Muoviti, muoviti:
l’attività fa stare bene

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l’attività fa stare bene

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Nelle Marche il sistema di sorveglianza promosso dal ministero della Salute ha registrato un preoccupante livello di sovrappeso/obesità

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Federica Zallocco

di Federica Zallocco*

I bambini della nostra Regione fanno poca attività fisica e 1 su 3 è sovrappeso o obeso, questa è la conclusione dei dati registrati dal sistema di sorveglianza OKkio alla Salute promosso dal ministero della Salute nel 2007. A livello nazionale sono state effettuate quattro raccolte dati (2008-9, 2010, 2012 e 2014) ognuna delle quali ha coinvolto oltre 40mila bambini e genitori e 2mila scuole. I dati raccolti nel 2014 mostrano nella nostra Regione un persistente e preoccupante alto livello di sovrappeso/obesità, di cattive abitudini alimentari e stili di vita che non favoriscono l’attività fisica. Si stima che 1 bambino su 6 risulta fisicamente inattivo, maggiormente le femmine rispetto ai maschi. Appena poco più di 4 bambini su 10 hanno un livello di attività fisica raccomandato per la loro età. Sono molto diffuse tra i bambini l’attività sedentaria, come il trascorrere molto tempo a guardare la televisione e giocare con i videogiochi. Queste attività sono sicuramente favorite dal fatto che 4 bambini su 10 dispongono di un televisore in camera propria.

Fig. 1 Bambini di 8-9 anni in sovrappeso e obesi per regione. OKkio alla Salute 2014

Fig. 1 Bambini di 8-9 anni in sovrappeso e obesi per regione. OKkio alla Salute 2014

Un’ampia letteratura scientifica conferma inconfutabilmente il rischio che il sovrappeso e l’obesità già presenti in età pediatrica ed adolescenziale persistano in età adulta. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che 1,9 milioni di morti nel mondo sono attribuibili all’inattività fisica e circa 2,6 milioni a sovrappeso e obesità. La sedentarietà è inoltre responsabile, in una percentuale che va dal 10% al 16%, di alcuni tumori (seno e colon) e del diabete di tipo 2, e del 22% delle malattie cardiovascolari, oltre che di altre patologie croniche in rapido incremento negli ultimi decenni.
Cambiare stili di vita sin dall’infanzia è necessario, l’attività all’aria aperta, il gioco e lo sport devono far parte delle abitudini quotidiane dei bambini e degli adolescenti di tutte l’età. I bambini che svolgono attività fisica sembrano avere livelli di attenzione e concentrazione più elevati, comportamenti sociali positivi e sembrano sentirsi maggiormente apprezzati dai coetanei. Inoltre presentano bassi livelli di ansia e depressione, un’accettazione maggiore di sé e del proprio corpo e soddisfazione per la propria vita.
La Sip, Società italiana pediatria, ha presentato la piramide dell’attività fisica e motoria che illustra le regole da seguire. Alla base della piramide sono indicate le attività da svolgere quotidianamente, man mano che si sale verso i gradini più alti si incontrano le attività da svolgere con minore frequenza. I bambini dovrebbero andare a scuola a piedi tutti i giorni, fare attività fisica all’aria aperta almeno 4-5 giorni a settimana, di cui 3 o 4 volte in maniera organizzata, possibilmente con gioco di squadra. Occorre invece ridurre a non più di un’ora al giorno il tempo dedicato a tv e videogiochi.

piramide

L’attività fisica dovrebbe essere legata al gioco all’aria aperta. Ricerche sottolineano che i bambini che percepiscono le attività come gioco, quindi in maniera divertente, mostrano maggiori indicatori di benessere emotivo a differenza di quei bambini che svolgono le medesime attività non presentate sotto forma di gioco. Inoltre il fare attività in famiglia, il trascorrere del tempo insieme, garantendo ai bambini lo svolgimento di attività che prevedono gioco e movimento (passeggiare insieme, andare in bici, ecc), sono fattori potenzialmente importanti per il miglioramento del benessere dei bambini.
E’ essenziale quindi rendere l’ambiente urbano “a misura di bambino” aumentando i parchi pubblici, le aree pedonali e le piste ciclabili così da incentivare il movimento all’aria aperta. I genitori, le famiglie, le scuole dovrebbero inoltre collaborare nella realizzazione di condizioni e di iniziative che incrementino la naturale predisposizione dei bambini all’attività fisica.

*Federica Zallocco, medico in formazione specialistica in Pediatria, Università Politecnica Marche

carta dei diritti bambini nello sport

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