Torna Cenerentola, la favola più nota, che a Tolentino, in forma di piccolo musical, va in scena al teatro Vaccaj domani sabato 23 febbraio alle 21 e domenica alle 17. Si tratta dello spettacolo del 1988 di Saverio Marconi agli albori della Compagnia della Rancia. Oggi riadattato da Ada Borgiani, la “colonna” femminile della storica compagnia che cura il teatro per ragazzi e famiglie Rancia VerdeBlu. Il musical tratto dalla favola di Charles Perrault, ha poi le musiche di Aldo Passarini e i testi delle canzoni di Michele Renzullo.
Scopriamo di più con la regista Ada Borgiani, diplomata all’Accademia di Belle Arti e specializzata in Tecniche dell’Animazione e nelle attività di animazione teatrale. Che Cenerentola sarà?
La favola è stata ambientata negli anni 50 rispettando i canoni della fiaba con i personaggi fondamentali, le sorellastre, la matrigna, il principe. Il primo principe dell’edizione di 30 anni fa fu Cesare Bocci. La riprendiamo con tanto entusiasmo con i giovani del centro teatrale San Gallo, tutti attori locali preparati rigorosamente. Il principe si chiama Lorenzo Filoni e anche lui come Bocci è di Cessapalombo. Cenerentola è Chiara Menichelli di Tolentino, Alice Capitolo di Matelica è la matrigna, Alessia Ancillai e Federica Noè, sono le due sorellastre sempre di Tolentino, Emma Ray Rieti, la fata, è di Sant’Angelo in Pontano. Siamo orgogliosi di dare continuità a questa storia.
Il teatro ragazzi è un’assicurazione sul futuro?
Stiamo puntando molto su questo, il teatro vive del pubblico. Da anni lo facciamo, abbiamo lavorato sulla condivisione con le realtà che operano con i ragazzi e le ragazze, anche quando non c’era il Vaccaj e abbiamo affrontato tante difficoltà. I risultati ci sono, le scuole di Tolentino e del territorio ci seguono. I bambini e le bambine non sono un pubblico facile da conquistare: non fingono, leggono nella performance a diversi livelli, con loro non si può improvvisare. Bambini oggi, spettatori adulti, consapevoli e appassionati domani.
Ha citato le difficoltà dopo l’incendio, il terremoto…
C’è tanto lavoro da fare, i nostri territori devono ripopolarsi, per fortuna ora ci sono le strutture, il Politeama ci ospita come Centro Teatrale San Gallo, abbiamo curato le visite guidate con i bambini e le bambine nati dopo la distruzione del Vaccaj e ho raccontato loro che a piangere davanti alle fiamme c’erano anche quelli che non andavano a teatro. Un luogo che ha valore per la città oltre quello che pensiamo.
Come è andata la stagione, oltre al sold out di Cenerentola?
Il ritorno al Vaccaj ci ha premiato per aver seminato negli anni scorsi in luoghi secondari ma importanti, credo nella continuità. Abbiamo inserito anche uno spettacolo, in collaborazione con Sassi nello Stagno, prettamente musicale, “Il Carnevale degli animali”.
Il teatro non è solo quello che si vede sul palco?
Dico sempre ai ragazzi e alle ragazze che vengono da noi che non ci sono solo i ruoli da attori. Il teatro vive di tutto, io mi sono innamorata del teatro partendo da dietro le quinte, con la scenografia. Ci sono le luci, i costumi, le cose da costruire, l’animazione… è un mondo infinito dove c’è spazio per tutti. Un ruolo fondamentale oggi è quello della promozione e del marketing. Noi abbiamo aperto in questo periodo due corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione per Performer e per Marketing dello spettacolo, circa 30 ragazzi coinvolti in totale. Ci sono anche opportunità occupazionali importanti.
Tanti anni di teatro, senza mai cali di entusiasmo?
Più che il calo di entusiasmo direi più che altro che ci sono stati momenti di difficoltà, anche grandi, e il bello del teatro è cercare le soluzioni a queste difficoltà. Ci siamo abituati anche a realizzare uno spettacolo con pochi fondi. Il teatro è scuola di vita.
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