domenica, Novembre 17, 2024

“La mia casa è l’Hotel House”:
storie dei bambini del palazzone

PICCOLI REPORTER - Alcuni studenti della scuola elementare Enrico Medi che risiedono nel grattacielo di Porto Recanati raccontano come è la vita in questa grande e discussa comunità. Paure, pensieri e speranze per un futuro migliore

hotel-houseLa maestra ci ha raccontato di quando, in classe prima, ci chiedeva di  disegnare la nostra casa. C’era chi la faceva piccola oppure grande, con le  finestre, le terrazze, con il portone ed anche il posto per l’auto. Le case,  anche se diverse, avevano tutte il tetto triangolare, con tegole ad onde di  colore rosso.  Solo alcuni bambini disegnavano un rettangolo alto, simile ad una scatola,  con tanti quadratini in fila, le finestre dei tanti piani. Poteva essere colorato,  ma solo nella fantasia, perché nel foglio prevaleva il colore grigio e marrone.  Quei bambini, oggi più cresciuti, ci raccontano in classe com’è vivere nella  loro grande scatola: l’Hotel House.

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Una finestra rotta all’Hotel House

E.E. 

Non mi trovo male a stare in questo grande palazzo, ma mi mancano tutti i  miei parenti: i nonni, gli zii, i cugini. Loro abitano in Egitto, nella casa  costruita dal mio bisnonno. È bella e pulita, qui, invece, lungo i corridoi c’è  tanta immondizia. Io sto al 9° piano, dove fortunatamente, ci vivono tutte  brave persone e a turno si pulisce negli spazi comuni davanti ai nostri  appartamenti. In altri piani buttano i rifiuti dove capita, c’è chi li lancia persino  dalla finestra. A proposito di finestre, quelle lungo il corridoio sono tutte rotte e si mettono i cartoni per non far passare il freddo.

H.T. 

Mi piace la mia casa, o meglio il mio appartamento, ma non quello che sta  intorno. La situazione è difficile, vedo spesso i carabinieri che vengono per  fare controlli perché ci sono persone che vendono la droga. Bisogna fare  molta attenzione a tutto, i miei genitori me lo ripetono sempre. Capita che  mentre gioco con le mie amiche, passano “tipi” che è meglio evitare, perché ti possono fare del male, il più delle volte appena incontriamo qualcuno che  non conosciamo, scappiamo via.

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Un corridoio senza luce

A.E. 

Una volta c’erano due donne vestite da vigilesse che urlavano bussando alle  porte e dicendo di essere Babbo Natale. Io ho guardato dallo spioncino,  continuavano a suonare tutti i campanelli invitando i piccoli ad aprire, in  cambio avrebbero avuto dei regali. Mi ricordo anche di quell’uomo che  cercava di convincere i bambini ad entrare nel suo appartamento  corrompendoli con le caramelle. Sono tanti gli adulti che ti chiamano, ti  invitano a seguirli. Nei corridoi non c’è la luce, rubano le lampadine, al  tramonto diventa tutto buio ed io ho paura.

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Spazzatura abbandonata

R.A.

Dal mio terrazzo vedo gente che passa su una stradina nascosta da piante e  una macchina ne protegge la visuale dalla strada. So che lì comprano ed  assumono droga, è pieno di siringhe. Sul mio piano c’è una delle  tante “case drogate”, lo chiamo così un appartamento che ospita persone pericolose che vendono sostanze stupefacenti. Spesso vengono i carabinieri  perché ci sono risse dove si accoltellano persino. Gli ascensori non funzionano, quindi per andare a scuola, al doposcuola o  agli allenamenti di pallamano, devo fare a piedi 380 gradini per scendere ed  altrettanti per risalire. Solo un ascensore funziona, ma viene bloccato dalla  portineria perché la maggior parte degli abitanti di questi appartamenti non  paga le spese.

Il terremoto che danni a provocato all’HH? 

A causa del terremoto, tantissime persone per la paura se ne sono andate a  vivere altrove. La struttura si è rovinata ancora di più: l’intonaco si è staccato  in più punti, le crepe sono aumentate, un ascensore si è separato dalle  palazzine e si è formato anche un buco sul muro. Il 16° piano si è  completamente rovinato.

Chi controlla l’entrata? 

Attualmente ci sono tre portieri, uno di questi si chiama Imam, è il più bravo.  Proviene dall’Algeria, tiene pulito ed ha a cuore l’incolumità dei condomini.  Interviene proteggendo i bambini e parlando con chi sta facendo cose  sbagliate. Un giorno, mentre due bambine giocavano, un adulto fuori  controllo ha cominciato a minacciarle con un coltello. Imam è intervenuto per  calmarlo, rischiando la propria vita.

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Apertura nel muro vicino all’ascensore

Grazie alla testimonianza di questi ragazzi, siamo venuti a conoscenza delle  condizioni dell’Hotel House e di chi ci vive dentro. I fatti che accadono ci  spaventano. 

Cosa sperare???

Naturalmente che le cose cambino:

Che la gente che fa cose illegali sia cacciata…

Che i vetri siano rimessi alle finestre…

Che ci sia luce nei corridoi…

Che le pareti siano sistemate e tinteggiate…

Che l’immondizia sia buttata…

Che tutti paghino il giusto…

Che siano aggiustati gli ascensori…

Che non ci sia più paura di vivere lì… all’Hotel House!

Quando avverrà questo?

Come dice sempre Imam:  “Quando la Luna sta nel giorno e il Sole sta nella notte”.

*** Questo articolo è stato realizzato dagli studenti della classe 5D della scuola Enrico Medi di Porto Recanati con il coordinamento dell’insegnante Simonetta Costantini

LE FOTO DEL CORSO DI GIORNALISMO DI CM JUNIOR NELLA CLASSE 5D

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