lunedì, Maggio 20, 2024

Professione giornalista:
“Raccontiamo storie
con passione e rispetto“

INTERVISTA - Il cronista di CM si racconta e offre consigli ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera

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Articolo scritto da Aurora Carancini, Federica Alesi e Leonardo Piergentili nell’ambito dell’Alternanza Scuola Lavoro

“Fare il giornalista, un mestiere delicato, che spesso richiede molta gavetta ma fondamentale perché fondamentale è l’informazione”. Come afferma Gianluca Ginella, redattore di Cronache Maceratesi, che si occupa di cronaca nera e giudiziaria da diversi anni. “Le caratteristiche fondamentali sono: la curiosità, una correttezza formale nella scrittura e vivere la notizia per strada, a contatto con la gente”.

Voleva fare il giornalista sin da piccolo?
“No. Semmai volevo fare lo scrittore, mi piaceva scrivere ma non pensavo di fare il giornalista. Quando si è presentata l’occasione, ho deciso di provare. La passione per questo lavoro è nata con il tempo, senza non puoi essere un giornalista.”

Come è iniziato il suo percorso da giornalista?
“Ho iniziato collaborando a  “il Messaggero” di Macerata, realizzando i miei primi articoli. Dopo alcuni anni sono stato chiamato e assunto dalla redazione di Cronache Maceratesi per gli ambiti di cronaca giudiziaria e nera”.

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Di cosa si occupa precisamente?
“Mi occupo del lavoro di redazione, in particolare degli articoli di cronaca nera e giudiziaria. Sistemo i pezzi, il titolo eccetera. Poi seguo i processi in tribunale e i fatti di cronaca nera che avvengono in provincia”.

Quali sono le qualità che un giornalista deve avere in questo ambito?
“Alla base di tutto c’è la ricerca di notizie, è la cosa più importante. Sulla scrittura: l’articolo deve essere scritto con correttezza, trasparenza senza mai ingigantire le informazioni, bisogna riportare la verità sostanziale dei fatti. Un fatto di cronaca si può raccontare come un’immagine di un film, sempre nel rispetto delle persone coinvolte, con il giusto equilibrio tra sensibilità e professionalità. Conserviamo le loro storie, alcune le ricordo ancora. Entri nella loro vita e in quella dei loro familiari”.

Con l’avvento dei giornali online pensa che la stampa scomparirà o riusciranno a convivere i due fenomeni?
“Ho qualche dubbio che tra 10 anni la stampa possa continuare ad esistere così come la conosciamo oggi. In generale, l’ipotesi oggi è che il cartaceo, per continuare ad esistere, debba puntare sempre di più sull’approfondimento delle notizie, una strada che però può benissimo seguire anche chi lavora online e che dunque potrebbe non essere vincente”.

 

 

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