di Paola Nicolini*
Non sempre, purtroppo, le cose vanno come vorrebbe la nostra logica di esseri umani. Non sempre possiamo raccontarti di eventi belli, di notizie festose, di situazioni a lieto fine. Ci sono fatti difficili da affrontare con le parole, ma il nostro ruolo di adulti, sebbene siamo anche noi spaesati e increduli, è proprio quello di fornirti il supporto e la vicinanza soprattutto di fronte alle situazioni peggiori, quelle per le quali spesso si dice che “non ci sono parole”.
È accaduto infatti che un bambino sia morto in un incidente stradale, proprio in un paese dalle nostre parti. Si fa fatica a immaginare come possa essere successa una cosa così drammatica e, in pochi secondi, l’allegria di un bimbo che passava le sue vacanze con la mamma e le sorelline si sia di colpo interrotta. Immediatamente le persone che erano sul posto e si sono rese conto della grave situazione hanno chiamato i soccorsi. Sono subito arrivati medici e infermieri, hanno tentato di tutto per salvare la vita al bimbo, purtroppo senza riuscirci.
Improvvisamente la vita di una famiglia si è fermata sul ciglio di una strada e mai più potrà tornare la stessa. Si fa fatica persino a immaginare quanto possa essere grande il dolore, lo smarrimento, anche la rabbia e il risentimento per come sono andate le cose, per l’ingiustizia che si sente di fronte al fatto che una vita umana così giovane, con un futuro ancora tutto da percorrere, si sia di colpo fermata. Ci sono tante persone che soffrono nella comunità colpita dal lutto e che passa un momento davvero difficile.
Quello della morte è un mistero di fronte al quale la ragione non ha strumenti. Sai cosa vuol dire mistero? Significa qualcosa che è inspiegabile e non si può comprendere con il ragionamento o con la logica, qualcosa per cui neanche gli scienziati più esperti hanno potuto nei secoli trovare una soluzione convincente per la ragione umana. La fede, di qualunque natura essa sia, prova a inoltrarsi nel mistero, indicandoci di avere fiducia.
“Non ci sono parole”, ma poi forse le parole ti arrivano dai commenti delle persone che incontri per caso, ti arrivano dai servizi televisivi dei nostri apparecchi accesi nelle case, ti arrivano dalle locandine dei giornali che leggi per strada. Chissà cosa pensi? Chissà cosa ti dici? Non vogliamo lasciarti in balia di qualcosa che ascolti per caso e che magari fai fatica a elaborare.
Vogliamo suggerirti, se hai ascoltato questa brutta notizia, di stare insieme alle persone care, di stare un po’ abbracciati, di leggere qualcosa di bello o farti leggere un racconto, di scrivere su un bigliettino i tuoi pensieri, di fare un disegno, di giocare a costruire un aquilone o un castello di sabbia, di cercare una persona con cui ti piace parlare e che ti sa ascoltare: sono i modi in cui è possibile affrontare i momenti difficili.
Se sei un amico del bimbo, se siete vicini di casa della famiglia, se fai parte della stessa comunità, forse ti sarà possibile partecipare al funerale. Ci sarà molto dolore e scorreranno lacrime sui volti dei partecipanti. È necessario che si possa piangere insieme mentre si saluta per sempre una persona a noi cara. Puoi cercare e raccogliere un fiore da portare, puoi colorare e ritagliare una farfalla che farai idealmente volare, puoi indirizzare una lettera alla famiglia. Se puoi, fallo per tutti noi, che non saremo presenti ma invieremo le nostre intenzioni di vicinanza e un abbraccio con il nostro pensiero.
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*Paola Nicolini – Dipartimento di studi umanistici – Università di Macerata