di Francesca Urbani
I civitanovesi festeggeranno San Marone il loro patrono oggi, il 16 agosto, il “predatore” sarà il motopeschereccio che per la processione in mare di quest’anno avrà l’onore di trasportare l’urna con i suoi resti. San Marone fu anche il primo evangelizzatore del Piceno, e fu spedito qui per punizione a coltivare le nostre terre. Perché? Era riuscito a convincere Domitilla, oramai convertita al cristianesimo, a non sposare il console Aureliano che mirava solo alla sua dote. Il console arrabbiato andò dall’imperatore e questo spedì San Marone dalle nostre parti.
La storia continua e la tradizione, le vecchie storie, raccontano di un drago feroce, verde e fortissimo di cui tutti avevano paura e che infestava la foce del fiume Chienti terrorizzando la zona. La popolazione doveva, per sfamarlo, portargli delle fanciulle. Quando il re di Urbisaglia fu costretto a dare sua figlia, la principessa, in pasto alla bestia chiese l’intervento del santo. San Marone con coraggio e determinazione sconfisse il rettile mostruoso, salvò la ragazza e, soprattutto, liberò la popolazione dalla paura e dal terrore. L’imperatore probabilmente Traiano, o forse lo stesso console Aureliano, decise comunque di uccidere San Marone perché aveva convertito al cristianesimo troppe persone. Il santo fu costretto a portare un masso pesantissimo in giro per la via Salaria. Si sperava, così, che l’uomo fosse schiacciato da quell’enorme peso, ma era robusto e vigoroso e riuscì in questa prova, allora, decisero di tagliargli la testa su quel masso poi diventato una fonte battesimale che racchiuderebbe le sue ossa. Ora qualcuno narra, invece, che fosse un coccodrillo ad infestare il Chienti ma questa è un’altra storia e la potete trovare qui:
http://www.cronachemaceratesi.it/junior/2016/08/13/un-coccodrillo-in-chiesa/6856/