lunedì, Novembre 18, 2024

Diari e disegni dai bimbi del lager:
10 e lode per la professoressa Evangelisti

MACERATA - L'insegnante ha presentato, alla biblioteca comunale "Mozzi Borgetti", il suo libro "Lodz, Lo sguardo tragico degli innocenti", edito da Rubettino. La "lezione" ha coinvolto e commosso la platea sold-out della Sala Castiglioni

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La scrittrice Letizia Evangelisti durante la presentazione del suo ultimo saggio, “Lodz – lo sguardo tragico degli innocenti”

di Maurizio Verdenelli

Alla fine della “lectio” alla biblioteca Mozzi Borgetti, i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Tecnico Commerciale “A. Gentili” hanno dato, insieme ad un mazzo di fiori, un bel 10 in pagella alla loro insegnante di lettere, la professoressa Evangelisti. La “lezione” di Letizia, maceratese presente nell’Enciclopedia della Poesia contemporanea (by Fondazione Mario Luzi), ha coinvolto e commosso la platea, sold-out della Sala Castiglioni in biblioteca dove lei ha presentato il suo “Lodz, Lo sguardo tragico degli innocenti”, edito da Rubettino.

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Lodz, dai primi anni ’40 all’agosto 1944, fu sede di un ghetto ebraico che per popolazione e lutti fu il secondo, dopo quello di Varsavia. Di duecentomila internati (migliaia e migliaia anche i rom) sopravvissero poche migliaia alla “soluzione finale” nei campi di sterminio di Auschwtz- Birkenau e Chelmno. Quattro anni e mezzo di vita vissuta dalla popolazione in condizioni disumane; tanto a lungo era durato il ghetto per l’alta produttività, che garantiva con il lavoro coatto, la cui produzione era rivolta interamente all’esercito tedesco. Un ghetto dove più acuta che in altri fu la tragedia dei bambini e delle bambine: decine e decine di migliaia furono deportati ed eliminati nei lager, “passando per un camino”. Duecentomila morti e dimenticati fino al 1971, quando a Lodz è stato costruito il museo della Shoah. E realizzato il monumento “del cuore spezzato”, avendo al centro il massacro dei minori.

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La saggista insieme ai rappresentanti dell’Accademia Georgica e dell’Accademia dei Catenati

A lungo dimenticato, il ghetto di Lodz ha, piuttosto di recente, consegnato alla storia un’imponente documentazione della vita di tutti i giorni, addirittura meticolosamente verbalizzata da quel sistema nazista di norme, contabilità e regolamenti esercitato ad ogni livello dal terzo Reich: la banalità del Male, come definita da Hannah Arendt, inviata al processo Eichmann a Gerusalemme. Letizia Evangelisti, con la tenacia ed il lumen dello storico investigatore, è penetrata in quegli archivi della Shoah, trattando ciò che mai prima di lei nessuno aveva fatto così in profondità. Ed ai suoi occhi, Premio per la Critica Mario Soldati (2010) per “Auschwitz e il New Humanism”, esaminando le opere dei pittori internati nel lager, ecco i disegni, i grafici, i biglietti augurali e di invito alle festicciole rituali di fine anno scolastico e via elencando, da parte di chi non avrebbe visto il domani. Da parte di chi non avrebbe avuto tempo ed opportunità per crescere e diventare adulto.

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Letizia Evangelisti con le socie del Soroptimist International di Macerata

A Lodz nella ricerca della docente maceratese, ecco sotto altra forma i “diari” dei bambini e delle bambine come Anna Frank, dove il segno, la figura hanno sostituito lo scritto. «Spesso le parole a stampatello venivano colorate, sottolineate, incorniciate: intendevano uno stato d’animo, un’enfasi, un momento in cui sul cielo nero dell’anima a Lodz si faceva spazio un raggio di sole, per poi scomparire di Iì a poco» – ha detto la professoressa Evangelisti, mentre sullo schermo passavano disegni ed inviti. Che nel ghetto di via Przemyslowa tutti accettavano di corsa e senza bisogno di influencers o…recalling. “Son morto c’ero bambino, son morto con altri cento” scriverà Francesco Guccini in Auschwitz, dove andavano a morire i bambini di Lodz, che Letizia ha contribuito ora a ricordare attraverso il loro segno affidato alla carta.

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La scrittrice con i suoi alunni

Alla presentazione in biblioteca comunale hanno contribuito Soroptimist, la cui presidente è la professoressa Cinzia Cecchini, al tavolo con la relatrice e la professoressa Adelaide Pangrazi, Accademia Georgica ed Accademia dei Catenati, il cui segretario, professor Nazzareno Gaspari, non si è sottratto alla fine ad un breve ma deciso contraddittorio, in direzione di un intervento dal pubblico teso a “vedere” in alcuni “patres” democristiani adesioni al fascismo quand’era ancora al potere.

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