domenica, Novembre 17, 2024

Nella vita come nelle fiabe,
ci sono situazioni brutte e complicate

L'ANGOLO DELL'ESPERTO - Le brutte notizie ci fanno sentire in pericolo, ma possiamo imparare a pensare anche alle cose più belle che ci circondano, sebbene in alcuni momenti sembri difficile. Se ne viene fuori con la vicinanza e la collaborazione

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Paola Nicolini

 

di Paola Nicolini *

Anche oggi sento il bisogno di esserti accanto. Ho seguito da lontano le vicende di ieri mattina nella città di Macerata, durante le quali un uomo armato ha sparato colpi di pistola lungo le vie della città, ferendo alcune persone che stavano solo passando in quel momento. Ho letto che le persone colpite sono di colore e che probabilmente si tratta di un altro episodio di razzismo.
Ne avevo già parlato, del razzismo, tempo fa. E bisogna dire che il razzismo fa proprio tanti danni, perché valuta le persone in base al colore della pelle o alla provenienza geografica o alla forma degli occhi. È difficile da credere, ma per farti capire, immagina che un giorno tu non possa andare a scuola perché un gruppo di individui con i capelli ricci ha deciso che i capelli lisci non vanno bene e sono inaccettabili. Oppure pensa che all’improvviso qualcuno decida che possono frequentare i giardinetti solo i bambini e le bambine che non superano una certa altezza, mentre agli altri venga impedito. Queste sarebbero forme di razzismo, che discriminano le persone in base a un criterio che alcuni decidono e altri subiscono, senza avere colpa.
Ti avevo già parlato a proposito della morte di una ragazza, solo pochi giorni fa, e mi sembrava già abbastanza doloroso e difficile. Oggi è ancora più difficile, perché certi brutti momenti restano impressi nella mente e ci vuole un po’ per riprendersi. Queste orribili vicende ci colpiscono e non ci fanno dormire la notte per i sentimenti che ci provocano e i pensieri che ci suscitano. Sembrano invadere le nostre esistenze e le nostre menti, perché i giornali non parlano di altro, la tv non fa che mandare filmati e notizie che si susseguono, tutte le persone che si incontrano sono prese dal commentare. È necessario essere informati e commentare insieme aiuta a non sentirsi soli.
In questi momenti, però, si corre il rischio di convincersi che il mondo sia abitato solo da individui malvagi e da malintenzionati, perché tutta l’attenzione è a loro dedicata. Se ci pensi bene, è un po’ come nelle fiabe che ti vengono raccontate o che leggi: si parte con una situazione normale, ad esempio un re e una regina vivevano in un castello e un giorno nacque loro una bella bambina… Ma accade qualcosa che rompe questa normalità e questa calma: una strega fa un incantesimo, un orco la rapisce, un folletto dispettoso ci si mette di mezzo e la storia prende una brutta piega. Tutta la storia serve a raccontare come si viene fuori da quella interruzione della normalità. Non c’è una storia senza una rottura del percorso quotidiano. Hai mai letto una storia che dicesse che il re e la regina erano felici, la bambina cresceva, da grande si sposò un bel principe e tutti erano beati e contenti?
Il procedimento con cui nascono i racconti della vita quotidiana è lo stesso. Quando qualcosa turba gli equilibri ci si sofferma a parlarne, a commentare, a condividere. Questo fanno i mezzi di comunicazione di massa, come la tv e i giornali. Nei giornali non si scrive di quante persone attraversano sulle strisce pedonali, di quanti cedono il passo a una signora se la incontrano sulla porta, dei bambini che prestano le matite ai compagni di scuola o delle bambine che dividono la merenda con gli altri, dei medici che salvano la vita di una persona o degli insegnanti che fanno apprendere la propria classe con gioia ed efficacia. O meglio, se ne parla molto molto meno rispetto a quella parte della popolazione che si comporta male.
Per questo non vorrei che ti facessi l’idea che il mondo sia abitato solo da individui malvagi, da orchi e da streghe. Questi sono rari, anche se riescono a far parlare molto di sé, come è accaduto in questi giorni nella nostra città.
Oggi più che mai è il momento di stare assieme, di giocare, di condividere le reazioni emotive con i tuoi genitori e familiari. Oggi più che mai è importante e significativo trovare il modo di ascoltarsi, di cucinare in collaborazione qualcosa di buono, di sedersi sul divano e stare stretti stretti in un lungo e caldo abbraccio. Oggi più che mai è necessario pensare che c’è un modo di venire fuori anche dalle brutte storie, imparando a dirigere i propri pensieri su tutto il bello che c’è. E ce n’è tanto!

*Paola Nicolini, docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione – università di Macerata

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