«Nessun giorno vi cancellerà
dalla memoria del tempo»

«Nessun giorno vi cancellerà
dalla memoria del tempo»

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MACERATA – L’esperienza di un gruppo di studenti e studentesse del liceo scientifico a New York fa riflettere sul rapporto tra civiltà e sul ruolo della scuola che deve insegnare a pensare alto

New-York

di Donatella Donati

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Donatella Donati

Un folto gruppo di studentesse e studenti del Liceo Scientifico di Macerata ha fatto a New York, nel Wagner College, una piena immersione nella lingua inglese. Questi giovanissimi under 18 hanno voluto impiegare una parte dei loro risparmi nella frequenza di una scuola molto nota per la sua serietà, accompagnati da tre professoresse e hanno approfittato dei lunghi pomeriggi estivi newyorkesi per visite di carattere culturale ai musei e ai più noti luoghi di Manhattan, tra cui anche Little Italy che ha perduto il fascino del passato ma ricorda le migliaia di emigranti italiani che vi hanno abitato. Avevano gli occhi lucidi, tutti, quando sono entrati nel Museo dedicato alle vittime dell’11 settembre. Nella prima sala li hanno accolti i versi del poeta latino Virgilio: ’Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria del tempo’, tratti dal canto dell’Eneide dove il poeta narra dell’amicizia e della morte di due giovanissimi ragazzi, Eurialo e Niso, legati da un generoso affetto. I versi sono in inglese ma averli trovati lì, con la firma di Virgilio, ha fatto sentire a questi ragazzi immediatamente un forte legame tra la storia studiata a scuola e i tragici eventi americani, un legame molto forte tra le due civiltà che in fondo da quella latina, di cui Virgilio di Mantova è uno dei massimi testimoni, hanno origine.
Quello che ci vuole oggi, ed è compito della scuola farlo sentire, è il legame tra il passato e il presente, tra civiltà vicine e civiltà lontane, unite però tutte dal filo dell’amicizia che il canto di Virgilio testimonia, raccontando la storia dei due celebri amici. È una testimonianza molto importante quella che la scuola italiana dà dei valori che hanno origini comuni, l’umanità, la generosità, l’amicizia. La scuola fa molto in questi ultimi tempi per far sentire agli studenti i valori della solidarietà che passano anche attraverso lo studio, l’educazione e il rispetto dei sentimenti religiosi, quali essi siano. L’esperienza che si fa non soltanto sui banchi ma anche attraverso i processi di cammino per arrivare in luoghi lontani insegna senza tante parole come comportarsi, come affrontare le persone più varie e diverse, come rispondere alle richieste di una società non più civile ma ancora da civilizzare. Il direttore italo-americano della scuola, il cui prestigio è testimoniato dalla grande varietà di studenti provenienti da tutta Italia che la frequentano d’estate, ha avuto parole di elogio per il comportamento dei nostri studenti maceratesi, non solo durante le lezioni a cui hanno partecipato con grandissima diligenza, ma anche nelle ore in cui sono stati all’interno del college con quel rispetto delle persone e delle cose che sembra oggi una rarità,e che invece spinge le nuovissime generazioni di studenti di tutto il mondo a pensare alto e di questo alto fa parte anche il futuro dei popoli in mezzo ai quali essi dovranno vivere e lavorare.
Non sono una fanatica di Mattarella ma sento che certe volte, come è successo l’altro ieri nella visita ufficiale in Armenia, sa trovare le parole giuste per riscaldare gli animi, farli uscire dalla freddezza delle formule magiche, tra l’altro spesso sgrammaticate, di tanti politici di emergenza.
Macerata sta vivendo un’estate molto difficile. Balzata tutto a un tratto ai vertici della cronaca per un orribile delitto e il sollevamento del velo che copriva stupidamente il commercio della droga,  può riguadagnare un posto degno del buon costume della maggior parte dei suoi cittadini coinvolgendoli in progetti culturali innovativi e continuativi distribuiti durante tutto l’arco dell’anno e coinvolgendo non sempre le stesse persone ma quanti si possano offrire per competenze nuove e idee non vacue e ripetitive.



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