La veloce evoluzione e diffusione digitale e la sempre più bassa età di approccio ai mezzi di comunicazione ha recato con sé il problema di creare una coscienza delle risorse e dei limiti delle nuove tecnologie.
È per questo motivo che nei giorni scorsi Catia Scattolini, dirigente dell’Istituto Vincenzo Monti di Pollenza, e l’insegnante Elisabetta Nardi, referente del Progetto “Il bullo nella bolla … non è una balla!” volto a prevenire e combattere il bullismo e il cyberbullismo, hanno invitato il dottor Lorenzo Lattanzi, presidente dell’Aiart Marche a tenere una conferenza dal titolo: “Ripensare l’educazione nell’era digitale”.
I bambini e le bambine della classi quinte della scuola primaria avevano già incontrato ed apprezzato il dottor Lattanzi, per un intervento dal titolo: “Quello che vedi è reale, ma non è vero: la vita oltre gli schermi” avvenuto a scuola a gennaio. In quella occasione, in maniera chiara e sintetica, erano stati presentati gli inganni e le illusioni che le nuove tecnologie e i social network elaborano per acquisire nuovi clienti e creare dipendenza inducendo all’acquisto di prodotti.
Lo stesso Piano Nazionale per la Scuola Digitale, documento di indirizzo del Miur, sottolinea come a scuola non si possa curare soltanto la “dimensione tecnologica” della didattica a scapito di quella “epistemologica e culturale”. Alunni e alunne hanno bisogno di vagliare criticamente ogni esperienza digitale, di comprendere a fondo i meccanismi che li inducono a scegliere determinati prodotti o a rimanere collegati davanti allo schermo ore ed ore privando il loro fisico del sonno e del gioco all’aria aperta, evitando pericoli di adescamento o fenomeni di bullismo.
Lattanzi ha voluto evidenziare la centralità della persona rispetto alla tecnologia. Il presidente dell’Aiart ha spiegato ai tanti adulti presenti – genitori ed insegnanti – il concetto di cittadinanza mediale, ovvero l’importanza di conoscere diritti e doveri del cittadino mediale, affinché sia possibile mantenere un approccio critico e consapevole rispetto alle nuove tecnologie.
Il suggerimento educativo che il dottor Lattanzi ha lasciato alle famiglie è quello di non far utilizzare schermi ai bambini da 0 a 3 anni, da 3 ai 6 anni di non dar loro in mano nessuno oggetto tecnologico personale, iniziando ad accompagnare le prime esperienze, mentre dai 6 anni avviarli a un uso “distillato” nel tempo, con un controllo accurato dei contenuti. Dai 9 anni si possono anche avviare attività online personali, ma attendere i 12 anni per l’uso del telefonino e i 15 per l’iscrizione ai social network.
I bambini per ringraziare il presidente regionale dell’Aiart hanno realizzato per lui tantissimi bigliettini a forma di tablet, cellulare e computer, con simpatici e significativi ringraziamenti per la generosità con cui il maestro Lattanzi svolge questa attività a servizio della formazione di grandi e piccini. I lavori, prima di essere consegnati, sono stati esposti al pubblico nella sede in cui si è tenuto l’incontro di formazione l’aula multifunzionale della Scuola Secondaria di Primo Grado di Pollenza