«Io vorrei uscire sul terrazzo e fare un applauso ai bambini. Vorrei che lo facessero tutti, chi ha figli e chi non ha figli. Perché noi abbiamo spiegazioni, cerchiamo informazioni, viviamo appesi ai bollettini della Protezione civile, cerchiamo di fare previsioni. Loro no. Loro hanno fatto il più immenso sforzo di fiducia che si possa chiedere ad un essere umano, accettando tutto». Questo l’incipit della lettera di Daniela Zepponi, che da Appignano cura il blog “C’era una mamma”. Parole che hanno conquistato il web, venendo condivise migliaia di volte sui social.
«Hanno mollato amici, sport, hobby, scuola, e aspettano pazienti fino a quando diremo che potranno uscire di nuovo – scrive Zepponi -. Si sono adattati il più possibile alla didattica a distanza, o come purtroppo hanno fatto molti, cercano di barcamenarsi senza niente, rimanendo aggrappati alla scuola come ad un filo rosso che deve portarli nel futuro. Molti che avevano poco adesso hanno ancora meno, con i genitori che hanno perso i lavori precari. Molti sono costretti in casa in famiglie orribili, da cui non si liberano nemmeno il tempo delle lezioni.
Tutti assistono ai nostri sbalzi d’umore, alle nostre ansie, alle nostre paure nascoste dietro un sorriso che cerchiamo di rendere meno triste. Non chiedono nulla e alla fine della giornata il loro sorriso c’è sempre. Meriterebbero ore di applausi, questi figli. Ma magari non serve nemmeno quello. Invece di battere le mani, spalanchiamo le braccia e stringiamoli forte».