venerdì, Luglio 26, 2024

«Settembre a scuola,
le mie idee per la ricreazione:
morra cinese e fila in bagno»

PENSIERI DAL LOCKDOWN - A scriverli i bambini e le bambine della scuola elementare di Acquaviva Picena. Tra loro Alessandro che pensa già al futuro

TEODORBimbi e bimbe scrivono alla nostra redazione da Acquaviva Picena, in provincia di Ascoli. Questa volta, Monica de Chiro, insegnante di una scuola primaria della zona, ci ha inviato i “Pensieri in libertà” prodotti dai suoi alunni ed alunne della classe quinta durante la quarantena, nel periodo della didattica a distanza. Prendendo esempio da altri studenti e studentesse che hanno espresso le loro opinioni prima di loro, anche i piccoli di Acquaviva Picena hanno annotato tutto i loro pensieri di questi mesi a casa. Qualcuno dice che inizialmente non andare a scuola sembrava bello, ma che poi ha cominciato ad annoiarsi, altri credono che rivedere le maestre ed i compagni, seppur in videochiamata, li ha aiutati a rendere la loro giornata più “normale”, altri ancora sentono la mancanza dei loro compagni e delle insegnanti e non vedono l’ora di riabbracciarli tutti. E c’è anche chi pensa già al futuro, come Alessandro, che propone le sue soluzioni per la ricreazione. Ecco i pensieri dei bimbi e delle bimbe.

Tommaso: «Per me questa nuova vita all’inizio sembrava una cosa bella, potevo dormire di più al mattino, niente scuola, niente compiti, sembrava tutto così bello. Dopo una settimana a casa, ho cominciato ad annoiarmi e mi sono iniziate a mancare tutte le cose che facevo quotidianamente. Poi sono iniziate le videolezioni e ho rivisto le maestre e gli amici di scuola, sono tornati i compiti e quindi le giornate sono meno noiose. Spero che il Coronavirus se ne vada via, così potremo tornare alla vita normale!».

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Alessandro: «Quando si tornerà a scuola ci saranno da affrontare diverse difficoltà. Una di queste è la ricreazione. È il momento in cui i bambini giocano insieme, mangiano scoprendosi la bocca dalle mascherine e quando i bambini vanno in bagno si accalcano molti in poco spazio. A tal riguardo ho delle idee per risolvere questi problemi: svolgere giochi che permettono di mantenere le distanze, come la morra cinese; consumare la ricreazione al proprio banco; attendere in fila il proprio turno per andare in bagno».

Lorenzo: «Mi mancano i miei amici, mi manca la scuola, vorrei rivedervi tutti!».

Diego: «Io sono fortunato, perché vicino casa mia c’è un piccolo colle dove vado spesso in bicicletta. Durante il giorno, appena possibile, mi diverto anche a giocare nel mio giardino con la palla e a volte vado nell’orto con la mamma e la nonna. Hanno piantato delle colture e dei fiori ed io le aiuto ad annaffiare. Abbiamo anche le galline e ogni tanto vado con loro a raccogliere le uova. Ci sono anche dei giorni bui ma li supero con tanta forza e consapevolezza che presto ritornerà tutto alla normalità».

ASIAAsia: «Ora che non possiamo uscire di casa mi mancano i miei parenti e i miei amici e ho capito che ci sono persone che non lavorano in questo momento e che potrebbero avere difficoltà economiche. Quando sarà finito questo periodo mi piacerebbe andare al mare per godermi il sole e l’acqua limpida e cristallina; mi piacerebbe anche andare in montagna per ammirare quei paesaggi pieni di colori e animali. Vorrei tornare dai miei parenti, i miei amici e con loro andare al parco e giocare dalla mattina alla sera, invitarli a casa, ma soprattutto vorrei tornare a scuola».

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Katryn: «In questo periodo mi rendo conto che avere un giardino è molto importante, vi passo pomeriggi interi! Io mi sto divertendo da morire perché ora non ho molti pensieri come ne avevo prima: ora posso giocare con la bici molto tempo in più e posso giocare a palla insieme a mio fratello ogni volta che voglio! Sono molto contenta di poter trascorrere del tempo a casa, ho sempre desiderato di poterlo fare, speravo che sarebbe successo prima o poi!».

