di Paola Nicolini*
Domani è un giorno di festa. Credo che tu lo sappia, perché anche se è lunedì, le scuole sono chiuse. E sai perché è festa? Sai cosa si celebra il 1° maggio? E sai come nasce questa data e da cosa ha avuto origine? Immagino di no. E dal momento che ritengo sia importante che tu possa conoscere meglio il significato di questa giornata, voglio soffermarmi a dartene un’idea.
L’essere umano è naturalmente laborioso
Da quando l’essere umano è apparso nella storia della terra, ha iniziato a procurarsi il cibo per la sua sopravvivenza dandosi di fare. Dapprima con lotte corpo a corpo con gli animali che avrebbe poi mangiato o salendo sugli alberi per raccogliere frutta o andando alla ricerca di bacche, foglie, piante commestibili. Mano a mano che l’essere umano si adattava all’ambiente e alla nuova condizione di essere vivente che poteva camminare su due “zampe”, le mani che servivano per tenersi in equilibrio e spostarsi divennero “libere” da questi modi di essere usate e diventarono flessibili e potenti strumenti, utili a realizzare attrezzi e utensili. Poco più di 2 milioni di anni fa, in tal modo, l’essere umano ha potuto dotarsi di pietre taglienti così come di frecce che facilitarono il compito nell’andare a caccia. Risale a circa 500.000 anni fa la scoperta del fuoco per riscaldarsi e a 80.000 l’uso del fuoco per cuocere il cibo. Da lì la realizzazione di altri arnesi che facilitassero la vita quotidiana, come ad esempio ciotole e pentole ricavate dalle pietre o dal ferro fuso.
Risalgono a circa 12.000 anni fa i primi reperti archeologici che testimoniano la presenza di capre vicino agli insediamenti umani, che forse venivano allevate per via della produzione di latte. A quell’epoca l’essere umano era ancora nomade. Dobbiamo aspettare ancora 4000 anni perché diventi stanziale e inizi a coltivare la terra e a produrre ogni sorta di frutta e di verdura, compresi il riso, i cereali e i legumi. Da qui in poi l’essere umano costruirà capanne e case, inizierà a lavorare la produzione della terra attraverso la macinazione, a realizzare ciotole e vasi in ceramica, a filare e a tessere. 4000 anni fa le donne e gli uomini che abitavano la terra scoprirono l’uso dei metalli, che avevano la dote di essere deformabili col calore, al contrario delle pietre. 3600 anni fa furono creati i primi utensili da cucina in bronzo, come coltelli e cucchiai. E via via così, fino a giorni nostri.
Tutto questo è per comprendere che l’essere umano è per sua natura “laborioso”, si dà da fare per rendere il suo vivere migliore, per modificare l’ambiente in modo da renderlo più consono e rispondente alle sue esigenze. Anche il procurarsi cibo è sempre avvenuto attraverso una qualche attività, come vedi, un darsi da fare, un mettersi alla ricerca e un trovare soluzioni adeguate allo scopo, un produrre oggetti e mettere in atto processi. Insomma, un bel po’ di lavorio.
Perciò si può dire che il lavoro nasce spontaneamente nell’essere umano, che vi trova soddisfazione in quanto vi realizza le sue idee e si sostenta attraverso di esso, al tempo stesso.
Il lavoro e la Costituzione Italiana
Pensa, il lavoro è così importante, che il primo articolo della Costituzione Italiana dice che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”!
Nella società attuale, le persone lavorano per guadagnare il denaro utile a vivere, procurandosi il cibo, la casa, gli strumenti, alcune comodità, nonché ad allevare e dare una educazione ai figli. Nella maggior parte dei casi le persone possono lavorare anche con la soddisfazione di vedere realizzate le loro idee, i loro progetti, così come il sapere che hanno nelle proprie mani.
Non sempre è così, purtroppo, e come penso tu sappia, oggi come oggi c’è una crisi economica che ha fatto perdere il lavoro a molte persone, e questo è davvero sconvolgente e triste, se pensiamo al fatto che l’essere umano è laborioso, come abbiamo detto poco fa.
La rivoluzione industriale e il lavoro operaio
Venendo alle origini della Festa dei lavoratori, esse si collocano alla fine del 1800. Infatti, all’inizio, il sistema economico era prevalentemente basato sull’agricoltura e sull’artigianato, cioè sulla produzione diretta di quel che all’essere umano serviva per vivere e sullo scambio dei prodotti tra persone. Una contadina aveva il grano e lo scambiava con un allevatore, che le dava ad esempio il latte delle sue capre. Un artigiano lavorava la creta per fare le ciotole e andava da un contadino a prendere frutta e verdura in cambio. Il lavoro era basato sulle capacità delle singole persone e non era pagato, ma vigeva il “baratto”.
