«In viaggio tra le fonti
Una bella boccata d’aria»

«In viaggio tra le fonti
Una bella boccata d’aria»

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MACERATA – Giacomo Ponzelli, Massimo Spitilli, Manuela Giustozzi, Giancarlo Naranjo, Matteo Tiriticco raccontano l’esperienza di questa prima uscita dopo quasi due anni di “reclusione”

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La classe durante l’uscita

È bastata una semplice uscita per le fonti di Macerata a far sentire agli alunni e alle alunne della classe II E della secondaria di I grado “D. Alighieri” di Macerata il profumo di libertà e di normalità. Partenza presto da scuola, una guida a spiegare tutte le tappe del percorso e una bella giornata di sole a completare il quadro: è sembrata una vera e propria gita. Alcuni alunni della classe hanno raccontato l’esperienza di questa prima uscita dopo quasi due anni di “reclusione”.

Giacomo Ponzelli, Massimo Spitilli, Manuela Giustozzi, Giancarlo Naranjo, Matteo Tiriticco raccontano: «Dopo quasi due anni di “reclusione”, finalmente lunedì, con la classe siamo usciti da scuola e con una bella passeggiata che ha impegnato tutta la mattina abbiamo visitato le fonti più importanti di Macerata. Siamo partiti alle 8:30 dalla nostra scuola accompagnati da due docenti e da una guida, di nome Giulia, che ci ha condotto nel nostro percorso. Un leggero sole ha illuminato la “nostra gita”, e sì perché proprio una gita ci è sembrata. Abbiamo percorso via Roma e via Cioci e poi siamo arrivati al parco di Fontescodella. La nostra guida ci ha spiegato che in origine questa fonte era un pozzo, ma col passare del tempo e il cambio di proprietà si è trasformata in una fonte. L’uso comune era quello di andare a prendere l’acqua trasportandola in una conca sulla testa per poter tenere le mani libere. Si pensa sia stata costruita circa nel 1100 e, nel 1970 più o meno, è stata riportata alla luce da degli scavi, perché era stata ricoperta da alberi e terreno. Verso le 10 di mattina abbiamo fatto una piccola pausa, con leccornie varie, e subito dopo abbiamo visitato la seconda fontana, “Grotta del Parco di Fonte Scodella”, che è purtroppo collocata in una posizione nascosta dietro un edificio.

fonti-di-macerataVicino ad essa era situata una grotta, infatti nel passato le persone o per scopi politici, o per rifugiarsi da guerre o pericoli andavano a nascondersi lì. L’acqua di questa fonte è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico. Siamo ripartiti e dopo un lungo tragitto siamo arrivati a “Fonte del mercato”, dove abbiamo notato diverse vasche: una per il primo lavaggio, una per il secondo lavaggio e una per la sciacquatura. Ora sono rimasti solo i resti, ma da essi si può ancora capire la sua bellezza. Intorno ci sono le fantastiche colline marchigiane e Giulia ci ha spiegato che un tempo venivano piantate le querce e le viti per delineare il confine, al posto di questi “brutti” pali di cemento che si usano adesso. Ripartiti ci siamo diretti a “Fonte Maggiore”, dove ci siamo fermati (anche per qualche foto!) per un po’ di tempo. Sulla facciata superiore della fonte ci sono delle piccole rientranze dove una volta venivano messi gli stemmi delle famiglie di proprietà o dei rappresentanti del potere cittadino. Proseguendo abbiamo visitato “Fonte delle Trippe” che in parte è all’interno di una proprietà privata e un tempo veniva usata per lavare le trippe degli animali uccisi. La guida ci ha raccontato che venne una volta usata da delle ragazzine per fare il bagno, ma vennero scoperte e duramente punite. Abbiamo attraversato una strada di campagna per arrivare all’ultima fonte, quella di Porta San Giorgio, che in epoca contemporanea è stata adibita a ripostiglio dell’Apm. Questo è stato il nostro viaggio, tra le fonti di Macerata: una bella boccata d’aria!»

 

 



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