Riccardo: «In questi due mesi di quarantena mi sto molto annoiando, ma per fortuna ho due genitori che riescono sempre a strapparmi un sorriso, e alla fine passano anche i momenti di paura. Io vorrei tanto che questo tragico momento finisse, così potremmo riabbracciarci e tornare alle vecchie abitudini. Se fossi il premier Conte aggiungerei una regola nella fase 2, cioè quella di far riprendere gli sport individuali e di squadra, così da poter tornare a divertirmi con i miei amici di calcio e il mio super-mega-galattico mister William!».

Andrea: «Io frequento la quinta elementare e vorrei che tutto tornasse alla normalità! Prima di tutto vorrei che riaprissero le scuole con le giuste precauzioni: facendo classi più spaziose o formando più classi; mettendo i banchi distanti; tracciando a terra delle linee guida per non avvicinarsi troppo; disinfettando quotidianamente le aule; facendo lezioni a gruppi. Desidero poter riuscire, andare al mare, vedere e giocare con gli amici, i compagni e i parenti. Tornare alla vita di prima non sarà semplice ma rispettando noi stessi e gli altri con il tempo possiamo farcela!».

Valentino: «Il giorno della riapertura è stato tanto atteso perché abbiamo potuto incontrare i parenti ma sempre rispettando le giuste distanze, per evitare i contagi. La situazione è ancora molto delicata, perché se alcuni cittadini non rispettano le regole ci si potrebbe contagiare e ciò porterebbe a dover fare grandi sacrifici, cioè richiudere tutto e stare di nuovo in casa».

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Carlotta: «Durante questa quarantena ho pensato a molte cose, fra cui i miei parenti e amici. Di solito ci videochiamiamo una o due volte a settimana tramite Skype o WhatsApp, ma vederli in videochiamata per me non è come vederli nella vita reale, cioè senza la tecnologia. Potrei dire che in questi giorni siamo più attratti dalla tecnologia perché ci annoiamo a stare in casa a non fare niente, ma non dovremmo preoccuparci perché con un po’ di fantasia si può trovare sempre qualcosa da fare: come disegnare, scrivere poesie o inventare storie. Per ora mi dedico a questo, ma vorrei tanto rivedere tutti i miei amici e parenti!».

Jessica: «Era febbraio 2020 quando è iniziato tutto, abbiamo ricevuto la semplice indicazione di lavarci spesso le mani. Poco tempo dopo hanno chiuso le scuole. All’inizio sembrava come una vacanza, ma ben presto si è trasformata in un incubo. Il premier Conte, con un comunicato in televisione, la sera del 9 marzo 2020 ha dato il monito che a sentirlo fa venire la pelle d’oca: “Restate a casa!”. Da quel momento è cambiato tutto. Per tornare alle nostre vite senza virus ci vorrà ancora del tempo, ma tutti insieme ce la faremo!».

nunziaNunzia: «In questo periodo difficile io mi annoio molto, per fortuna ho le lezioni online e le videochiamate con i miei amici che mi tengono compagnia. Più di tutti in questa quarantena mi mancano i miei nonni che, anche se a un quarto d’ora di distanza, sono in un’altra regione. Io vorrei tanto rivederli, spero che tutto si risolva il più presto possibile».

giorgiaGiorgia: «Ora che siamo chiusi in casa, quanto darei per poter tornare a scuola e rivedere i miei amici. Secondo me questo virus ci ha colpiti perché non prestiamo attenzione all’ambiente circostante, trascurandolo. La natura non avendo il nostro aiuto, in un certo senso, si è arrangiata da sola, e ci ha costretti a stare chiusi in casa per riprendersi i suoi spazi. Fortunatamente ho un piccolo giardino e vi trascorro molto tempo. Quando escono i vicini di casa chiacchieriamo e mio fratello ha trovato il modo per giocare a nascondino con i bambini vicini. Certo, è un nascondino arrangiato, infatti chi conta deve aguzzare la vista e cercare di scovare i giocatori nell’altro giardino. Spero che passi tutto al più presto per poter rivedere amici, parenti e insegnanti».

VALERIO

Valerio: «Ho provato un forte dispiacere perché, essendo abituato ad allenarmi tutti i giorni, non riuscivo ad immaginare come sarei riuscito ad affrontare questa situazione. Sono passati tanti giorni da quella data e, superato lo sconforto iniziale, sono riuscito ad abituarmi a questa nuova vita. Ora però posso dire che non ce la faccio più, mi manca la vita di tutti i giorni, mi manca vedere i miei nonni, i miei zii, la scuola, i miei compagni, ma soprattutto il mio adorato sport!».

