Una giornata di festa per il ritorno tra i banchi dopo i disastri del terremoto. Il 24 novembre è stato un giorno molto importante per la città di Camerino, quando finalmente tutti i suoi alunni sono ritornati tra i banchi di scuola. All’Ipsia “Gilberto Ercoli” nessuno è mancato all’appello: nonostante lo sforzo fisico e psicologico gli studenti hanno voluto riabbracciare i compagni, i professori e l’edificio scolastico che li ha visti protagonisti in tante occasioni. Chi conosce questo Istituto sa che si tratta di una grande famiglia e come tutte le vere famiglie, nei momenti di difficoltà ci si stringe e ci si fa coraggio. Non c’è stato giorno in cui il direttore Claudio Falistocco non abbia tenuto contatti con ogni ragazzo, cercando di supportarli e aiutarli, anche con una semplice parola, per poi avvisare tutti i docenti, ansiosi di avere loro notizie. Il terremoto ha messo alla prova la stabilità di chiunque, ma la volontà di tornare in questa terra che in un attimo si è portata via tutto è stata più forte, e allora merito al coraggio di questi ragazzi. Il giorno della riapertura ad attenderli c’erano tutti i docenti, anche quelli non in servizio.
Insieme al direttore c’era il vice-preside Matteo Calafiore e il dirigente scolastico, Francesco Mezzanotte, un punto di riferimento costante per tutta questa comunità scolastica. «Ricominciamo – ha detto Mezzanotte – ricominciamo insieme, per sentirci meno soli, per affrontare la paura, perché condividere significa donare un po’ di sé stessi agli altri, soprattutto in momenti così problematici». Citando lo scrittore latino Seneca, “Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza” si può riassumere la sostanza del messaggio che il dirigente ha voluto infondere agli studenti che lo ascoltavano attenti e fiduciosi. La parola è poi passata a Calafiore, responsabile della sicurezza, che ha ricordato tutte le norme a cui bisogna attenersi per poi invitare i presenti ad una simulazione di evacuazione. A conclusione Falistocco ha voluto ringraziare il dirigente e tutti gli insegnanti, ma soprattutto loro, i ragazzi, e lo ha fatto con gli occhi pieni di commozione, perché per loro il “prof. Claudio” è un padre, li ama, li educa e a volte li rimprovera proprio come farebbe un genitore. Ecco la forza di questa scuola, l’eredita che Gilberto Ercoli ha lasciato, un’incondizionata passione per l’insegnamento, con l’obiettivo di crescere futuri uomini e donne fieri delle loro origini, del mestiere che hanno imparato e degni di essere definiti tali.