di Alessandra Pierini
(Foto Lucrezia Benfatto)
«Nello spazio si galleggia, si mangiano cibi disidratati ai quali poi aggiungiamo l’acqua, si dorme in un sacco a pelo, si hanno stanze grandi come cabine telefoniche. Si fa pipì in un tubo aspirante e servono dei maniglioni che ti tengono attaccato al water». A raccontare la vita in una stazione spaziale orbitante è Umberto Guidoni, astronauta italiano che esattamente 15 anni fa è salito per la prima volta sullo Shuttle per arrivare fino alla stazione. «Lo Shuttle è alto come un palazzo di 20 piani, per arrivare nello spazio supera 25 volte la barriera del suono e per tornare sulla Terra non usa motori, per questo la manovra di atterraggio deve essere molto precisa».
Guidoni è stato ospite dell’iniziativa Panorama d’Italia al teatro Lauro Rossi a Macerata e, invitato da Focus, ha accompagnato gli spettatori in un viaggio spaziale con l’aiuto delle immagini 3d riprodotte dalle cardbox. «La stazione fa il giro della Terra in 90 minuti, dall’alto si riconoscono i diversi paesi e i fenomeni terrestri. Il cielo è sempre scurissimo e il sole è una luce bianca e intensa, noi non lo guardiamo mai».
Intervistata dal direttore di Focus Jacopo Loredan anche Giuseppina Pulcrano dell’Agenzia spaziale: «Abbiamo delle borse di studio per gli studenti e tanti progetti per i quali collaboriamo con Paesi di tutto il mondo. Tra questi ExoMars, la sonda spaziale che sta raggiungendo Marte in questi mesi».
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