Una mattinata emozionante ed impegnativa per gli studenti e le studentesse del liceo “Leopardi” e dell’ Istituto Alberghiero “Varnelli” di Cingoli che hanno messo in campo le loro migliori forze per organizzare uno spettacolo –dibattito sul Femminicidio, alla presenza delle dirigenti del liceo Annamaria Marcontonelli, dell’ istituto alberghiero Antonella Canova e dell’ Istituto Comprensivo “E.Mestica” Emanuela Tarascio .
Al tavolo dei relatori tre esperti del settore: la vice questore Patrizia Peroni, lo psicologo Francesco De Angelis, l’ avvocato Fernando Salvetti e l’ Assessore alle politiche sociali e alla cultura Martina Coppari.
L’evento si è aperto con lo spettacolo teatrale “Amate da morire” tratto dal libro Ferite a Morte scritto da Serena Dandini : un’antologia di monologhi sulla falsariga della famosa Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master costruita con la collaborazione di Maura Misiti, ricercatrice del CNR. I testi attingono alla cronaca e alle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”.
Attrici della compagnia teatrale locale “Liolà” diretta dal regista-professor Enrico Borsini, alunne e professoresse dei due istituti sono salite sul palco per dare voce a un immaginario racconto postumo delle vittime, creando un’occasione di riflessione e di coinvolgimento per tutto il pubblico presente, studenti ed insegnanti. Tutti i monologhi hanno raccontato dei delitti annunciati, degli omicidi di donne da parte degli uomini che avrebbero dovuto amarle e proteggerle. Sulla scena solo sedie, scarpe rosse e oggetti che hanno caratterizzato la tragica avventura delle protagoniste delle storie che erano lì ad accompagnarle nei ricordi così come la musica che ne ha sottolineato gli stati emotivi. Le attrici si sono alternate sul palco usando un linguaggio poliforme: un contrappunto emotivo, ora drammatico ora leggero, con i toni ironici e grotteschi propri della scrittura di Serena Dandini.
La seconda parte della mattinata è stata dedicata agli interventi dei relatori e delle relatrici, che hanno dato vita ad un interessante dibattito magistralmente ed elegantemente condotto dalla professoressa Francesca Accrescimbeni. In particolare la dottoressa Peroni ha avuto l’occasione per far conoscere a tanti studenti e studentesse la campagna di comunicazione “Questo non è amore” per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere.
«Ogni intervento – si legge in una nota della scuola – con il proprio specifico taglio e con le proprie competenze, ha messo in luce quanto la violenza contro le donne sia un fenomeno sommerso e di cui, normalmente, nei contesti educativi e di socializzazione si parla ancora poco. Al contrario, soprattutto negli ultimi anni, assistiamo ad un aumento dell’attenzione mediatica al fenomeno, solitamente dopo casi sconvolgenti di cronaca. Grazie alle ricerche fatte nel settore oggi sappiamo che la violenza sulle donne è un fenomeno trasversale perché non conosce limiti d’età, di paese, di professione e di classe sociale. E’ un problema molto diffuso e molto pericoloso perché può causare gravissimi danni per la salute delle donne e dei minori che ne assistono.
I dati raccolti sino ad oggi dimostrano che la violenza contro le donne non è un’emergenza solo italiana o solo attuale, ma un problema antico e diffuso in tutto il mondo che affonda le sue radici in un certo quadro culturale.
Un ‘occasione importante quella di ieri, dunque, per sensibilizzare i ragazzi ad imparare a riconoscere i segnali di rischio e di allarme relativi alle vittime (anche di violenza assistita in famiglia) e ai potenziali autori di violenza anche psicologica.
L’ obiettivo quello di lavorare in sinergia tra istituzioni e scuole (ne è stato un esempio efficace e costruttivo ) per contrastare pregiudizi e stereotipi legati al ruolo del genere femminile nei diversi contesti di vita, anche nell’ambito scolastico, per superare le barriere culturali , per promuovere la cultura delle pari opportunità come prevenzione della violenza contro le donne. Dietro le persiane chiuse delle case si nasconde, infatti, una sofferenza silenziosa e l’omicidio è solo la punta di un iceberg di un percorso di soprusi e dolore che risponde al nome di violenza domestica. Per questo non bisogna smettere di parlarne e cercare, anche attraverso il teatro, di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica».
Un omaggio floreale a tutti i protagonisti del’ evento è stato offerto dalle studentesse dell’ indirizzo di ricevimento dell’ Istituto Alberghiero che, come in tutte le occasioni hanno dimostrato professionalità e competenza.