I cinquanta ebrei nascosti a Cingoli
che ebbero salva la vita

I cinquanta ebrei nascosti a Cingoli
che ebbero salva la vita

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STORIA – Un video pubblicato sul sito dell’istituto comprensivo “Mestica” del Balcone delle Marche racconta le vicende di due cingolani che, durante gli anni della guerra e delle persecuzioni, scelsero come molti altri concittadini di dare il proprio aiuto

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Un momento del video pubblicato sul sito dell’istituto

Sul sito dell’Istituto Comprensivo “E. Mestica” di Cingoli è presente un video autoprodotto che celebra la “Giornata della Memoria”. Si tratta di un racconto intessuto sulla microstoria locale: si narrano le vicende di due cingolani che, durante gli anni della guerra e delle persecuzioni, scelsero come molti altri concittadini di dare il proprio aiuto a chi ne aveva bisogno e in particolare ad alcuni ebrei. Dal luglio 1943 e per tutti gli anni del conflitto furono ben cinquanta gli ebrei nascosti a Cingoli e tutti ebbero salva la vita; altri diciassette trovarono rifugio nella zona di San Vittore. In questo periodo gente comune, ma anche carabinieri e sacerdoti misero a rischio la propria vita per proteggere quella di altre persone.
«Questo intreccio – si legge in una nota dell’istituto –  tra la storia, patrimonio di tutti, e la microstoria, che deve essere scoperta e conosciuta per non essere dimenticata, è alla base di questa nuova proposta del progetto “In biblioteca il tempo vola!”, che vuole dare una dimensione nuova alla celebrazione della “Giornata della Memoria”. La proposta si rivolge infatti alle nuove generazioni, perché raccolgano le ultime testimonianze e compiano un’indagine storica capace di riportare alla memoria per sempre i nomi di chi, con immediatezza e semplicità, scelse di essere non indifferente ma compassionevole e giusto.
Il racconto “E se qualcuno bussa…” , si muove sulla linea della testimonianza e della memoria, parte infatti dal ricordo della nipote di entrambi i protagonisti, Gabriella Verdinelli, attinge necessariamente all’invenzione narrativa e riporta però anche fatti storici come il rastrellamento del 26 aprile 1944».
Registrato all’interno dell’auditorium di Santo Spirito, il racconto prende vita grazie a due insegnanti: Laila Giordani che ha letto e Ilde Maggiore che ha eseguito la musica da lei appositamente composta per l’occasione.



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