A scuola di legalità,
400 alunni incontrano Pino Masciari

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400 alunni incontrano Pino Masciari

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MACERATA – L’imprenditore edile e testimone di giustizia calabrese ha parlato agli studenti dell’Itc Gentili per raccontare la propria storia e costruire insieme un futuro di speranza e rispetto delle leggi

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L’incontro di Pino Masciari con gli studenti dell’Itc Gentili di Macerata

Gli studenti e le studentesse di Macerata incontrano Pino Masciari. Oltre 400 alunni dell’istituto tecnico commerciale Gentili hanno ascoltato le parole dell’imprenditore edile calabrese e testimone di giustizia a causa delle vessazioni subite dalla criminalità organizzata. Masciari possedeva un’azienda con un fatturato sempre in crescita e con oltre cento dipendenti fino a quando non arrivò la richiesta esplicita di denaro: il 3% ai mafiosi e il 6% ai politici. Il suo netto rifiuto ha avuto come conseguenza molte intimidazioni, minacce, sabotaggi in cantiere e lungaggini amministrative nel settore edilizio pubblico dove operava. Un vero e proprio racket estorsivo organizzato che lui ha denunciato arrivando, nel 1994, a chiudere tutti i suoi cantieri perché a queste condizioni, non si sentiva libero di vivere e di lavorare.

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La sala gremita di studenti

Ancora una volta a Macerata, come si trova in questa città?

Mi fa sempre piacere venire qui. Sia perché i giovani mi accolgono con grande entusiasmo, sia perché ho modo di incontrare anche il mio amico fraterno Mario Pianesi. Questa volta, a differenza della mia precedente visita (leggi l’articolo), sono riuscito a contattarlo per tempo e riabbracciarlo.

Ha incontrato anche oltre 400 studenti dell’Istituto Gentili, quali tematiche ha proposto ai giovani?

Da diversi anni giro l’Italia per portare la mia testimonianza di vita. Un’esperienza difficile, condivisa con la mia famiglia, di coraggio e resistenza civile. Agli studenti ho quindi cercato di descrivere lo scenario di corruzione ed omertà che c’è in questo Paese stimolandoli a ribellarsi ad un destino che, soprattutto dove non ci sono né un tessuto sociale né lavoro, sembra ineluttabilmente proiettato verso la delinquenza. Ho cercato di comunicare loro che malgrado tutti i momenti difficili che posso aver vissuto e, malgrado tutta la corruzione e l’ignoranza dilaganti, io continuo a credere fortemente nello Stato e nei suoi valori di giustizia e libertà. Io ho scelto di essere un uomo libero e se ancora vado nelle scuole con tanto vigore e passione, è proprio perché vorrei che anche i nostri ragazzi, le future generazioni, desiderino e lottino sempre per essere anche loro degli uomini liberi.

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Un momento dell’incontro

Come si può educare i giovani alla legalità?

La legalità è una questione culturale, è una questione di educazione morale. Ai giovani dobbiamo dare, innanzitutto, il buon esempio. È compito di noi adulti far diventare questo Paese un luogo dove la democrazia significa rispetto degli altri e delle leggi. Perché se chi vive e lotta per l’onestà e denuncia le ingiustizie, viste o subite, viene osteggiato ed esiliato, come è successo a tanti come me, ci sarà sempre più spazio per la corruzione e le logiche mafiose e clientelari. L’educazione alla legalità dipende da noi genitori e dalla scuola. Bisogna insegnare ai nostri figli e ai nostri studenti che fare i furbi e cercare scorciatoie, ci rende tutti più poveri, socialmente ed economicamente. Dobbiamo prendere coscienza di dove vogliamo andare e cosa vogliamo fare. Se continua questo presente il futuro sarà disastroso.

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Masciari con alcuni studenti

Da dove cominciare?

Dal nostro passato. Dal nostro vissuto. Dal raccontare ai giovani le cose fatte male e le cose fatte bene, per dare a loro la possibilità di non ripetere i nostri errori ed imparare così a difendere, con forza, i loro diritti. È necessario, per questo, creare le condizioni sociali e morali affinché la legalità sia percepita come un vantaggio per tutti. In questa direzione, ad esempio, va l’etichetta ideata da Mario Pianesi. Un sistema di tracciabilità e trasparenza da applicare a tutte le merci in commercio, in primis gli alimenti, e che rappresenta certamente uno strumento educativo di grande efficacia. Sia perché educa il produttore a dichiararsi per quello che è e a dichiarare come, dove e quando produce ciò che vende e sia perché dà modo al consumatore di poter sapere, nel bene o nel male, le conseguenze della sua scelta. Per questo mi fa molto piacere sapere che l’Etichetta Trasparente Pianesiana sta trovando molti consensi sia da parte delle forze dell’ordine che da parte di molti consumatori fra i quali, anche diversi politici. Una generazione di giovani che può crescere in una società dove la “trasparenza” e la “tracciabilità” sono valori condivisi e normati dalla legge, porterà, indubbiamente, ad una moralizzazione di tutto il Paese e, di conseguenza, ad un miglioramento delle condizioni sociali ed economiche di tutta la popolazione. Ci vorrà tempo, ma, come detto, se le cose non cambiano il futuro sarà disastroso. Dobbiamo educare i nostri figli a diventare i futuri “ambasciatori” dell’onesta e della legalità.

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