di Paola Nicolini
Ci sono diverse situazioni che mi spingono a scrivere quel che sto per scrivere. Quel che sto per scrivere non è facile da dire, ma lo ritengo così importante da condividere proprio con i più piccoli come te, che voglio impegnarmi a farlo. Dicevo che ci sono diverse situazioni da cui nasce la mia riflessione: accendo la televisione e sento due individui che parlano senza ascoltarsi, che non si danno il turno e dicono cose contemporaneamente, tanto che non si capisce granché;
sono a cena con amici, si parla di scuola, e i genitori dicono che gli insegnanti non sono capaci di insegnare mentre gli insegnanti presenti dicono che sono i genitori che non sanno più educare i propri figli;
ascolto due signori seduti al tavolo del bar e uno dice che nel suo quartiere ci sono troppe buche e non si può persino camminare senza timore di farsi male, mentre l’altro sostiene che – figurati, da voi le buche neanche si vedono, le vere voragini sono da noi -; mentre sto comprando il pane in un negozio, dietro di me, due signore che abitano vicine di casa stanno parlando animatamente e una dice – Certo che suo figlio, corre di qua e di là nell’appartamento, fa un rumore! Non si può stare mai in pace – e l’altra che risponde – Mio figlio ha diritto a muoversi, sta già seduto tanto tempo a scuola! Si metta i tappi nelle orecchie se le dà fastidio!-. Potrei continuare. Forse anche tu hai presenti situazioni simili, in cui mentre sei con un’altra bambina capita di contendersi lo stesso gioco e non si sa più come venirne a capo, mentre stai cercando di parlare a scuola il tuo compagno ti interrompe e tu non riesci più a dire la tua, mentre la mamma tenta di convincerti a mangiare una pietanza la nonna ne ha già preparata un’altra.
Sai cosa hanno in comune queste situazioni? Secondo me due cose, che sono legate una all’altra.
La prima cosa è che le ragioni di una persona sono più importanti e assolute delle ragioni degli altri. Che esiste quindi, in modo sottinteso, un unico modo di ragionare – di solito il nostro – e non si possano vedere le cose adottando altri punti di vista.
È un po’ come se tu pensassi , affacciandoti alla finestra, che l’unico mondo che esiste è quello che stai vedendo tu, eliminando l’idea che basta affacciarsi da un’altra finestra, persino nella tua stessa casa, per vedere un’altra parte del mondo. Che infatti esiste, è un dato di fatto anche se non lo vediamo in quel momento e magari è composto in modo molto diverso – da una finestra si vede il mare, dall’altra le nostre montagne – ma non per questo è utile o pensabile eliminare.
La seconda cosa è che la presenza degli altri a volte è fastidiosa perché ci obbliga a tener conto dei pezzi di mondo che si vedono dalle finestre delle loro case. Siccome siamo abituati a pensare che l’unico pezzo di mondo sia quello che si vede dalla nostra finestra, non ci piace fare lo sforzo di spostarci, di andare a vedere, di affacciarci sul pezzo di mondo che vede l’altro.
Eppure, si capisce, in questo modo ci perdiamo tanti pezzi di mondo che sarebbe persino bello vedere e poi andare a conoscere da vicino!
Allora come si fa, ti chiederai, perché in effetti ti stai convincendo che vale la pena andare a vedere un po’ di mondo dalla finestra dell’altro?
Bisogna allenarsi, ti suggerisco. Prendiamo ad esempio le due signore che brontolano per il bimbo che corre qua e là nell’appartamento, dato che potresti essere proprio tu. Allora, dicevo, sai già quel che pensa il bimbo: “Che bello correre, finalmente mi posso muovere un po’, ne avevo proprio voglia”. Questo è il pezzo di mondo che vedi affacciandoti dalla tua finestra, capisci cosa intendo dire? E adesso andiamo alla finestra della vicina di casa e osserviamo cosa succede. Forse pensa: “Stanotte ho dormito poco per via del mal di denti, ho la guancia come un pallone, ogni rumore che arriva mi sembra come una botta in testa!”. Puoi provare ad affacciarti alla finestra che vede tua mamma: “Povero piccolo, è stato seduto tutta la mattinata, almeno che possa muoversi un po’ quando è a casa!”. Ma puoi anche giocare a vedere il mondo dal punto di vista delle tue scarpe, del pavimento o del muro di casa tua, così, tanto per esercitarti in modo buffo e divertente.
Non so se poi troverete una soluzione che farà stare bene entrambi, intendo tu che corri e ne hai diritto e la tua vicina col mal di denti che anche lei ha diritto a stare un po’ in silenzio a casa sua. Per questo ci vogliono altre competenze e magari in un altro momento te ne parlerò.
Per ora mi basta che tu possa provare il desiderio, se non proprio il gusto, di affacciarti alle finestre degli altri per osservare i pezzi di mondo che vedono e che tu non puoi vedere, se non ti sposti almeno ogni tanto dalla loro parte.