La recensione dello spettacolo “Una passione slava”, messo in scena il 15 ottobre al teatro Feronia di San Severino. I ragazzi e le ragazze dell’istituto Filelfo che partecipano al progetto “Voci dal Teatro” sono Francesca Mattiacci, Emma Scinti Roger, Edoardo Costantini, Michele Polisano, Chiara Mochi.
di Francesca Mattiacci
“Avete mai sentito ottomila persone che trattengono il fiato?“ così lo scrittore Aleksandr Serafimovic scrisse di Giulia Schucht, moglie di origini russe di Antonio Gramsci, dimenticata dalla storia come tante altre donne che ne hanno fatto parte.
È proprio su questa donna, sulla passione tenera e struggente tra lei e Gramsci, che si incentra lo spettacolo “Una passione slava”, cui i ragazzi e le ragazze del Filelfo hanno potuto assistere nella mattina di lunedì scorso al Teatro Feronia di San Severino. Lucia Tancredi, autrice del libro “Vita privata di Giulia Schucht”, ha letto le pagine del suo romanzo con l’intensità familiare di chi ha saputo resuscitare la storia di una donna e della sua esistenza appartata e ne abbia condiviso le gioie e amarezze, il dolore e l’amore. Un amore puro e delicato, che nasce dal primo sguardo nel 1922 in un sanatorio fuori Mosca chiamato Serebriani Bor, che in italiano significa Bosco d’Argento, in cui Giulia era andata a trovare la sorella e in cui Gramsci era in riposo. Quando lui la vide, bellissima, si innamorò subito, e anche lei di lui, delle sue parole.
Lucia Tancredi narra il delinearsi di questa storia accompagnata dalle dolci note di pianoforte di Fabio Capponi e, negli attimi sospesi di lettura, la voce di Serena Abrami ha saputo incantare la platea ricostruendo la colonna sonora della vita di Giulia, dalle note delicate e struggenti, cariche di quella distanza che aveva sempre accomunato lei e il marito, colmata solamente dalla corrispondenza dei coniugi, intrisa di consapevolezza e sincerità.
In questo racconto che è un connubio tra Storia e narrazione, tra vero e verosimile, in cui l’autrice ha cercato di riempire gli spazi incompiuti della vita di Giulia di poesia, ricostruendone l’intimità e le sensazioni, immergendosi nelle primavere senza sole russe o negli inverni freddi in cui il vento tamburellava impetuoso contro la grondaia, Giulia non si lascia comprare da nessuno, né da Stalin né dalla Ghepeù o dalla propaganda italiana, mantiene sempre il suo ruolo defilato, colonna portante dell’uomo Gramsci, che pur aveva scritto che per amare una massa era necessario esser stati capaci di amare una persona sola. Quando Antonio Gramsci morì nel 1937 in prigione, scrisse nel testamento che “ogni cosa è di Giulia”, volontà poi disattesa come sappiamo.
L’autrice ci restituisce questa verità storica per lungo tempo taciuta nelle vesti di un racconto romantico, di una passione struggente e un amore incondizionato, arricchito del canto di Serena Abrami, che per lo spettacolo è riuscita a imparare incredibilmente il russo e cantarne le melodie, con un’abilità e bravura formidabili.
La visione di questo spettacolo si inserisce all’interno del progetto dell’IIS Filelfo di Tolentino “Voci dal Teatro”, volto a favorire un contatto diretto dei ragazzi con il mondo teatrale attraverso una pluralità di iniziative, che si configurano come opportunità di incontro con linguaggi diversi. “Una passione slava” è stata la prima esibizione difronte a un pubblico tanto giovane, ed è potuto accadere grazie alla disponibilità e all’interesse di Francesco Rapaccioni, direttore artistico del Teatro Feronia di San Severino, nonché ex filelfiano, che ha permesso agli studenti tolentinati di assistere allo spettacolo all’interno dell’orario scolastico.
Quest’ulteriore incontro tra la realtà scolastica e mondo teatrale è stato senz’altro interessante, un’iniziativa stimolante che ha permesso agli studenti di trascorrere la mattinata alla scoperta della dolce e al contempo amara vita di Giulia Schucht.