Aggirandovi nei dintorni di Cingoli, vi è mai capitato di scorgere un misterioso squarcio nel Monte Nero? Viene chiamato “Mano del Diavolo”, e sono diverse le leggende legate alla sua origine.
La prima storia narra dell’ultima apparizione del maligno nei nostri territori, spiega di come nei primi secoli dell’Era Cristiana, la popolazione cingolana venne convertita al cristianesimo con l’intervento di Santa Sperandia. Il Diavolo si arrabbiò a tal punto con la città che per vendicarsi causò un terremoto e con una “rampata” lasciò impresse nella montagna le scanalature dei propri artigli. Nella seconda versione, invece, si racconta che il vescovo di Cingoli di quel periodo, Sant’Esuperanzio, non riuscendo a convertire la popolazione a causa della persistenza del Demonio, riuscì a scacciarlo. Lucifero, come ultimo gesto di resistenza, attanagliò e solcò la montagna del Monte Nero prima di scomparire dalla nostra terra. Infine, l’ultima leggenda in cui per poter vivere la propria vita di eremita in pace e tranquillità San Bonfilio mise alle strette il Diavolo che nel fuggire appoggiò la mano sul versante dell’altura lasciando impressi i segni dei suoi enormi artigli.
Articolo realizzato nell’ambito del progetto “Alternanza scuola-lavoro” da Leonardo Piergentili e Camilla Gallo.