Ognuno di noi vive la quarantena in modo differente. Alessio, dodicenne di Recanati, racconta per filo e per segno, come la stanno vivendo lui e la sua famiglia con tanto di commenti e considerazioni. Una cronaca vera e propria del lockdown che ha cambiato la vita degli italiani. Dalla gioia iniziale per le scuole chiuse, alla noia, dalla preoccupazione per il papà che non si dà pace ai pianti della mamma, passando per le attività svolte e per il motto che hanno coniato “Sorridere”. Per finire la speranza: medicina e conoscenza ci salveranno.
«Mi chiamo Alessio, ho 12 anni e vivo a Recanati.
Già da fine febbraio-primi di marzo, sentivo parlare ovunque di un certo Coronavirus, con una sorta di preoccupazione nell’aria e poi d’un tratto il 4 marzo sono state chiuse le scuole ed io, come tutti i miei compagni di classe, ho esultato alla grande!
Il lunedì successivo (9 marzo) sono uscito regolarmente a giocare nel parco, dove ero solito incontrare tutti i miei amici, ma con il presentimento che stava succedendo qualcosa di strano, perchè mia madre si era raccomandata di dirmi di salutare per bene tutti gli amici, perchè poi per qualche giorno non sarei potuto uscire.
La sera stessa, in un’edizione straordinaria del Tg5, il presidente del Consiglio Conte “ci chiude dentro casa!!!” Io non ho capito bene che voleva dire, ma per me era tutta una festa: abbiamo attaccato al terrazzo un lenzuolo con la scritta “Andrà tutto bene”, abbiamo partecipato a canti e suonate dai balconi per ringraziare tutti gli operatori sanitari (ho imparato perfettamente l’inno nazionale), abbiamo acceso candele davanti alle finestre per pregare per tutti i malati.
Durante le prime giornate leggevo, facevo qualche compito scolastico, giocavo alla Play, facevo qualche gioco da tavola con i miei genitori, ma intanto iniziava a venirmi la noia…
Allora per scacciarla, abbiamo iniziato a stravolgere la casa: abbiamo fatto quelle famose pulizie che si fanno solo ogni tanto e abbiamo buttato via veramente tantissime cose vecchie!
Ed ecco che intanto arriva sabato 14 marzo: il mio dodicesimo compleanno!!!
Quest’anno niente festone con parenti e amici. Solo io, mio padre e mia madre. Niente regali, ma una torta buonissima fatta da me e mamma: un compleanno insolito, ma che ricorderò per tutta la vita.
Mio padre ora non lavora, la sua ditta è chiusa dal 12 marzo, dice che andrà in Cassa Integrazione. Lo vedo andare avanti e indietro tra la mansarda, il garage e la cucina. A mio parere non trova pace, ma in questi ultimi giorni lo vedo più tranquillo e soddisfatto davanti ai fornelli (per la gioia di mia madre, che non ama per niente cucinare!).Io lo aiuto sempre molto volentieri; facciamo tanti dolci e poi li scambiamo con i nostri vicini di casa per rafforzare la vicinanza e per darci sostegno reciproco.
Mia madre invece fa il cosiddetto “smart working” (chissà perchè Smart??? Forse perchè quando va in ufficio lavora 8 ore al giorno, invece a casa 2 ore al giorno, se va bene!).
Comunque, dopo la noia, abbiamo iniziato lentamente a riprendere un po’ di ritmo:
Due ore di lezioni on-line la mattina (finalmente mi sono potuto rivedere con i prof ed i miei compagni di classe che cominciavano a mancarmi parecchio), compiti il pomeriggio, videochiamate con gli amici; una mezz’oretta al giorno seguo un tutorial per fare ginnastica (poi consigliata anche dal prof. di educazione fisica), una volta a settimana seguo la lezione di Hip-hop e break-dance in diretta streaming dei miei insegnanti, il sabato pomeriggio abbiamo iniziato a fare le videoconferenze di catechismo, la domenica mattina alle 11.15 non ci perdiamo la diretta youtube della Messa della mia parrocchia e quindi posso dire che siamo più o meno tornati a fare la vita di prima, solo con dei ritmi più ridotti (e questo non mi dispiace per niente) e rigorosamente dentro casa.
