di Elisabetta Mascellani
Una lunga fila di persone, ieri pomeriggio, soprattutto giovani e giovanissimi, si è accalcata all’ingresso del Teatro ‘La rondinella’ di Montefano. Inaspettata, come solo nelle grandi occasioni. Quando finalmente tutti hanno preso posto in una sala gremita, il sipario si è aperto per le due ore successive su una rappresentazione asciutta, efficace, Titolo, ‘Appunti da Auschwitz’. Protagonisti assoluti le voci e i corpi di 19 ragazze e ragazzi, tutti montefanesi, dagli 11 ai 17 anni, che hanno incantato il pubblico. Letture e musiche convincenti. Emozionanti. Quadri evocativi della deportazione degli ebrei, dalla separazione, le torture, allo sterminio, commentati da musiche ebraiche, che si chiudono con il confronto ideale, tratto dalle carte del processo a carico dell’ufficiale delle SS, Adolf Eichmann, tra la filosofa Hannah Harendt, allora corrispondente del New Yorker, e il nazista, definito il ‘coscienzioso burocrate’, ma che, nonostante abbia respinto ogni responsabilità personale, – «Mi chiamo Adolf, ma non comandavo la Germania», – con perfetta adesione all’ideologia nazista, sostiene: «Il bene e il male non esistono. È così e basta». Come se le scelte, individuali e collettive, non fossero la vera differenza.
‘Per non dimenticare’, ‘affinché non debba ripetersi mai più’. Accanto alla sentita necessità di ricordare, anno dopo anno si fa sempre più forte la sensazione che, attorno a questo 27 gennaio, i riti e le formule che accompagnano il Giorno della Memoria, siano sempre più vuoti. Già nel 2014, fece scalpore la posizione di Elena Loewenthal, una delle massime studiose e traduttrice di testi ebraici, che si dichiarava contro il Giorno della Memoria. Ma servì per scuotere le coscienze facilmente inclini all’abitudine e all’indifferenza. Il filosofo Massimo Cacciari proprio ieri ripeteva: «Le retoriche di queste Giornate della bontà non servono a niente. La predica della bontà è inutile. Occorre ragionare, quindi metabolizzare il passato». Oggi, di fronte ad episodi di intolleranza sempre più ricorrenti, il rischio dell’assuefazione celebrativa è più concreto, quanto quello del radicamento dello stereotipo della ‘bontà’, che relega gli ebrei al solo ruolo di ‘vittime’. Liliana Segre non si stanca di raccomandare: «Bisogna studiare la Storia e che questa materia ridiventi tra quelle più importanti» e l’Istituto Storico e l’Università di Macerata, alla didattica della Shoah da anni dedicano approfonditi interventi.
Ecco, ieri sera, una concreta risposta agli interrogativi, ai dubbi ed alle sollecitazioni che doverosamente, nell’imminenza della scomparsa degli ultimi testimoni, si pongono sulle modalità di questa celebrazione e sulla urgente necessità di riflessione davvero partecipata, l’hanno data questi 17 ragazzi e ragazze ed i loro maestri: studio, impegno e iniziativa diretta. I protagonisti sono tutti studenti e studentesse delle locali medie e di diversi istituti superiori delle due provincie di Ancona e Macerata; loro, questa storia, l’hanno studiata bene. Così, non si sono fermati al passato. Hanno anche messo in guardia su quei fatti di oggi che “piovono come pietre d’odio sopra una società distratta”. “Mentre – si legge nella loro presentazione – qualcuno ripete che indignarsi è inutile e razzismo, sessismo, neofascismo, neonazismo, sessismo, omofobia e bullismo (giovanile e politico) non esistono”. Anche Liliana Segre sottolinea la caratteristica persecutoria e discriminatoria del bullismo. E anche qui la risposta è la cultura. Ultimo ingrediente di questo difficile racconto di persecuzione e sterminio del ‘diverso’, – ricordiamo che con gli ebrei furono uccisi anche militari, zingari e omosessuali -, è stato la solidarietà. Un valore che si insegna con l’esempio, più che con le parole. Il lavoro delle ragazze e dei ragazzi di Montefano è stato preparato in poche settimane grazie all’iniziativa dei partecipanti del teatro ‘TurboLento Teatro’, per la regia di Dino Donatiello e del coro ‘Ensemble Ottava nota’, diretto dalla Maestra Tiziana del Villano, con i Canti ebraici del repertorio del gruppo, e con la collaborazione dell’Anpi, Associazione Partigiani e sostenuto dall’amministrazione comunale.La rappresentazione è stata, infine, affiancata dalla mostra fotografica ‘Il respiro di Auschwitz’, organizzata nelle sale accanto al teatro, Spazio Ghergo, con scatti di Enrico Figuretti e Luca Cingolani del campo di sterminio nazista nella Polonia occupata dalla Germania. Un momento particolarmente commovente è stato quello dell’interpretazione della Ninna nanna ebraica, a cura di Agata Donatiello, voce e flauto, con cui, ad Auschwitz, le madri cercavano di calmare i figli mentre entravano nelle camere a gas. I testi sono stati tratti dal terzo canto, quello delle torture inflitte ai prigionieri, de ‘L’istruttoria’ , oratorio in undici canti di Peter Weiss, con i resoconti tratti dal processo di Francoforte, tra il 1963 e il 1965, trascritti da Bernard Naumann per il quotidiano Frankfurter Allemeigne Zeitung. La serata è stata introdotta dal saluto della sindaca Angela Barbieri. Il prossimo appuntamento a cura dell’Anpi, sarà sabato pomeriggio, 22 febbraio prossimo, al Centro Studi Biblici di Montefano, nell’imminenza della Giornata della Donna, per l’incontro tra la sindaca Barbieri con Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona, all’indomani della sua nomina a ‘Miglior sindaco del Mondo’.