Discendenti di due famiglie di Macerata, si innamorano e si sposano in Argentina dove hanno passato il resto della loro vita senza dimenticare mai le loro origini.
E’ la storia di Alberto Bruzzesi e Viviana Giomi,nei giorni scorsi in visita ai loro parenti a Macerata con la figlia Carola, simbolo dei tanti maceratesi emigrati in Argentina nei secoli scorsi ma rimasti sempre profondamente legati alle loro famiglie e ai luoghi di origine. «Per noi, le radici sono importantissime – spiega Viviana – per questo torniamo spesso a Macerata dove ci sentiamo a casa».
Una delle passioni più grandi di Alberto e Viviana è il viaggio. Amano conoscere le tradizioni e le caratteristiche di popoli diversi. Specialmente, adorano l’Italia, il paese da cui hanno origine. La loro meta preferita è Macerata perché le famiglie di entrambi provengono da lì. «Io e mia moglie Viviana siamo venuti a Macerata ben undici volte»riferisce Alberto.
La loro storia è fuori dall’ordinario: «Mio nonno era originario delle Marche – racconta Viviana – suo padre non l’ha riconosciuto perché, a differenza degli altri tre figli, che erano tutti mori con gli occhi scuri, era biondo con gli occhi celesti. Fu così portato a Lecce per essere adottato. La madre, però, venne a sapere che vi era una famiglia a Villa Potenza che non aveva figli e convinse i coniugi ad adottarlo. Il nonno si sposò e prima di partire per la guerra ebbe due figli. Dopo il ritorno, ebbe un terzo figlio e si trasferì con tutta la famiglia in Argentina.»
Diverse le origini di Alberto: «Noi ci siamo conosciuti in Argentina, in un quartiere dove abitavano i nostri nonni. Il mio bisnonno Pacifico Bruzzesi era italiano. I suoi figli sono Cosimo, da cui parte il ramo italiano della famiglia, e Pietro, Giuseppe ed Enriqueta, che, invece, sono emigrati in Argentina. Mio nonno è Giuseppe, il primo dei fratelli che andò in Argentina. Qui, egli si sposò con una donna di Urbisaglia ed ebbe sei figli, fra cui io, e una figlia. Lo seguirono in Argentina, prima Pietro ed infine Enriqueta, che viaggiò da sola all’età di 18 anni. In seguito, anche Cosimo emigrò, lasciando in Italia il figlio Costantino, padre di Enzo Bruzzesi. Enzo è morto il 1 maggio di quest’anno ed era, fino a poco tempo fa, il mio parente più stretto in Italia. Era, infatti, mio cugino.»
Alberto e Viviana erano vicini di casa e il destino li ha portati ad incontrarsi, innamorarsi e sposarsi a migliaia di chilometri da Macerata dove i loro nonni abitavano a poco più di 20 chilometri di distanza. La loro famiglia cominciò solo una ventina di anni fa a compiere viaggi in Italia per riscoprire le proprie origini e conoscere i parenti italiani: «La nostra famiglia rimase a lungo in contatto con l’Italia – ricorda Alberto – grazie alle lettere, che, però, potevano arrivare anche dopo molti mesi. Il primo a viaggiare in Italia per conoscere i parenti fu uno dei miei fratelli minori. In seguito, mio padre conobbe alcuni dei parenti maceratesi. E, infine, io e mia moglie decidemmo di raggiungere l’Italia. Risale al 2001 il nostro primo viaggio. In quel periodo, Serena, la seconda nipote di Enzo, aveva solamente un anno. Siamo, quindi, tornati altre 10 volte. Per esempio, l’anno scorso abbiamo assistito alla festa per i 50 anni di matrimonio di Enzo e sua moglie Adriana Pesci».
L’Italia e la provincia di Macerata sono tornate spesso nella loro vita. «In casa, ho una foto del 1911 – racconta Alberto – in cui viene rappresentata la casa italiana da cui proviene la nostra famiglia. Rappresentato, vi è anche lo zio di mio nonno. Alcuni anni fa, ho rifatto la foto con mia moglie.»
E la figlia della coppia, Carola che ha studiato pubblicità e fotografia e vive a Berlino, ha fatto la pubblicità per il Parmigiano.
«Le riprese sono state fatte in Colombia – racconta Viviana – dove ha recitato la parte di un’italiana. Hanno scelto lei perché era l’unica dei concorrenti che non gridava mentre parlava. In Argentina e in molti altri paesi, infatti, vi è la convinzione che gli italiani gridino sempre».
La loro, in conclusione, si può definire una chiara rappresentazione di una famiglia che, nonostante la lontananza, si sente più vicina che mai. «Tutta la nostra famiglia crede nella grande importanza delle radici – conclude Viviana – io sono sempre stata legata affettivamente all’Italia e ho deciso di studiare l’italiano per non perdere il mio legame».
Articolo realizzato da Serena Bruzzesi nell’ambito dell’Alternanza scuola lavoro