Stufo il sole
di star zitto
scansa aprile
e tira dritto.
Poi a maggio
ancor freschino
urla vengo
a te vicino.
Dice a giugno
e sue giornate:
“dal ventuno
son l’estate.
Chiudo scuole
tutti al mare
lunghe sere
per giocare.
Anche i campi
mai da soli
dopo il grano
i girasoli.
Dentro l’orto
pesche ed ori
melanzane
e pomodori.
Le zucchine
con i fiori
da far fritti
dentro e fuori.
L’insalata
tosarella
fresca e buona
tanto bella.
Quanti odori
e che profumi
inebrianti
sono alcuni.
Sopra ai prati
le farfalle
sia sui monti
che giù a valle.
Tutte in coro
le cicale
un concerto
niente male.
Cerca l’ape
col volare
una vigna
da baciare.
Dopo agosto
un temporale
è l’inizio
del mio male.
Il suo vento
chiaro dice:
“basta gioia
basta luce”.
Son leale
obbedisco
poso il sole
qui finisco”.
Son l’estate
LA FILASTROCCA di Mario Monachesi