La “Amerigo Vespucci”, la nave più bella del mondo, ha fatto tappa la scorsa settimana alla banchina uno del Porto di Ancona. Come già accaduto 3 anni fa, è stata presa d’assalto da tantissimi visitatori che hanno approfittato dell’occasione per entrare all’interno, ammirarla e conoscere nei dettagli la sua storia. Tra questi il maceratese Micael Secchiari, alunno della classe 5° dell’istituto “San Giuseppe” di Macerata che racconta a Cm Junior la sua esperienza e le emozioni provate.
di Micael Secchiari
Domenica sono stato a vedere l’Amerigo Vespucci che è un veliero dove vanno a scuola i futuri marinai, fino a 100 ragazzi. Nel Porto di Ancona c’erano tante navi ma questa era bellissima, è la più bella nave al mondo e quando passa lei le altre navi si spostano per rispetto.
Fuori era nera e bianca con le decorazioni oro. Abbiamo fatto una lunga fila ma c’era uno dei marinai che controllava che mi ha spiegato che era stata costruita nel 1931. Il marinaio della sicurezza mi ha detto che aveva 4 alberi, io ne avevo contati solo tre, ma lui ha detto che il quarto era quello sulla prua dove ci montavano le vele. Sono salito a bordo con un ponte e delle scale strette di legno e sul ponte c’erano tante gomene arrotolate e tante manopole d’oro tutte luccicanti. Poi è scesa la sera e c’è stato l’ammaina bandiera con la musica dell’Inno d’Italia.
Era molto emozionante e io ho pensato che mi sarebbe piaciuto viverci. C’erano 3 timoni tutti uguali e uno grande, c’erano anche una bussola enorme e tanti oblò che mi sembravano lavatrici. Mi sarebbe piaciuto visitare la parte sotto delle cabine perché ero curioso di vedere il mare dall’oblò. Mi hanno raccontato che i marinai dormono sulle amache e vicino hanno un tavolo dove studiare. Io avrei voluto dormire sulle amache ma invece di studiare avrei preferito correre avanti e indietro sul ponte tanto anche se piove ci sono dei teli a righe rosse e bianche che riparano. Poi è scesa la notte e gli alberi si sono illuminati con i colori della bandiera italiana. Il motto che sta appeso è “non chi comincia ma quel che persevera” così se mi impegno posso diventare un marinaio anche io. Quando sono sceso ho parlato con un marinaio che mi ha corretto perché io pensavo che fosse un carabiniere. Era molto gentile e mi ha fatto provare il cappello. Secondo me questa è un’esperienza meravigliosa che dovrebbero fare tutti e io me la ricorderò sempre.