Salvare persone si può,
anche da giovani

Salvare persone si può,
anche da giovani

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IL COMMENTO – La competenza di ragazze e ragazzi nel gestire una situazione di difficile emergenza

 

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Paola Nicolini

di Paola Nicolini*

È accaduto in questi giorni, nel nord Italia, e certamente avrai sentito la cronaca dai telegiornali, forse anche a scuola si è commentato il sequestro di un gruppo di ragazze e ragazzi che tornavano da un’attività sportiva in un pulmino scolastico. Nel bel mezzo del tragitto, l’autista è come impazzito e, armato di coltello, ha minacciato di dare fuoco a tutto. Immaginate quanta paura avranno avuto le persone che erano trasportate, una cinquantina di ragazze e ragazzi di poco più che dieci anni, accompagnati dai loro insegnanti. Una situazione che sarebbe bastato davvero un nonnulla perché degenerasse in una tragedia.
Ma quel che è invece accaduto è che si sono salvati tutti, perché hanno usato i comportamenti più efficaci. Quando l’autista ha chiesto di consegnare i telefonini, uno di loro è riuscito a dire – con una bugia più che a fin di bene – che quel giorno l’aveva lasciato a casa (guarda l’intervista allo studente). E mentre il resto del gruppo faceva un po’ di confusione, quel ragazzo è riuscito a chiamare i carabinieri, che sono immediatamente intervenuti, permettendo a tutti di scappare e mettersi in salvo, arrestando poi l’autista.

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Lo studente che ha avvertito le forze dell’ordine in una intervista dell’Ansa

«I bambini hanno saputo fare le cose giuste. Cioè, hanno tenuto bassa la tensione e chiesto aiuto, di nascosto e senza perdere la calma. Non hanno tentato di aggredire il sequestratore, non hanno prestato il fianco per attivare i suoi comportamenti violenti (l’uomo, oltre che alterato, era armato): in un contesto del genere basta un niente per scatenare l’imprevedibile… La società occidentale, inutile negarlo, è attraversata da tensioni e situazioni ad alto grado di conflittualità: avere la capacità di stare nelle situazioni di stress e tensione, mantenendo la barra dritta e la lucidità è la grande competenza che tutti, grandi e piccoli, dovrebbero avere. I punti di forza? Collaborare, chiedere aiuto, abbassare la tensione: è questa la strada, è a questo che dobbiamo educare i nostri ragazzi… La vera sicurezza non si fonda sul controllo, ma sul saper fare la mossa giusta» ha commentato Daniele Novara**, un esperto che da anni si occupa di studiare il conflitto e dei modi più efficaci per limitare i danni che può produrre quando degenera – come sarebbe potuto accadere in questo caso.
Sarebbe bastato che uno avesse provato a sfidare l’autista lasciandosi andare alla rabbia, sarebbe bastato che una avesse provato a forzare una porta per provare a mettersi in salvo da sola senza pensare a quelli che sarebbero restati nelle mani del sequestratore, sarebbe bastato non essere capaci di chiedere aiuto.
Il gruppo è stato invece in grado di “fare squadra”, ha mantenuto una grande lucidità e si è organizzato in modo solidale, utilizzando gli sguardi e trovando l’accordo giusto, quello che ha permesso la soluzione utile a tutti.
Questa brutta storia, per fortuna a lieto fine, ci insegna che anche da giovani si può essere competenti e fare le cose giuste anche nelle situazioni più difficili. E che abbiamo bisogno di un’educazione che ci sostenga nelle capacità di collaborare, che ci aiuti a far crescere la solidarietà, che ci dia le occasioni per apprendere a regolare in modo efficace il flusso delle nostre emozioni.

*Paola Nicolini – docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione – Università di Macerata
**Daniele Novara del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza sarà a Recanati e a Macerata il prossimo venerdì 29 marzo, in due incontri organizzati dall’Università di Macerata

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