di Claudia Brattini
Dove c’erano rovi e abbandono è nato “il fiume incantato”, un’intera comunità non si è limitata a chiedere ma si è rimboccata le maniche e ha pensato di agire concretamente: un piccolo miracolo di resistenza alle difficoltà e di resilienza per dare un messaggio di speranza e una nuova vita al proprio territorio.
Ci troviamo a San Vittore di Cingoli, lungo il fiume Musone, storico fiume che nasce a circa 800 metri di quota e che con i suoi 76 kilometri di lunghezza attraversa le Marche fino a sfociare nel mare Adriatico. Ed è proprio il fiume il fulcro di una bellissima storia di rinascita.
«Ciò che un tempo era al centro della vita del paese oggi scopre una rinascita nel segno della condivisione e nel rispetto della natura».
Questo è quanto accaduto alla comunità di San Vittore di Cingoli, piccolo borgo adagiato sulla valle del fiume Musone, dove un gruppo di amici da una semplice passeggiata sul fiume ricordando i tempi passati ha osservato con dispiacere quanto il tempo avesse reso quella zona – un tempo vissuta e amata – totalmente impraticabile fino a renderla quasi una discarica.
E così in una sorta di piccola sfida tra amici si è deciso di fare concretamente qualcosa per restituire al fiume la giusta dignità che merita.
Gli abitanti hanno deciso di non aspettare i fondi e gli aiuti ma grazie al “contratto del fiume” e con le dovute autorizzazioni hanno iniziato a ripulire, potare e rendere praticabile una piccola parte del lungofiume. Una piccola festa con tanto di musica ha accolto il primo piccolo sforzo di riqualifica ma è stata anche l’occasione per far scoprire alla comunità quanto potenziale fosse nascosto.
Così le persone coinvolte sono diventate tante e ognuno secondo le proprie abilità ha lavorato al progetto. Il percorso è cresciuto sotto la spinta di tante braccia ma soprattutto di tanti cuori uniti per un bene comune. Il difficile periodo del lockdown, con molti lavoratori del luogo costretti a casa, è diventata un’opportunità per “fare” e dare un nuovo lustro al lungofiume tanto da essere ribattezzato oggi il “Fiume Incantato”.
Si tratta davvero di qualcosa di magico: l’argine del fiume è restituito sotto una nuova e favolosa veste, pregna di storie e di incanto, patrimonio non solo per la comunità del posto ma di tutti. Tutto ciò che il fiume ha portato è stato riciclato e ora gode di una nuova vita.
Si è pensato di creare ambientazioni fantastiche in cui un albero, sotto le sapienti mani di un artista, è diventata una casa per i fantastici abitanti del luogo: gli Gnombù, prodigiose creature nate dalla fantasia di quanti hanno partecipato rifacendosi ai numerosi bambù presenti nella zona.
Man mano che il fiume tornava alla vita la comunità veniva sempre più coinvolta, i pensionati hanno scavato gli alberi che sono magicamente diventati panchine, sono state costruite bacheche con pezzi di tronco e sono state scritte poesie e storie da leggere durante il percorso.
Da pochi metri oggi il percorso conta su 2mila metri da attraversare il cui ultimo tratto comprende un’abbazia Benedettina del ‘300 (oggi dimora privata) il cui bosco di bambù è visitabile.
E’ davvero una attrazione per grandi e piccini che, in una piacevolissima passeggiata nella natura, troveranno fate e gnomi ad attenderli già all’ingresso per le prime indicazioni.
Tra casette, leggende da leggere e suggestivi percorsi si potrà raggiungere la cascata con il percorso sensoriale per immergere i piedi nelle acque trasparenti del fiume e osservare i numerosi pesci che lo abitano o osservare il lavoro dei tanti gnomi pescatori del bosco.
Acque miracolose e leggende sono comuni al territorio del resto, a poca distanza sorge, infatti, “ Il santuario delle acque di San Vittore”, le cui acque – denominate di San Giovanni – erano considerate prodigiose.
La zona rurale di San Vittore di Cingoli affonda le sue radici sui ruderi di una città di epoca romana ed è una zona ad alta concentrazione archeologica.
Dopo la caduta dell’impero romano, la zona versò in totale stato di abbandono fino a quando per opera dei monaci Benedettini non fu bonificata e coltivata.
Nell’Ottocento furono eseguiti scavi che portano alla luce dei vani pavimentati con mosaici raffiguranti animali acquatici riconducibili ad ambienti termali.
Sorgeva quindi un complesso termale annesso al santuario delle Acque di San Vittore, alle cui acque erano attribuite proprietà medicamentose e alla sorgente denominata “di San Giovanni” si legano ancora oggi tradizioni e leggende.
L’ingresso al percorso è gratuito, su Google Maps si trova scrivendo proprio “fiume incantato di San Vittore” .
Oggi da questa bellissima storia di amore per la propria terra, rispetto per l’ambiente e operosità è nata un associazione denominata appunto “il fiume incantato” i cui progetti sono davvero tanti e attraverso un operazione di crowdfunding si sta adoperando per svilupparli in totale trasparenza.
Questa è una storia che davvero infonde un messaggio positivo, che racchiude nell’amore per l’ambiente e dei luoghi di appartenenza il vero spirito delle comunità di un tempo.
L’unione fa la forza, e al “fiume incantato” non è solo un modo di dire ma lo si può toccare con mano visitandolo e lasciandosi conquistare dalla magia che lo pervade.