Meglio un morto in casa che un marchigiano alla porta, hai mai sentito questo strano modo di dire? E’ un detto che normalmente pronunciano scherzosamente gli abitanti delle altre regioni per dire che è meglio non essere in compagnia di un marchigiano. Ma perchè, da cosa deriva la cattiva fama della nostra regione? Non preoccuparti non è niente di personale, le radici di questo motto si perdono nella storia. Devi sapere infatti che una volta le Marche facevano parte del così detto Stato della Chiesa che comprendeva tutti i territori dell’Italia Centrale. In questo stato il papa era anche re e quindi amministrava tutte le faccende del territorio. Tra queste c’era anche la riscossione delle tasse.
Pagare i tributi è di norma una cosa sempre odiata dai cittadini, e così era anche al tempo dello Stato della Chiesa. In particolare alla fine del 1500 papa Sisto V, Felice Peretti, originario delle Marche e più precisamente di Grottammare, aveva scelto solo cittadini marchigiani per l’odiosa riscossione dei tributi. Così i nostri conterranei, volenti o nolenti, erano costretti ad andare a bussare in tutte le case dello stato per chiedere il pagamento delle tasse. Molti iniziarono a dire per gioco che avere un marchigiano che bussa alla porta è altrettanto triste che avere una persona morta dentro casa. Da quel giorno il detto è rimasto ma naturalmente ha perso ogni senso e oggi viene usato solamente come una frase scherzosa.
Mi permetto di correggerti, da quanto ne so in realtà il detto deriva anche dal fatto che se avevi avuto un lutto recente in casa eri esentato dal pagamento delle tasse. Meglio quindi che moriva qualche familiare, magari la suocera, pur di non pagare!
Roberto, può essere vero. Ma non è così. Perché allora che cosa c’entrerebbe il “marchigiano” all’uscio se non fosse quello che riscuoteva le gabelle nello Stato Pontificio? I gabellieri del Papa erano soprattutto gli ascolani, perché da quella provincia era facilearrivare a Roma. E l’immigrazione ascolana a Roma fu abbastanza numerosa.
Vero! Anche io conosco questa versione .. …il marchigiano era restio a chiedere tasse in caso di lutto . ..
Questo detto è stato adottato un po’ da tutte le regioni o comuni…e si dice quando c’è attrito tra abitanti di diverse città.
Mio padre, che era un marchigiano, di Montefiore del’Aso, attribuiva il proverbio alla nostra naturale perseveranza. È una traduzione automatica di Google dallo spagnolo.
Chiunque ha avuto a che fare con i marchigiani sa benissimo che il detto non ha alcun senso! Quello che è vero però è che se tu devi, diciamo 10 euro e 1 centesimo, ad un marchigiano, ti fa girare un’ora per andare a cambiare, ma non ti lascia il centesimo!
Verissimo. Sono di un fiscale incredibile, tosti, e mi si consenta, in generale, anche tirati di mano, ma grandi lavoratori, onestissimi e amiconi. Ciò che è tuo non lo vogliono, ciò che è loro lo pretendono e se cerchi di fregarli, ti sei fatto un nemico feroce.
Io avrei unaltra versione…allora sembrerebbe che il sommo dante avrebbe pronunciato per primo questa frase perché secondo alcuni storici dante trascorse alcuni mesi nelle marche proprio mentre scriveva la d.c.(che non è la democrazia cristiana).ma, la divina commedia e veniva spesso disturbato e deriso dagli abitanti per il suo scrivere di giorno di notte ..insomma gli facevano burle e scherzi alla porta tiravano sassi etc.e fu lui per primo a pronunciare ciò meglio un morto in casa che un marchigiano alluscio……forse e così…..
ho saputo che il morto dentro casa sarebbe stato ,il maiale macellato salumi braciole ecc ecc., che pagare le tasse pontifice.
Tale detto si è esteso nel tempo anche altrove. Per esempio è noto nel palermitano che “è meglio avere un morto in casa che un bagherese alla porta” in riferimento alla fama di ladri degli abitanti di Bagheria.
i marchigiani sono duri faccia di pietra