sabato, Maggio 18, 2024

Lager sul palco
e un treno di deportati in platea:
Giornata della memoria a teatro

SPETTACOLO - Studenti e studentesse del liceo "Cantalamessa" metteranno in scena "Colore di pioggia e di ferro" al cineteatro "Camillo Ferri" di Montecassiano domenica 26 gennaio alle 17.30. Sarà replicato anche al cineteatro "Don Bosco" di Macerata il 1 febbraio, con una doppia rappresentazione

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Al cineteatro “Camillo Ferri” di Montecassiano andrà in scena lo spettacolo “Colore di pioggia e di ferro” del liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata, con la regia di Fabiana Vivani e con il patrocinio del comune e della sezione Anpi di Montecassiano. La rappresentazione è in programma per domenica 26 gennaio alle 17.30. Il progetto di teatro civile e sociale “Il Corpo è la Parola”, rivolto alle classi quarte e quinte, è inserito sia in un percorso didattico, coerente con il programma di storia e di cittadinanza e costituzione, sia in un percorso educativo e formativo attraverso il laboratorio di pedagogia dell’espressione, condotto dalla regista ed operatrice di teatro Fabiana Vivani.

Gli allievi e le allieve partecipanti al progetto, dopo aver approfondito con la docente di italiano e storia Roserita Calistri, tematiche riguardanti la Shoah e l’antisemitismo, il razzismo, l’odio, la violenza e l’indifferenza, hanno scelto i brani e le storie da narrare ed interpretare, assemblate poi magistralmente dalla regista. «La finalità di questo lavoro – ha detto la professoressa Calistri – non è solo quella di ridare grande importanza alla memoria, che non deve sbiadire in questi tempi di incertezza e di riacutizzarsi di episodi di xenofobia, ma anche quello di trasmettere valori umani veri, nati dal rispetto verso il prossimo e dall’accoglienza, affinché questi giovani costruiscano una società che aspiri ad una convivenza globalizzata fondata sulla solidarietà e sulla giustizia».

Gli studenti e le studentesse della classe quinta, inoltre, supportati dagli insegnanti di discipline audiovisive e multimediali Marco Bozzi e Matteo Antonini, hanno progettato e realizzato le scenografie multimediali per
lo spettacolo. «La storia che i ragazzi interpreteranno – ha spiegato la regista Vivani – partirà non dal palco, ma dalla platea, che rappresenta il vagone di un treno di deportati ebrei e non. Il palcoscenico, invece, incarna il lager, all’interno del quale s’incontreranno più storie di uomini perseguitati, intellettuali, filosofi, autori e gente comune, tutti cacciati dal regime nazista. Tengo a far emergere e a sottolineare – ha continuato – che i ragazzi
durante il laboratorio sperimentano anche il metodo mimico che elaborò Orazio Costa, pedagogo teatrale del ‘900, la “Mimesis” è l’attività più strettamente legata alla natura, noi siamo il crogiuolo di tutte le forme, la forma che può generare tutte le forme, tutti gli esseri umani fanno il rispecchiamento delle cose. La mimesi è una sorta di immedesimazione, di profonda assimilazione ed attraverso questo procedimento noi conosciamo veramente qualcosa o qualcuno, nella misura in cui diventiamo quel qualcosa o quel qualcuno. I ragazzi – ha concluso – saranno fuoco, pioggia, vento, nuvole, radici, pietre e sangue, ogni atto fisico è un atto mimesico. È importante educarli ad incontrare le cose, l’altro, la vita, affinché la parola viva».

“Colore di pioggia e di ferro” andrà in scena anche sabato 1 febbraio, con due rappresentazioni al teatro “Don Bosco” di Macerata. Lo spettacolo è patrocinato dal comune e dalla sezione Anpi della città.

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