di Leonardo Piergentili
Presepi in scatola, nelle scarpe e persino “rubati” da Eva Kant e Diabolik. Sono le opere dell’artigiano Maurizio Piergiacomi che anche quest’anno, con il suo mercatino dei presepi artistici, sarà presente a “Il Barattolo” iniziativa che si ripete da 23 anni nel centro storico di Macerata.
Come nasce il suo lavoro?
«L’ho ereditato da mio nonno, che faceva presepi tipici degli anni ‘60. Non mi ha mai fatto vedere come li fabbricava, tengo questo ricordo nella memoria come un tabù. Quelli che preparava per Natale li teneva sempre coperti, li scopriva solo il giorno della Vigilia. La mia passione per i presepi mi è stata trasmessa da lui ma la mia chiave artistica è nata all’improvviso».
Mediamente, quanto tempo impiega per realizzare un presepe?
«La mia è stata una specializzazione andata avanti nel tempo, prima ci si impiegava un tot, ora è diventata una cosa pericolosissima perché semplicemente guardando un oggetto mi viene in mente il presepe che voglio realizzare. Non uso un progetto, un disegno, non c’è nulla, mi basta osservare per avere già chiara l’idea di cosa realizzerò. Il tempo è quello che serve per realizzarlo, ogni presepe è una storia a sé, grande o piccolo che sia».
Quali sono i materiali che utilizza nella creazione dei presepi?
«A livello scenografico si usa il poliuretano, un materiale isolante tipico per la fabbricazione dei presepi, poi io utilizzo anche il legno, il sughero, la terracotta, i colori. Il panorama di creazione del presepe, invece, è infinito, può essere qualsiasi cosa ora, anche se all’inizio utilizzavo quasi solo delle lanterne.
Mi è capitato di produrre anche altri tipi di lavori, ad esempio a Sarnano, in una mostra di qualche anno fa, ho realizzato una raffigurazione tridimensionale di tutto il centro storico con un trittico raffigurante Diabolik ed Eva che mi rubano un presepe».
Qual è il presepe di cui è più orgoglioso?
«Queste sono realizzazioni che fai con l’anima, non ho mai fatto un presepe per venderlo, li faccio perché mi piace che la gente li apprezzi e li richieda. Anche se ogni volta che mi viene richiesto un presepe mi fa un po’ male lo stomaco. Quando ne vendo uno va via una parte di me.
C’è un presepe che mi è stato richiesto tantissime volte ma non ho mai voluto vendere perché l’ho realizzato con una scatolina di ferro che usava mio nonno per tenere dei chiodini con cui da piccolo giocavo. L’ho trasformato nel primo presepe tridimensionale dentro una scatolina, sono terrorizzato di perdermelo per il legame affettivo che ho con esso, è stata questa realizzazione a dare il via a tutte le altre».
Quanto è importante l’iniziativa de “Il Barattolo”?
«C’è la fortuna che Il Barattolo sia a Macerata, la manifestazione è molto ben organizzata da Manuela Tombesi che mette la passione nel creare e portare avanti questo progetto. Rispetto ad altri mercatini a cui ho partecipato è molto più selezionato, si cerca l’élite. Infatti, siamo persone che creano piuttosto che vendono. È anche ideato molto bene, in quanto c’è una parte legata alla creatività, all’artigianato ed una legata all’antiquariato che attira spesso molti ragazzi. I giovani vengono attratti dal mondo del fumetto, poi di conseguenza dai libri datati. È bello vedere questi giovani che entrano a contatto con oggetti vecchi anche per me che ho cinquant’anni, lì non entrano in contatto con il vecchio, ma con il vecchissimo. Poi, i giradischi, i vinili, i francobolli, le cartoline, Il Barattolo è completo»”.
Il prossimo appuntamento con “Il Barattolo” e Maurizio Piergiacomi è previsto per domenica 9 dicembre in Piazza Cesare Battisti.