Nonno Cesare racconta la scuola:
«Avevo la cartella di legno
e per merenda una fetta di pane»

Nonno Cesare racconta la scuola:
«Avevo la cartella di legno
e per merenda una fetta di pane»

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MACERATA – Cesare Stacchiotti è stato intervistato dai bambini e dalle bambine che hanno partecipato al laboratorio giornalistico-multimediale e storico inserito nell’offerta didattica del museo della scuola “Paolo e Ornella Ricca”

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Cesare Stacchiotti, classe 1940, nell’aula antica del museo della scuola

«La scuola è la cosa più bella al mondo!». Parola di Cesare Stacchiotti, nato nel 1940 a Jesi e da poco entrato a far parte dell’Albo dei testimoni della scuola passata del museo della scuola «Paolo e Ornella Ricca» dell’università di Macerata. Cesare, elettricista in pensione, attraverso tanti ricordi e aneddoti ha ripercorso la storia della scuola, di quella scuola rurale a Castelrosino che ha iniziato a frequentare nella seconda metà degli anni Quaranta: «Mi ha accompagnato mia sorella a scuola. Sai, una paura, che ne so com’è la scola!» – racconta.

Logo_MDS_UnimcLa “paura del primo giorno di scuola” provata da Cesare è comune a tutti, a differenza di altri aspetti, come la borsa che indossava ogni mattina per andare in classe. Cesare in quegli anni non aveva mai sentito pronunciare la parola zaino, ma solo cartella: «Mio padre aveva fatto una borsa in legno, di legno bianca, non era di cuoio, mia sorella invece ce l’aveva di stoffa». Differenti erano anche i banchi di scuola: «Erano di legno, proprio come quelli del museo della scuola. Su quei banchi lavoravamo prima con la matita, poi con il pennino e l’inchiostro. La maestra mi diceva “Cesare, hai le zampe di gallina”, perché io scrivevo tutto sgraffignato».

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A essere cambiato nel corso degli anni è anche il momento della ricreazione e, in particolare, le merende che bambini e bambine si portavano da casa. Allora non c’erano panini farciti con prosciutto, formaggio, cioccolata spalmabile oppure patatine e pizze. Alcuni potevano portarsi un maritozzo o un “pasticcetto”, mentre Cesare aveva solo una fettina di pane. Altri, invece, non avevano niente da mangiare, a causa della povertà diffusa di un tempo. La scuola frequentata da nonno Cesare è evidentemente molto diversa da quella che conosciamo oggi. Nonostante le tante difficoltà, come quella di raggiungerla sempre a piedi, senza genitori o nonni ad accompagnarlo, anche in caso di pioggia o di neve e di avere solo una stufa in classe, Cesare rimane però convinto che la scuola sia “la cosa più bella al mondo” e che sia importante «studiare e leggere, anche una volta terminati gli studi». Questo messaggio l’ha ripetuto in occasione degli incontri con alcune scuole del territorio.

cesare-stacchiotti-museo-della-scuola-Paolo-e-Ornella-Ricca-2-1024x683Infatti, nonno Cesare è stato più volte intervistato dai bambini e dalle bambine che hanno partecipato al laboratorio giornalistico-multimediale e storico “Nonno raccontami…la tua scuola”, inserito nell’offerta didattica del museo della scuola “Paolo e Ornella Ricca”. Si tratta di un laboratorio rivolto alle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo e secondo grado, che propone agli studenti e alle studentesse di preparare un’intervista per scoprire quanto sia cambiata la scuola di oggi rispetto al passato e per riflettere su alcune pratiche educative che oggi non sono più in uso. I ragazzi e le ragazze incontrano un testimone della scuola passata, contattato dal museo oppure invitato dalla scuola, diventando così veri e propri reporter al museo.

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