Sebastiano: «Finalmente la quarantena è finita, la scuola forse ripartirà a settembre e quindi quest’anno scolastico si concluderà senza i saluti affettuosi e la cena di fine anno dove avrei tanto voluto salutare le maestre che mi hanno accompagnato per questi cinque anni. Spero che gli italiani rispettino le regole così, se tutti sono attenti alla salute degli altri, presto tutto finirà e io potrò ritornare ad abbracciare i miei amici e a giocare con loro all’aria aperta, così come tutti i miei coetanei».

Stefano: «I primi tempi mi sentivo come in vacanza, poi man mano che passavano i giorni, iniziavo a sentire la mancanza delle persone e delle mie abitudini. Ascoltare le notizie di quello che succedeva negli ospedali mi rattristava, ma mi aiutava a comprendere meglio cosa stesse succedendo: che tutti avevamo il dovere di restare a casa per evitare altri contagi. La didattica a distanza è un’esperienza nuova, un modo diverso di fare lezione ma il tempo è poco e ci sono molti problemi di connessione. È un’esperienza nuova anche poter vedere, grazie alle videochiamate, parenti ed amici, ma non è come averli vicino. Spero che questa situazione finisca presto e che si possa tornare a vedersi e riabbracciarsi».

Luca: «Non avrei mai creduto di poter dire una cosa del genere: mi mancano la scuola e le maestre. È sicuramente meglio andare a scuola che seguire le videolezioni, perché almeno non abbiamo i compiti. Io ho un po’ paura di questa pandemia, però il Coronavirus non può togliermi dalle rotaie della vita, il treno (cioè io) andrà avanti fino a quando non finiranno le rotaie. Spero, prima possibile, di rivedere il mio papà, i miei cugini e la mia cuginetta che adesso è in Austria».

Alan: «All’inizio mi sembrava una vacanza, ma poi ho capito che dovevo portarmi avanti per non rimanere disoccupato. Anche se sto benissimo a casa e non mi annoio, spero che questo virus sparisca al più presto per poter giocare con i miei amici e riabbracciarli!».

Alessandro: «Mi dispiace non poter incontrare gli amici da vicino ma soltanto attraverso lo smartphone o il pc, mi manca andare a calcio e stare con i compagni di squadra e con il mister. Stare sempre a casa è vero, è un po’ noioso, ma mi ha permesso anche di scoprire cose nuove che prima non facevo, come ad esempio passeggiare in campagna. Da quando è iniziata la quarantena ci sono andato tante volte e ogni volta è un’avventura diversa: osservo nuove piante, gli uccelli con il binocolo, le impronte lasciate dagli animali selvatici e qualche volta ho trovato degli asparagi. Mi sento fortunato rispetto a chi vive in un appartamento e purtroppo non ha abbastanza spazio per stare all’aperto».

Ludovica: «Prima, quando andavo a scuola, facevo molta fatica ad alzarmi la mattina presto e soprattutto mi passava la voglia. Adesso invece farei di tutto per tornare a scuola e rivedere i miei compagni. Mi manca la libertà e soprattutto andare al parco con gli amici, mi mancano le risate insieme, i lavori di gruppo e i nostri incontri pomeridiani! Mi manca tutto. Questo virus ci distrugge da un lato, ma dall’altro ho stretto molto di più i rapporti con la mia famiglia: parliamo di più, facciamo giochi da tavola e guardiamo la tv tutti insieme, inoltre questo virus ha aiutato a far scendere l’inquinamento che è una cosa più che positiva».

George: «A dire la verità, sono diventato triste quando ho saputo che la scuola era chiusa. Quel posto magico, meraviglioso e che decideva il nostro futuro, perduto. Ora, la maggior parte dei bambini sono rinchiusi dentro casa ad annoiarsi, senza neanche una ventata di aria fresca e senza amici o parenti. A tutti noi, questo Coronavirus all’inizio era sembrato una cosa da niente, ed eravamo felici che la scuola fosse chiusa, ma dopo mesi senza andare ci siamo resi conto che quel posto non era noioso, era un luogo importante poiché divertente, meglio delle videolezioni! Ma la cosa che non approvo è non poter giocare con i propri compagni o amici. Io spero di ritornare a scuola per rivedere gli amici e le maestre, ma sono più dispiaciuto che a fine anno non potrò abbracciare e ringraziare le maestre per tutto ciò che ci hanno insegnato in tutti questi anni».

LETIZIA

 

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