«È bene ricordare perché il giorno della memoria si celebra il 27 gennaio: perché in questa data nel 1945 le truppe dell’Amata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz». Apre con queste parole la propria relazione la professoressa Daniela Meschini all’incontro organizzato dal Convitto nazionale “G. Leopardi” e dalla sua dirigente scolastica Annamaria Marcantonelli con la collaborazione dell’Associazione musicale Appassionata e dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (Anmig), presieduta a Macerata da Gilda Coacci.
Un incontro che ha visto la partecipazione di circa 250 ragazzi e ragazze del Convitto, del Liceo Classico-Linguistico “G. Leopardi”, dell’Ipsia F. “Corridoni” e dell’Ite “A. Gentili”, che ha ospitato l’appuntamento nella sua aula magna.
Erano presenti Carla Sagretti, che guida l’Ambito territoriale provinciale dell’ufficio scolastico regionale intervenuta insieme a Maria Teresa Baglione, il tenente colonnello dei Carabinieri Luigi Ingrosso e il sindaco Romano Carancini. «Memoria è la parola decisiva per essere in condizione di conoscere e non dimenticare – ha dichiarato il sindaco – Non è solo storia, è il tentativo di far comprendere che la storia si può ripetere, bisogna evitare che questi fatti accadano di nuovo. Grazie agli organizzatori per questa giornata di vita».
Parla di Olocausto la professoressa Meschini che ripercorre alcune tappe decisive di quegli anni terribili.
«L’antisemitismo è una vera e propria ossessione per Hitler e nasce in ambiente domestico. Il padre Alois era un violento, un ubriacone, come ci riportano la storia e numerosi studi di psicologi, e picchiava i figli; in particolar modo, Adolf provò a tenergli testa. Da qui l’odio verso il genitore che non riguardava solo la sua figura ma ciò che rappresentava: il popolo ebreo. Decise così di sterminare quel popolo”.
La presidente della sezione maceratese dell’Anmig, Coacci, ha sottolineato che «Siamo figli e nipoti di chi ha combattuto le guerre mondiali e il nostro compito è tramandare questa storia; dei viaggi nella memoria per capire quali tragedie ci sono state e per non farle ripetere mai più. Collaboriamo con Appassionata perché, come ha detto il violoncellista Pablo Casals, La musica scaccia l’odio da coloro che sono senza amore. Dà pace a coloro che sono in fermento, consola coloro che piangono».
Il pianista Leonardo Colafelice, protagonista del concerto di questa sera al Teatro Lauro Rossi proprio nel cartellone di Appassionata, ha eseguito tre brani dai Klavierstuke di Arnold Schoenberg e le Variations sérieuses di Felix Mendelssohn. Musiche di compositori perseguitati dal nazismo per la propria confessione religiosa: di Mendelssohn furono distrutte le statue che lo raffiguravano davanti al conservatorio di Lipsia, dove era stato direttore e fondatore, e venne bandita la sua musica perché ritenuta “degenerata“ come lo erano il jazz e tutte le novità artistico-musicali come la dodecafonia. Schoenberg fu costretto all’esilio, altri come Gideon Klein e Victor Ulmann. non riuscirono a fuggire e furono internati per morire nei campi di concentramento.
Da ricordare anche il compositore milanese Aldo Finti: anche lui perseguitato perché ebreo. «La musica rimane quale testimonianza fondamentale di quegli straordinari sfortunati compositori – sottolinea Giulio Starnoni vicepresidente di Appassionata presente insieme alla pianista Ottavia Maria Maceratini – quello di oggi vuol essere un riconoscimento alla loro memoria e, soprattutto, un momento di riflessione e approfondimento per i più giovani. Come associazione, Appassionata ha voluto contribuire così alla Giornata della Memoria ed essere al fianco dell’Anmig e di insegnanti e studenti è motivo per noi di orgoglio».