato nel 1884 il suo impiego presso le Ferrovie dello Stato si trasferisce a Roma, dove collabora come giornalista e disegnatore umoristico con diversi giornali satirici e letterari: dal quotidiano romano «Capitan Fracassa», al «Fanfulla» e poi al «Don Chisciotte della Mancia» di cui fu tra i fondatori.
Nonostante il trasferimento a Roma, Bertelli continua ad avere contatti con le realtà editoriali fiorentine, non a caso il primo libro per ragazzi viene dato alle stampe nel 1893 da Bemporad, a Firenze, con il titolo di «Ciondolino» che narra le peripezie di un bambino negligente e svogliato che, pur di non studiare, preferisce diventare una formica, ignorando però che anche la vita di una formica è forse ancora più dura e difficile. Bertelli infatti scrive ai suoi lettori: «Ho pensato, bambini, di farvi vedere molte cose grandi negli esser piccoli. Più tardi nel mondo vedrete molte cose piccole negli esseri grandi».

In quel periodo Bertelli viveva un periodo di profonda crisi a seguito della quale aveva maturato il proposito di rivolgersi alle nuove generazioni, in cui nutriva grandi speranze e alle quali desiderava trasmettere i suoi ideali tipici del Risorgimento: il rispetto degli altri, il senso del dovere e l’amore per la patria. Grazie al «Ciondolino» Bertelli rompe i canoni tradizionali della letteratura per ragazzi, impostando la comunicazione su un registro in grado di coinvolgere le giovani generazioni.

06_Giornalino-di-Gian-Burrasca-239x300Il romanzo per ragazzi «Ciondolino» è il banco di prova per dare vita al suo progetto più ambizioso: «Il Giornalino della Domenica». Il primo numero esce nel 1906, riscuotendo un immediato e notevole successo proprio tra i lettori e le lettrici a cui Bertelli si rivolge, ovvero i giovani dai 7 ai 15 anni, per i quali egli progetta un giornale finalmente degno di loro. Per questo Bertelli chiama a collaborare i migliori scrittori per l’infanzia (come Edmondo De Amicis, Emilio Salgari), bravissimi disegnatori che renderanno il «Giornalino» famoso per le sue meravigliose copertine, infine grandi letterati (come Luigi Capuana, Giovanni Pascoli, Matilde Serao, Filippo Marinetti o Grazia Deledda) dell’epoca. Bertelli vuole offrire una comunicazione scritta e visiva di altissima qualità, in grado di stimolare l’attenzione dei piccoli lettori, senza impartire lezioni ma facendo breccia nei loro sogni e desideri, e portarli così a diventare buoni e bravi cittadini italiani.
Un altro capolavoro del Bertelli è il “Il Giornalino di Gian Burrasca», che esce a puntate tra il 1907 e il 1908 all’interno del «Giornalino della Domenica» e, nel 1912 viene pubblicato come libro. Il racconto – presentato sotto forma di diario – il “giornalino” appunto – narra le divertenti avventure tragicomiche del giovane “monello” di buona famiglia Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca. Un libro che, ancora oggi, è un classico sempreverde della letteratura giovanile.

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Rita Pavone mentre canta “Viva la pappa col pomodoro

Il grande rivoluzionario della letteratura per ragazzi italiana si spense nel novembre 1920 e i suoi collaboratori pubblicarono poco dopo la sua scomparsa un numero del giornalino interamente dedicato alla sua figura, amatissima da tutti i ragazzi italiani perché aveva saputo farsi bambino tra i bambini, ovvero – come scrisse il suo collaboratore Ugo Ojetti – aveva saputo «vivere tra i giovani, ringiovanirsi al contatto della giovinezza, credere all’istinto dei giovani prima che all’esperienza dei vecchi».

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