di Monia Orazi
«Sul bullismo siamo tutti responsabili. La mancanza di coraggio nel dire che ci sono questi episodi ci rende complici e carnefici, insieme a chi agisce». Con queste parole Ambra Angiolini si è rivolta agli studenti dei licei Varano di Camerino e istituto tecnico “Antinori”, durante la chiacchierata speciale che ha tenuto in aula magna. Protagonista il tema del bullismo, che stasera porterà in scena nella rappresentazione teatrale “Il Nodo”, che si terrà all’Auditorium Benedetto XIII. Un testo drammatico ma contemporaneo, una vera e propria sfida per l’attrice, che ha voluto fortemente incontrare gli studenti prima dello spettacolo, come ha raccontato il preside dei licei Francesco Rosati.
«Questo dramma si deve avere il coraggio di superarlo parlandone, mettendoci la faccia, per cambiare le cose – dice l’attrice -, è un potere che avete principalmente voi giovani. Questo incontro, il teatro, è un modo per noi di iniziare a parlarvene, ma noi adulti poi dobbiamo fare un passo indietro, perchè il bullismo non possiamo conoscerlo come voi, le dinamiche sono tra voi, quei comportamenti che emarginano, feriscono ed isolano una persona. Ho scelto questo testo, sia perchè ho due figli più o meno della vostra età – ha proseguito Ambra – sia perchè parla di problemi contemporanei, che è difficile immaginare in un luogo come il teatro.
Venite, di teatro non si muore, rende la testa lucida e speranzosa, riempie di sogni. Ho voluto portare un tema contemporaneo, che parla di voi. Si vendono più biglietti per altri titoli, ma in questo testo ci abbiamo creduto perché ci ha dato la possibilità di entrare nelle scuole, di darvi un punto di vista sul bullismo e sul cyber bullismo, che ha un effetto devastante sulla vittima e la sua famiglia. Quando gli insegnanti, che hanno l’impegnativo compito di educarvi e la famiglia si scontrano, la vittima rimane schiacciata. E’ difficile parlare di un atto di bullismo, che provoca sofferenza ed isolamento. Questo è un testo duro, come uno schiaffone, parla di noi adulti e di voi ragazzi adesso, può farvi entrare in teatro dalla porta principale, senza poter dire, “se sapevo era meglio andare da Mc Donalds che stare qui”».
Daniela Rimei dell’Amat che ha introdotto la mattinata, dopo i saluti del preside Francesco Rosati e degli assessori Giovanna Sartori e Lucia Jajani, ha richiamato la ricorrenza della Giornata della Memoria, necessaria per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto, in modo che non accada mai più.
«Nella giornata di oggi ricordiamo l’atto di bullismo più atroce – ha detto Angiolini – non così lontano da quello che può accadere in una classe. Nasce da una piccola cosa, un comportamento, una cosa non vera, che obbliga una persona a sentirsi sbagliata, diversa, isolata. E’ una grande tragedia quando c’è isolamento in classe perchè un ragazzino viene considerato sfigato, diverso, brutto, con un effetto su di lui devastante. Siamo obbligati a fare il nostro dovere, parlare, per evitare che accada di nuovo». Nella rappresentazione teatrale “Il Nodo” una madre ed un’insegnante tentano di ricostruire, in un colloquio quello che ha subito un ragazzino, che in un gesto estremo ha denunciato il male di vivere causato da atti di bullismo. «Si sente inutile, diverso, sbagliato – ha incalzato l’attrice – non si sente comodo in nessuna delle scatole, delle etichette che gli vengono messe addosso, non ne può più, non trova ascolto o chi lo aiuta ad urlare per cambiare le cose. Non è uno spettacolo noioso, o al di fuori della vostra portata. Dobbiamo fare tutti insieme un passo contro questa schifezza, che è soprattutto emarginazione e anche razzismo».
Ambra sottolinea: «Il bullo non è quello giusto, quello più intelligente o più figo della scuola. E’ uno più sfigato degli altri, che usa la violenza e la sopraffazione per avere rispetto. Il braccio armato del bullismo è il silenzio, dobbiamo trovare insieme il modo di parlare. Il bullo da solo si azzera, non esiste, si sente forte se ha intorno comitive di persone, che gli danno un potere che in realtà non ha. Lui è il peggio del peggio. A volte gli attacchiamo l’etichetta di persona affascinante, ma così non è, ce lo facciamo apparire noi. L’educazione, l’ascoltare gli altri, chi ha un problema, sono armi a nostra disposizione. Sono venuta qui per ascoltarvi, per fare la spesa con le vostre parole. Perchè facciamo andare di moda l’ignoranza? Diventiamo stupidi anche noi, si può essere trendy dicendo cose sagge. Ci possono essere gli influencer positivi, non dobbiamo aver paura di cambiare le cose, prima inizia uno, poi un altro, se ne aggiungono altri, insieme diventano più forti».
Tra risate e battute, Ambra seduta sulla cattedra ha chiamato accanto a sé alcuni alunni che hanno detto la loro con lucidità e sincerità sul bullismo, Anisa, Sergio, Matteo, Amin, Rebecca, Robinson, Vesel, presentando uno spaccato sulla consapevolezza e la realtà dei loro anni, con la voglia di riflettere ed esprimere il proprio punto di vista, sintetizzabile nella frase di uno di loro «Fare del bene non fa male a nessuno». Si è parlato anche di femminicidio e di violenza verbale, al termine della mattinata, tantissime ragazze e ragazzi hanno voluto scattarsi un selfie con Ambra che è stata molto umana e disponibile.