È verso la fine dell’800 e i primi del ‘900 che i nuovi ritrovati della scienza e della tecnica permettono una lavorazione più in grande: le macchine, dotate di motori, si sostituiscono gradualmente ma incessantemente al lavoro manuale, in parte sollevando le persone da grandi fatiche fisiche. Immagina infatti contadini e contadine che dovevano zappare la terra, seminare, raccogliere frutta e verdura, mietere il grano e così via con le loro stesse mani, mentre già dal secolo scorso si può fare tutto questo con i trattori e varie altre macchine agricole.
Inizia così la cosiddetta “rivoluzione industriale”. Si usa il termine rivoluzione per indicare che fu qualcosa di forte e determinante, che cambiò radicalmente il modo di vivere e di lavorare delle persone.
Infatti via via che venivano ideate nuove macchine, ci volevano industrie che le realizzassero e combustibili che alimentassero le macchine, e macchine per estrarre i combustibili e industrie che creassero macchine per estrarre i combustibili… In un baleno gli esseri umani iniziarono a lavorare dentro dei capannoni, le cosiddette fabbriche, e a venire pagati per il loro lavoro. All’inizio non c’erano leggi che regolavano il funzionamento del lavoro industriale e in molti casi i lavoratori passavano giornate intere nelle fabbriche e al lavoro per procurarsi il denaro per vivere.
Come puoi capire, una grande trasformazione rispetto al lavorio delle origini!
Le origini della festa dei lavoratori e i fatti di Chicago
Insomma, considerati i lunghi tempi lavorativi all’interno delle fabbriche, alcuni operai alla fine dell’800, negli Stati Uniti diedero luogo al primo sciopero generale operaio, rivendicando una giornata lavorativa di 8 ore e il miglioramento delle condizioni di lavoro, in generale. A Chicago lo sciopero assunse dimensioni particolarmente grandi e ci fu una serie di scontri tra polizia e manifestanti. Il 4 maggio, durante un comizio in piazza Haymarket, improvvisamente, esplose una bomba. Non si sa bene, ancor oggi, di chi fosse la responsabilità di quel grave gesto, ma per i poliziotti locali fu abbastanza per aprire il fuoco contro gli scioperanti. Iniziò così una serie di scontri in tutto il paese, vennero arrestati centinaia di operai e in particolare otto di loro, ritenuti i coordinatori dello sciopero di Chicago, vennero processati e condannati, sebbene non ci fossero reali prove della loro colpevolezza e solo due di essi fossero presenti in piazza Haymarket al momento dell’esplosione della bomba.
Molte furono le proteste da parte delle varie organizzazioni operaie negli Stati Uniti e in Europa, sostenute da gran parte delle persone più attente al mondo del lavoro e al trattamento degli operai nelle fabbriche. I terribili avvenimenti di quelle giornate sono tutt’oggi ricordati come “l’affare Haymarket”, per dire che si era compiuta una grande ingiustizia. Tutti gli imputati sono passati alla storia come “i martiri di Chicago” o “i martiri di Haymarket”.
Gli avvenimenti verificatisi a Chicago nel mese di maggio del 1886 ebbero ripercussioni enormi in tutto il mondo tanto che, tre anni dopo, all’interno di un movimento internazionale che riuniva gli operai di molte parti del mondo, venne adottata una decisione storica: “Si indice una grande manifestazione internazionale, da tenersi a una data stabilita oggi, una volta per sempre, perché simultaneamente, in tutti i paesi e in tutte le città, in questo giorno stabilito i lavoratori presentino alle autorità le loro rivendicazioni”, come ad esempio la limitazione, per legge, della giornata lavorativa a otto ore.
Il 1° maggio
In memoria degli scontri di Chicago, quella data è stata stabilita nel 1° maggio e così, in quasi tutte le nazioni del mondo, il 1° maggio si festeggiano il lavoro e i lavoratori. Si ricorda in questa giornata il valore del lavoro, la necessità che si rispettino le regole e i diritti, si commemorano le persone che sono morte sui luoghi di lavoro e si riflette sulla necessità di predisporli in modo tale che risultino sempre più sicuri.
Spero che ora avrai compreso meglio quanto il lavoro sia importante per l’essere umano e che farai attenzione, nella tua vita da grande, a trovare il lavoro che più riesca a essere vicino al tuo modo di essere, di pensare, di dare valore alle cose e alle persone, preparandoti accuratamente e orientandoti tra molte possibili scelte.
Perché, come dice il poeta Kahlil Gibran
Quando lavorate siete un flauto
che nel suo cuore volge in musica
il mormorio delle ore.
E, sempre con le sue parole,
Se non potete lavorare con amore,
allora è meglio lasciare il lavoro, sedere alla porta del tempio
e accettare elemosine da chi lavora con gioia.
Approfitta di questa giornata di festa per parlare un po’ con i tuoi genitori. Potresti chiedere loro: che lavoro fanno? di cosa si occupano? chi sono le persone con le quali collaborano? a loro piace il lavoro che fanno? come sono arrivati a sceglierlo? Ti aiuterà a capirli meglio e a capire cosa vorrai fare tu da grande. Perciò, viva la festa dei lavoratori e buon 1° maggio a te e ai tuoi familiari!
*Docente di Psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione, Università di Macerata