Un muro virtuale
di memorie dalla quarantena

Un muro virtuale
di memorie dalla quarantena

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CORRISPONDENZE è l’iniziativa lanciata dall’Ipsia “F. Corridoni” ed è rivolta a qualsiasi studente o studentessa che voglia esprimere i suoi pensieri sulla situazione. Un modo per non dimenticare e poter riguardare al passato al momento opportuno

blogipsia-corrispondenze

Al via “Corrispondenze”, un progetto ideato dall’Ipsia “F. Corridoni” che verrà ospitato direttamente sul BlogIpsia. Quello che stiamo vivendo è certamente un periodo storico, difficile, che ci coinvolge tutti in prima persona, dallo stare in casa all’evitare assembramenti nei luoghi pubblici, dalla didattica a distanza allo smartworking. Un giorno, quando tutto questo sarà finito, avremo indubbiamente bisogno di ricordare quanto è accaduto, perché si tratta di un evento unico, che indubbiamente finirà nelle pagine dei libri di storia. Ma come fare per raccogliere tutte le nostre memorie senza lasciare che vadano perdute? Ci pensa l’Ipsia “F. Corridoni”, che sul suo blog di istituto ha dato il via ad un’iniziativa chiamata “Corrispondenze”. Il progetto è indirizzato a qualsiasi studente o studentessa che voglia esprimere i suoi pensieri sulla situazione attuale, attraverso parole, immagini, disegni, video, canzoni e molto altro. Insomma, il BlogIpsia sarà una sorta di “muro virtuale” delle memorie di tutti, un modo per non dimenticare e poter riguardare al passato al momento opportuno. Silvia Casilio, docente della sede di Corridonia, ha raccontato l’iniziativa in un articolo.

Dal BlogIpsia: https://blogipsia.wordpress.com/.

di Silvia Casilio, docente della sede di Corridonia dell’Ipsia “F. Corridoni”

Corrispondenze ovvero il corrispondere, il corrispondersi, come rapporto reciproco fra elementi diversi ma anche relazione che associa ad ogni elemento dell’insieme A uno o più elementi di un insieme B. Ma corrispondenza vuol dire anche carteggio, scambio di lettere fra persone. Ma non è finita qui: può voler dire anche relazione sugli avvenimenti di una città, di uno stato, che una persona appositamente incaricata (“il corrispondente”) invia al suo giornale o ente radiotelevisivo. A guardare bene la situazione che stiamo vivendo, la parola “corrispondenza” viene tirata in ballo in tutti i suoi molteplici significati. E già, pensateci un attimo: da quando è iniziata l’emergenza Covid-19, giornalisti, opinionisti, scienziati o pseudo-scienziati si affannano a mettere in evidenza le Corrispondenze fra la pandemia attuale e l’influenza “spagnola”, che provocò la morte di 50 milioni di persone tra il 1918 e il 1920 in tutto il mondo. Nonostante le condizioni sociali, igieniche, economiche che contribuirono alla diffusione della “grande influenza” che flagellò il pianeta, appena uscito tra l’altro dal primo conflitto mondiale, siano notevolmente diverse da quelle che ci troviamo a vivere noi, pare vi sia un rapporto reciproco che inevitabilmente ci riporta a quelle immagini, a quella immane tragedia.

Corrispondenze, dicevamo, sono però anche gli scambi di idee, di parole, di messaggi che rimbalzano dalle case sui social, nei programmi di messaggistica passando agilmente dallo smartphone al pc rimbalzando su questo o su quel device. Carteggi digitali che acquistano la forma e la sostanza di mail, di post o di cinguettii che, come le epistole di foscoliana memoria, giusto per non lasciare i patrii confini, contribuiscono ad imprimere memorie individuali dal sapore collettivo. Epistole ma anche novelli diari, a volte dalla sintassi incerta e spesso caratterizzati da una grammatica ferita e prostrata, ma fedeli testimoni della nostra epoca, di ciò che ci sta tenendo chiusi fra le mura domestiche e delle emozioni che inevitabilmente l’isolamento – o il distanziamento sociale – comporta e provoca. Corrispondenze dunque, ovvero “relazioni sugli avvenimenti” con cui qualcuno (“il corrispondente”) racconta cosa sta accadendo a lui, alla sua comunità, alla sua città, alla vita sua o a quella di chi lo circonda. E a chi la fa il nostro “corrispondente” la sua “corrispondenza”? A un giornale, a un ente radiotelevisivo o, in era digitale, a un blog.

Ed ecco qua che, come per magia, dopo tanto sproloquiare, entriamo in gioco noi, o meglio entra in gioco il blog, il nostro ma anche vostro blog, che andando a spulciare sul forse vetusto ma sempre utile dizionario altro non è che un contenitore di testo aggiornabile in tempo reale. E che cos’è il più antico dei contenitori di testo di cui l’uomo e la donna abbiano memoria? Il diario. Di nuovo tornano le Corrispondenze di cui sopra e allora ecco qua che il BlogIpsia ha deciso di mettersi a disposizione ospitando e contenendo immagini, parole, suggestioni, impressioni, emozioni capaci di raccontare ciò che stiamo vivendo. Perché? Quale è il senso? In fondo, in tutte le cose c’è sempre un prima e un dopo. Quando tutto questo sarà finito, torneremo con la mente a questo periodo sospeso e ripenseremo a com’era la nostra vita prima che un virus invisibile ci spingesse tutti “dentro”, lontani gli uni dagli altri, modificando abitudini, cancellando orari, rivoluzionando le relazioni, azzerando anche i gesti quotidiani. E allora potrà tornarci utile un diario, un contenitore capace non solo di conservare esperienze, ma anche di restituire memorie, tracce di un passato che inevitabilmente portano in sé un futuro e prima ancora un presente da vivere e da condividere. Quando tutto questo sarà finito, dicevamo, potrà tornarci utile allora un diario che possa contenere le corrispondenze ovvero gli scambi e i contraccambi di sentimenti, di affetti, perché la corrispondenza è anche questo: restituzione, risposta e affinità.

Dove farlo? Proprio qui: su questo muro virtuale pronto ad ospitare e ad accogliere le vostre corrispondenze, di ogni forma e colore, formato e dimensione. Raccontateci e raccontiamoci ciò che stiamo vivendo, affinché resti traccia del nostro essere “insieme”, del nostro essere “comunanza” nonostante le appartenenze sembrano essersi deteriorate e circoscritte. Come fare? È semplicissimo: clicca sul “+” che trovi in basso a destra e carica il tuo file o lascia un tuo pensiero. Se ti va firmalo, inserendo anche la classe, altrimenti andrà benissimo anche in forma anonima. Cosa puoi pubblicare? Qualsiasi cosa sia per te significativa dell’isolamento, della didattica a distanza, dell’allegria o anche della tristezza del non potersi vedere e “sentire”: una foto, un disegno, un video, un link ad una canzone, un testo, insomma, lasciamo che i nostri e i vostri pensieri e le nostre e le vostre emozioni si esprimano liberamente. Facciamo un regalo: regaliamoci tempo e pensieri da condividere, per riempire di significati questa lontananza innaturale, perché #noisiamovirali nonostante tutto!

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