venerdì, Maggio 17, 2024

La mappa delle aziende bio
per salvare falene, lucciole e rondini

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Il professor Andrea Catorci, il dirigente scolastico Giorgio Gentili, l’agronomo Demetrio Pancotto e il dottor Mauro Tiberi dell’Assamdi Monia Orazi

Gli alunni della scuola media di Valfornace hanno realizzato, in collaborazione con i loro insegnanti un progetto per recensire e mappare le aziende che nell’alta valle del Chienti coltivano secondo il metodo biologico. I risultati di un anno di intenso lavoro sono stati presentati nel corso del convegno “Biologico per il territorio”, che si è svolto nella tensostruttura di Muccia. L’obiettivo è stato quello di dare vita ad un progetto di valorizzazione delle eccellenze del territorio, per studiarle da vicino e poi inserirle il prossimo anno in un opuscolo per poter far conoscere a residenti, visitatori e turisti i frutti dell’agricoltura biologica, che nascono tra le colline delle Marche. Il dirigente scolastico del comprensivo Paoletti di Pieve Torina Giorgio Gentili ha sottolineato quanto con progetti come questo la scuola si integri con il territorio, per rendere consapevoli i ragazzi delle peculiarità della loro terra. Il professor Andrea Catorci di Unicam ha spiegato quanto l’ambiente e l’agricoltura siano motori da cui ripartire, specie dopo il terremoto. Il professore ha detto che dato che la parte monumentale dei comuni devastati dal terremoto non sarà fruibile per lungo tempo, l’ambiente può essere ancora di più un potente attrattore turistico.

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Gli studi sul turismo naturalistico dimostrano che è in forte crescita, si basa sulla possibilità di fruire un ambiente sano e di produrre ed acquistare prodotti agricoli. Lo sviluppo turistico secondo Catorci può essere rilanciato anche dalla valorizzazione dei prodotti agricoli del territorio, grazie ad una filiera biologica di qualità. Per il docente dell’ateneo camerte sono le iniziative dal basso quelle capaci di coinvolgere e stimolare anche le istituzioni pubbliche. Catorci ha illustrato anche il progetto della Riserva di Torricchio da lui diretta, in collaborazione con aziende agricole biologiche locali. L’agronomo Demetrio Pancotto ha illustrato lo sviluppo sostenibile che nasce da un’agricoltura che rispetta l’ambiente, rilevando come sino agli anni Cinquanta l’agricoltura sia stata sempre sostenibile.

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Giorgio Gentili e Demetrio Pancotto

L’era moderna con la massima semplificazione e l’incremento della produzione, oltre a far sparire il reticolo di fossi ed alberi, tipico del paesaggio agricolo tradizionale, ha favorito l’utilizzo di sostanze chimiche, che a volte possono produrre inquinamento e problemi, come il glifosato ed i nitrati. Gli effetti possono essere ad esempio la scomparsa delle falene, delle lucciole e delle rondini, che sono indicatori biologici della salubrità dell’ambiente ed eventuale moria delle api. Per Pancotto in Europa, l’unica politica di vera integrazione è quella agricola. Nelle produzione biologiche non si usano prodotti chimici di sintesi, sono ammessi soltanto 47 additivi alimentari, in luogo dei 360 del sistema convenzionale. Un altro presupposto è il benessere degli animali negli allevamenti agricoli. In Italia il biologico riguarda 2453 aziende per circa 60 mila ettari. E’ intervenuto anche il dottor Mauro Tiberi dell’Assam. Sono stati gli stessi alunni ad illustrare le schede da loro realizzate, su aziende e produzioni agricole biologiche, che il prossimo anno diventeranno un opuscolo.

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