mercoledì, Ottobre 30, 2024

Tutti col naso all’insù,
piccolo manuale di astronomia

Consigli utili e stratagemmi per osservare al meglio la volta stellata, alla scoperta di pianeti e costellazioni

Un'immagine dell'Italia vista dallo spazio che mostra il livello di inquinamento lunimoso
Un’immagine dell’Italia vista dallo spazio che mostra il livello di inquinamento lunimoso
Cristian fattinnanzi
Cristian Fattinnanzi

a cura di Cristian Fattinnanzi*

Le stelle… quante ne vediamo in cielo? Sapete quante potrebbero vedersene? Dalle nostre città, le luci puntate inutilmente verso il cielo riducono moltissimo il numero di stelle visibili. I più giovani non immaginano nemmeno quanto sia eccezionale una visione indisturbata del cielo stellato.
Questo manuale è rivolto a chi si avvicina per la prima volta all’osservazione del cielo, cercando di spiegare come funziona l’universo in maniera semplice, breve e possibilmente efficace. Ci aiuteremo con diversi esempi, per portare l’immensità dell’universo a dimensioni “umane”.
Parleremo del cielo, delle costellazioni, della nostra galassia (la Via Lattea) ed anche dell’inquinamento luminoso, che ci impedisce di godere di questo bellissimo spettacolo da casa nostra.

La Via Lattea vista dal rifugio del Fargno
La Via Lattea vista dal rifugio del Fargno

IL LUOGO DA CUI OSSERVIAMO – Per osservare il cielo stellato dovremo seguire alcune piccole regole, alcune banali, altre meno note.
Prima di tutto dovremo allontanarci dal bagliore delle luci cittadine: queste rendono il cielo più chiaro, quasi annebbiato, impedendo la visione di tantissime stelle nel raggio di molti chilometri.
Contro questo fenomeno noto come “inquinamento luminoso”, gli appassionati di astronomia non finiranno mai di battersi, è facile capire il perché: le luci rivolte verso l’alto finiscono per illuminare il cielo, ed oltre ad impedire le osservazioni, costituiscono energia elettrica sprecata inutilmente.
Quindi, per migliorare la visione del cielo, è consigliabile recarsi in località di montagna, dove l’atmosfera è più limpida e la presenza di luci meno invadente.
Per migliorare questa visione, dovremo far abituare i nostri occhi al buio, per almeno 10 minuti, usando luci poco intense e preferibilmente di colore rosso, per non abbagliarci troppo (anche gli smartphone sono troppo luminosi).
Non dimentichiamo poi che in montagna, di notte, le temperature possono scendere molto più di quanto ci aspettiamo: se partiamo per una serata osservativa portiamo sempre con noi acqua, qualche snack e indumenti pesanti in abbondanza, per evitare di dover interrompere le osservazioni a causa del freddo!

via_lattea_dal Fargno (1)

COSA STIAMO GUARDANDO? – Tutti i punti luminosi che vediamo in cielo e ci circondano sono stelle della nostra galassia. Tra le stelle potrebbero essere presenti alcuni “intrusi”: sono i pianeti, che girano intorno al Sole come la Terra. Apparentemente sembrano stelle, ma sono illuminati dal Sole e molto più vicini delle stelle. La loro posizione cambia leggermente da un giorno all’altro, proprio perché girano intorno al Sole come in una giostra, per questo di solito non vengono riportati nelle cartine celesti. Le stelle principali sono state raggruppate dagli antichi in costellazioni, per ricordarle meglio e individuarle più facilmente: le più famose sono l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore, Orione, Andromeda, il Cigno, ma nel cielo ce ne sono ben 88, tra piccole e grandi.
Sporadicamente potrebbero vedersi delle comete: corpi simili a pianeti ma che girano intorno al Sole con periodi lunghissimi. Le comete sono simili a grossi iceberg, composte da ghiaccio e polveri: quando si avvicinano al Sole si sciolgono un po’ e il vapore e le polveri rilasciate e illuminate dal Sole formano la coda.
Attenzione: le comete non vanno confuse con le più frequenti e fugaci meteore, o “stelle cadenti” (famose quelle visibili la notte di San Lorenzo, l’11 agosto): queste non sono altro che piccoli sassolini vaganti nello spazio che “cadono” nell’atmosfera terrestre e si accendono per qualche secondo, per lo stesso fenomeno per cui si accende un fiammifero sulla carte vetrata, a causa dell’attrito, in questo caso con l’aria.
Sempre in estate, se siamo in un posto molto buio, sarà semplice vedere la maestosa “Via lattea” (la nostra galassia), che apparirà come una fascia chiara che attraversa il cielo e ci circonda completamente.
Il bagliore che la caratterizza è dovuto ai 100 miliardi di stelle che ne fanno parte, che sono come le foglie di un albero osservate dall’interno.
Da luoghi particolarmente bui e con delle buone carte stellate, anche ad occhio nudo, potremo individuare anche alcuni oggetti diversi dalle stelle: qualche ammasso stellare, alcune nebulose, ma anche la galassia più vicina alla nostra, quella di Andromeda, un altro “albero” visibile attraverso le foglie del nostro.
Si tratta di un oggetto lontanissimo, la cui luce che vediamo oggi è partita più di due milioni di anni fa, quando la terra era popolata ancora dalle scimmie! E questa è solo la galassia più vicina alla nostra: nell’Universo ci sono milioni di galassie!

E ADESSO TOCCA AI GENITORI – Come accennato all’inizio, l’intento di questo articolo è quello di avvicinare all’osservazione del cielo stellato i più piccoli, per incuriosirli e renderli consapevoli di quanto possa essere magnifica la visione di un cielo stellato.
Sarebbe bello se questa estate, con le temperature più miti, i genitori riuscissero ad accompagnare i loro bambini almeno una sera in montagna, o in qualche osservatorio astronomico (ce ne sono diversi in provincia), ad ammirare nel silenzio l’immensità dell’Universo.
Privare i nostri bambini e le future generazioni di questa bellezza per negligenze nei modi in cui illuminiamo le città e i centri industriali è un vero peccato: cambiare questo stato delle cose dipende dal buon senso che ciascuno di noi usa ogni giorno.
Mi capita spesso di tenere conferenze su questi temi e riscontro che quasi la totalità dei giovani sotto i 35 anni non sa cosa sia, ne ha mai visto, la Via Lattea.
Per me è un fatto inconcepibile: è come non aver mai visto…. il mare.
Questa è una motivazione culturale che dovrebbe far prendere coscienza del problema.
C’è poi una motivazione scientifica: è successo che semplici appassionati di astronomia abbiano fatto, coi loro telescopi e le loro immagini, scoperte importanti, tipo identificare comete o asteriodi.
Identificare e calcolare la traiettoria di questi oggetti è importantissimo: un giorno, uno di quegli asteroidi che oggi non vedo per colpa di un lampione puntato male, potrebbe anche cadere sulla Terra….
Si continua a illuminare senza criterio, dimenticando le leggi (che ci sarebbero, ma non vengono fatte rispettare).
Essere coscienti di quanto siamo piccoli, di quanto sia fragile l’ambiente che ci circonda e quanto il rispetto della natura sia importante, è di fondamentale importanza per responsabilizzare i più giovani, in un mondo spremuto come un limone da una tecnologia che ci illude di poter ottenere o fare qualsiasi cosa.

Sono a disposizione per qualunque chiarimento, consiglio o approfondimento a riguardo. Info sul sito 

*Cristian Fattinnanzi, astronomo dilettante ed astrofotografo

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