sabato, Luglio 27, 2024

Seimila opere d’arte
sopravvissute al terremoto

SCUOLA - La 3°A del liceo classico "Filelfo" di Tolentino ha fatto visita al museo dell'arte recuperata di San Severino

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Le terre marchigiane, mercoledì 9 novembre, hanno ripreso a tremare e sono bastati pochissimi minuti per riportare la nostra memoria collettiva al terribile autunno del 2016.
Tangibile la preoccupazione che uno scenario simile si potesse verificare nuovamente, eppure, ancora una volta la scuola si è dimostrata baluardo di cultura e resistenza.
Mentre gli altri studenti delle Marche erano tenuti ancora in dubbio sul da farsi, la classe 3°A del liceo classico “Filelfo” di Tolentino, all’interno delle attività inerenti al corso di “Comunicazione e nuovi media”, ormai al quinto anno, ha realizzato un’uscita didattica di grande valore civico e artistico, mai tanto in tema: la visita al MARec – Museo dell’Arte Recuperata – con sede a San Severino.

«Che fine hanno fatto le opere recuperate dopo il terremoto?  – scrive la scuola in una nota – Che senso ha un’opera recuperata se non può essere vissuta? Il MARec nasce proprio con lo scopo di recuperare, custodire, valorizzare e comunicare al pubblico la storia delle opere che sono state salvate dopo i danni causati dal sisma, proponendo una collezione di oltre 6.000 opere che vanno dal Duecento al Settecento, dalla pittura, alla scultura lignea, fino all’arte orafa, sintetizzando la varietà, il valore e le peculiarità dell’arte marchigiana.
marec2-903x1024Frutto dell’idea e del coordinamento delle professoresse Claudia Canestrini e Ilaria Gobbi, la visita, alla scoperta dei beni culturali esposti all’interno delle sale museali, è stata guidata dalla direttrice del Museo, Barbara Mastrocola».
Il MARec é per sua vocazione garante della memoria storico-artistica dei paesi facenti parte dell’Arcidiocesi di Camerino, come Castelsantangelo sul Nera, San Ginesio, Caldarola, Visso, Fiastra, Pievetorina, e propone un allestimento che rispetta i luoghi di ritrovamento e di collocazione originaria dei manufatti.

Il percorso è stato strutturato in vari momenti di apprendimento e confronto. Si è partiti da un video introduttivo di grande impatto emozionale, realizzato dal Gruppo Cesura, con i contributi dell’arcivescovo Francesco Massara, della direttrice e dello storico dell’arte Matteo Mazzalupi. A seguire, la dottoressa Mastrocola ha approfondito la narrazione del progetto museologico e museografico alla base della fondazione del museo, con focus specifici sull’analisi delle opere, raccontando aneddoti e curiosità interessanti, con particolare attenzione per due autentici capolavori, come la “Madonna del Monte” di Lorenzo d’Alessandro e la statua lignea della Madonna di Macereto.

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I ragazzi e le ragazze durante la visita

Infine, l’esperienza si è conclusa con la concessione di accedere ad alcune sale dei depositi e del laboratorio di restauro, dove è stato possibile ammirare opere che sono in attesa di essere esposte.
Obiettivo principale della visita è stato quello di sensibilizzare gli studenti sul tema della conservazione e della tutela del patrimonio culturale locale, ragionando sulle corrette modalità di comunicazione e valorizzazione, temi ricorrenti all’interno del curriculum dello stesso liceo classico della comunicazione.

«La conoscenza diretta del territorio  – scrive la scuola – e delle sue memorie rientra, altresì, a pieno titolo nel percorso interdisciplinare di educazione civica, questa volta svolto fuori dalle aule scolastiche per rendere maggiormente immersiva e coinvolgente la disciplina.
L’incontro con il MARec è stato un’occasione veramente significativa per stabilire un primo contatto tra l’istituzione museale e quella scolastica, stringendo un connubio tra due attori culturali che animano il nostro territorio con grande passione e tenacia, in attesa che la terra smetta finalmente di tremare e che le opere d’arte ritornino nei luoghi d’origine in tutta la loro bellezza ritrovata. Perché l’arte sopravvive alle rovine».

 

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Gli studenti e le studentesse fuori dal MARec

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