“Caro Stato, ti sei dimenticato di me:
ho due anni e vivo in un container”

“Caro Stato, ti sei dimenticato di me:
ho due anni e vivo in un container”

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LA LETTERA – La postina di Muccia, Simona Orfini, ha scritto un messaggio alle istituzioni a nome di Mattia, il più piccolo della comunità terremotata: “Se mi togli la possibilità di avere un futuro io con te poi faccio i capricci e non ci gioco più”. Il post su facebook è diventato virale

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“Caro Stato, se mi togli la possibilità di avere un futuro io con te non gioco più”. È una letterina immaginaria quella che ha scritto alle istituzioni la postina di Muccia, Simona Orfini, per dare voce a un piccolo cittadino che però esiste veramente. Il piccolo Mattia, due anni compiuti da poco, e che già da sette mesi vive in un container con la sua famiglia. È il più piccolino della comunità terremotata di Muccia. Orfini ha raccontato con un post su Facebook, diventato caso nazionale, la realtà vissuta da tanti terremotati della provincia che aspettano risposte concrete dal terremoto di ottobre. Lo ha fatto con le parole semplici di un bambino e con una foto dove si vede Mattia, sguardo all’obbiettivo, seduto di fronte a due piatti di plastica con pasta e verdure su un vassoio blu: il pranzo servito ai terremotati dai carabinieri del battaglione Puglia.

Il testo della lettera:

Caro Stato,mi chiamo Mattia.
Da pochi giorni ho compiuto i miei primi due anni di vita.
Sette mesi di questa li ho già passati insieme alla mia mamma e al mio papà in un container.
Sono il più piccolino della comunità terremotata qui a Muccia.
Ho imparato a mangiare da solo.
Faccio la fila come i grandi con il mio vassoietto blu alla nostra mensa.
Qui abbiamo avuto la fortuna di avere in aiuto i carabinieri del battaglione Puglia che cucinano per tutti noi.(e che mi viziano).
Loro si che mi stanno vicino…non come te, che ti sei dimenticato.
La mia mamma dice che le promesse poi vanno sempre mantenute.
Io rappresento il tuo futuro,
Insieme a tanti altri bimbi del centro Italia che dal 24 agosto in poi hanno perso tutto.
Io però ho fiducia nella mia famiglia, nel mio paese.
Aiutami a crescere credendo ancora in te.
Perché se mi togli la possibilità di avere un futuro caro Stato…io con te poi faccio i capricci e non ci gioco più.
Mattia.

(Fe. Nar.)

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2 commenti

  1. Loriana Pieroni il

    Comprendo pienamente la tragedia del terremoto e LA RABBIA ,per le promesse non mantenute dai tanti politici che hanno visitato quelle zone :immortalati dagli zoom dei fotografi con gli elmetti!!!
    Ma non condivido strumentalizzare un bambino!!..Si ,un cucciolo di appena due anni che ci guarda con due occhioni “intimoriti”,tristi e quasi piangenti!!!
    Si inviti Mattia e tanti altri bambini,che hanno vissuto “L’ECATOMBE” del terremoto e post terremoto alla due giorni dedicata ai giochi ,che si terrà a Macerata nel fine settimana.
    NOI ADULTI DOBBIAMO SOLO FARLI SORRIDERE E DARE LORO SICUREZZA…COME FACEVANO I GENITORI DI UNA VOLTA CHE…,SOLO PORTANDOCI PER MANO CI TOGLIEVANO OGNI TIPO DI PAURA.

    Una maestra di scuola primaria

  2. Paolo Stefoni il

    Ogni giorno di più lo sconcerto per la realtà assurda e vergognosa che si palesa agli occhi di tutti aumenta ed è a livello di voltastomaco per l’inadempienza dello stato verso i suoi doveri nei confronti di suoi cittadini coinvolti nella tragedia del terremito cittafini peraltro che sono stati chiamati come tutti noi a pagare di tasca propria attraverso una montagna di tasse e gabellle varie l’appartenenza a questa nazione con la promessa di avere in cambio servizi atti permettere una vita rispettosa della dignità e della libertà di ognuno di esistere inseguendo le sue aspirazioni, la garanzia di essere protetto dalla violenza altrui,di essere soccorso e aiutato nel momento del bisogno.
    Tutte cose che allo stato dei fatti vista la loro negazione de facto provocano sdegno e amarezza soprattutto a fronte del continuo chiacchiericcio inconcludente di coloro che dovrebbero essere quelli che i problemi li risolvono e che invece hanno dimostrato e continuano a dimostrare la loro incapacità e il loro sostanziale menefreghismo per questi cittadini.

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