venerdì, Novembre 15, 2024

Vicini alla terra:
cosa succede agli animali
quando tutto trema

Un bel libro di Silvia Ballestra sulle loro storie. Al canile di Colle Altino di Camerino ci sono ancora cani che hanno bisogno di aiuto

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Paola Nicolini

di Paola Nicolini*
(Foto di Paola Locatelli)

Non ci avevo mai pensato. Forse anche tu non hai mai pensato che, tra i vari disagi e sofferenze che ha creato il terremoto nelle nostre terre, ci sono anche quelli degli animali.
Quelli selvatici, abituati comunque a cavarsela da soli, con qualche aggiustamento in più per evitare le buche e le frane, si sono subito riadattati. Parlo di ricci, di volpi, di lupi, di caprioli, di tassi e istrici.
Quelli allevati nelle zone interne, come mucche, pecore, capre e anche cavalli, di cui abbiamo un po’ sentito parlare quando al terremoto si è aggiunta la neve, a gennaio, con una nevicata come non si vedeva da anni! Questi animali nella maggior parte dei casi non avevano più le loro stalle per ripararsi e il freddo ha ghiacciato l’acqua delle fonti, così non potevano anche abbeverarsi. La neve aveva coperto tutti i grandi prati che di solito sono i loro pascoli, ma per fortuna la solidarietà di alcuni allevatori e agricoltori, arrivati con i camion e i trattori a rifornirli di fieno, ha permesso loro di sopravvivere a un momento duro e davvero faticoso.

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Uno degli ospiti del canile di Colla Altino a Camerino

Ora però, l’altra sera, per la prima volta mi è capitato di riflettere sugli animali domestici. Hai anche tu un cane, un gatto, un canarino, un pesce rosso, un coniglietto, una tartaruga nel giardino? Ecco, quando le scosse di terremoto hanno fatto cadere le case e reso inagibili molti edifici e interi paesi e frazioni, le persone sono uscite di corsa dalle proprie abitazioni – una delle scosse più forti è stata di notte e ci ha colto nel mentre stavamo dormendo alla grande! In quei momenti di agitazione non sempre c’è stato il tempo di prendere con sé il proprio gatto e qualche cane, approfittando di una finestra aperta, è saltato fuori e poi, tra le macerie, non ha più ritrovato la sua dimora e i propri padroni. Qualche animale domestico è restato chiuso in casa, perché i proprietari erano feriti dai crolli e perciò ricoverati in ospedale o trasferiti al riparo in luoghi lontani.

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La presentazione del libro “Vicini alla terra” nella libreria “Libriammare”

Questi animali, proprio perché abituati a vivere con le persone, spesso dal momento della loro stessa nascita, fanno un po’ parte della famiglia – vero? – e qualcuno dice che sono più umani degli stessi esseri umani. Ci regalano coccole e momenti morbidi e pelosi, che tanto ci fanno stare bene! Se hai in casa un animale domestico sai anche però che la sua vita dipende molto dalle attenzioni dei padroni. Non succede che tua mamma ti dica: “Hai dato da mangiare al gatto? Lo sai che questo è compito tuo!” o che tuo padre ti ricordi: “Credo sia ora di portare il cane a fare il suo giro, vai tu, vero?”.

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A questi animali non avevo mai pensato, fino all’altra sera. Non avevo pensato a tutti gli animali domestici che abitavano con i loro proprietari e vivevano felicemente fino a che le scosse dello scorso agosto e quelle successive hanno interrotto la quotidiana normalità delle loro vite così come quella di tante e tante persone. E l’altra sera me ne sono resa conto perché delle mie amiche, che fanno parte di un’Associazione dal nome buffo “L’arca senza Noè”, hanno organizzato la presentazione di un libro a Civitanova, nella libreria “Libriammare”, da poco aperta (a proposito, fattici portare, ho visto scaffali pieni di libri per le bambine e per i bambini che ti piacerebbero un sacco!).

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Il libro si intitola “Vicini alla terra” ed è stato scritto da una signora che per lavoro scrive proprio libri e per questo è una scrittrice. La signora scrittrice si chiama Silvia Ballestra, è nata nelle Marche anche se ora vive a Milano, e il suo libro c’entra con gli animali domestici e il terremoto, come puoi capire se leggi anche il sottotitolo: “Storie di animali e di uomini che non li dimenticano quando tutto trema”. Silvia Ballestra è molto legata alla sua terra di origine e con il suo libro racconta le storie delle persone e dei territori attraverso le vicende degli animali domestici, quelli salvati e quelli che erano dispersi, quelli scappati e ritrovati, quelli feriti e ricoverati, quelli che ora non hanno più un padrone. Il libro narra poi di persone, uomini e donne che, volontariamente, in tutti questi mesi, sono andati avanti e indietro a portare cibo e assistenza anche a tutto questo insieme di esseri viventi.

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Eravamo in molti ad ascoltare, chi perché ama i libri, chi perché ama gli animali, chi perché si interessa alle cose legate al terremoto, chi perché portato da un amico o da un’amica. Ci è stato detto che adesso la situazione si è abbastanza normalizzata, ma molti di questi animali domestici sono ancora senza un padrone. Ieri alcune tra le persone che erano a Civitanova, insieme ad altre, sono andate al canile di Camerino, dove tanti di questi animali sono a tutt’oggi ospitati. Gli addetti che gestiscono il canile e i volontari che danno una mano ci hanno detto che ci sarebbe bisogno di aiuto, perché gli animali vanno accuditi sì, ma soprattutto curati, perché non basta dare loro l’acqua e le crocchette! Hanno bisogno di camminare e saltare, di ricevere e dare coccole. Il canile è in un bel posto ed è un ambiente adatto a passare una giornata diversa, facendo qualcosa di buono e di utile, per gli altri e soprattutto per sé, perché l’interazione con gli animali fa stare bene loro e anche le persone.
Ti suggerisco di informarti e di proporre alla tua famiglia e alle famiglie dei tuoi amici di fare un salto, ora che è caldo e in molti si è in vacanza. E chissà che uno di quei cagnolini non voglia adottare proprio te?

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La visita delll’associazione Arca senza Noè a Colle Altino

Il rifugio del cane Collealtino è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 13, il martedì e il giovedì anche di pomeriggio. La domenica mattina ci sono sempre i volontari che portano a spasso i cani, mentre il sabato pomeriggio si può visitare il centro di prima accoglienza di Castelraimondo.

*Paola Nicolini, Docente di Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione Unimc

 

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