Tutti i pomeriggi mi “sparo” un bel filmetto (di solito comico o thriller) con mio padre e ci rilassiamo un sacco.
Qualche giorno c’è stato qualche diversivo: ho seguito con partecipazione e commozione la benedizione Urbi ET Orbi di Papa Francesco che ha concesso l’indulgenza plenaria; mi ha fatto tanto piacere la consegna delle mascherine donateci dai nostri amici cinesi (quindi mi sono dilettato pure a scrivere grazie in cinese) e mi piace continuare a seguire la cultura facendo la visita virtuale dei nostri musei (a tal proposito ho aderito al laboratorio “CATturami” , disegnando con la tecnica del mosaico il gatto che fugge nell’opera dell’Annunciazione di Lorenzo Lotto e mi sono appassionato a vedere lo sbendaggio delle mummie nel tour virtuale del museo egizio di Torino).
Abbiamo aderito alla campagna “La carovana dei Pacifici”, costruendo un gigante cartonato che abbiamo posizionato sul terrazzo, in segno di pace durante le feste pasquali.
Mi sono imposto di chiamare al telefono i nonni tutti i giorni. Loro non hanno uno smartphone e non possono più vedermi.
Nonna puntualmente mi dice:«“Per quando ci rivedremo non ti riconoscerò più, per quanto sarai cresciuto!!» Ed io ogni volta ho un groppo alla gola…
Mi mancano tanto i nonni e anche quelle tagliatelle che ci preparava la domenica, quando ci incontravamo tutti a casa loro con gli zii e i miei cugini…
Ogni tanto mia madre o mio padre vanno a fare la spesa … Li vedo partire con guanti, mascherine e amuchina: sembra che partano per una guerra, ma poi mi affaccio alla finestra e vedo una bellissima giornata di primavera e non sembra per niente che ci sia una guerra… E’ per questo forse che la chiamano invisibile…
Comunque le giornate passano così e non mi pesa troppo…
Sono contento di stare più tempo con la mia famiglia e dentro casa. Noi siamo un po’ giramondo e ci piace viaggiare molto. A me il viaggio non manca tanto, ma mia madre, invece, soffre molto il fatto di non poter partire in questo periodo. Allora per sopportare meglio questa mancanza, tutte le sere ci vediamo un video di tutte le nostre vacanze passate. Che ridere rivedersi negli anni passati!! Sono proprio dei bei ricordi.
Addirittura a Pasquetta abbiamo rievocato le nostre gite fuori porta organizzando un fantastico pic-nic sul terrazzo del tetto. Fantastico!!!
Qualche volta vedo mamma che davanti alla televisione piange… Allora le vado vicino e con babbo le diciamo scherzando: «Che fai, piangi?»
Allora lei si asciuga subito le lacrime, ci guarda, sorride e poi ridiamo tutti e tre insieme.
Questo è diventato il nostro motto: Ridere!
La sera ci soffermiamo a guardare le stelle con il binocolo e ci immaginiamo delle figure strane sulle linee delle costellazioni. Una sensazione bellissima. Curioso non averlo mai fatto prima.
Ci ha molto affascinato vedere la super-luna di questi giorni, ma lo spettacolo che proprio non vedo l’ora di ammirare è la cometa Atlas che dovrebbe farsi vedere per i primi di maggio: chissà che non ci porti quella buona stella che stiamo aspettando!!
Concludendo posso dire che in questa mia quarantena le mie emozioni variano spesso perchè ogni giorno scopro qualcosa di nuovo che non sapevo di avere o che non sapevo fare…
Quindi è un momento brutto per il mondo, ma una svolta per la ricerca medica e per il campo della conoscenza.
E questo ci salverà».