Coraggio e disciplina,
a scuola di Judo

Coraggio e disciplina,
a scuola di Judo

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ARTI MARZIALI – Ripartono le attività all’istituto Bramante di Macerata. I piccoli atleti già protagonisti nel primo evento regionale non agonistico dedicato alle fasce giovanili (dai 5 agli 11 anni). Oro per Alessandro Dezi, argento per Angelica Picciola

 

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Iniziata la nuova stagione sportiva per i giovani del Judo Equipe Macerata, che svolge la propria attività, con docenti federali, all’istututo Bramante (ex Geometri). Gli atleti si sono cimentati già nel primo evento regionale a carattere non agonistico dedicato alle fasce giovanili (dai 5 agli 11 anni). Ancora un plauso merita la prestazione del giovane Alessandro Dezi, che, dopo un’intensa preparazione estiva, si riconferma oro nel suo raggruppamento. Ma ancora più grande è la soddisfazione per Angelica Picciola, argento, che finalmente riesce a superare i propri timori ed esitazioni, facendo mostra delle proprie capacità tecniche e, soprattutto, della sua determinazione e perseveranza. Nonostante l’impegno, meno bene questa volta  Pietro D’Orazio e Nicolò Vannucci. Il tecnico sociale Laura Moretti (cintura nera 5 dan Fijlkam), nel lodare l’impegno profuso dai quattro giovani judoka commenta: certo, la vittoria in gara è, con tutta evidenza, sicuramente gratificante per l’atleta, per i genitori ed i tecnici, ma non può essere l’obiettivo principale, soprattutto a questa ètà. La gara è una sorta di “incidente di percorso”: il vero Judo è destinato in primis aI più giovani e l’intento è quello di fornirgli le doti dell’educazione, della disciplina, del coraggio, della perseveranza, del rispetto, del sacrificio, plasmando un corpo forte e sano per essere utile, insegnando a cadere e rialzarsi, per continuare e diventare più forti, prima ancora che a vincere: non è un caso che le cadute siano la prima “tecnica” ad essere insegnata. Il fondatore del judo, Jigoro Kano, che era un professore, si accorse dell’impossibilità di trasmettere queste doti solo con l’insegnamento delle materie intellettuali e per questo inserì nei programmi scolastici del Giappone il Judo, non come semplice ginnastica, ma come via spirituale completa”.



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