Maestre d’asilo in viaggio
sulle tracce di Maria Montessori

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sulle tracce di Maria Montessori

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RECANATI – Itinerario romano per 23 docenti che stanno partecipando al corso finanziato dalla Regione Marche

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Le corsiste in viaggio a Roma

Chi a Roma visita alcuni luoghi montessoriani, come la prima Casa dei Bambini, quella della Banca d’Italia e l’Opera Nazionale Montessori, e vede tutti quei bambini e bambine concentrati e dediti al loro lavoro, quei materiali, quelle stanze, quei libri, quelle immagini, confronta con meraviglia le scoperte di Maria Montessori con l’umile realtà che le ha ispirate, riflettendo sul prodigio di una delle prime donne medico in Italia che ha saputo indirizzare le piccole “cose” quotidiane in grandi simboli capaci di arricchire l’esperienza e la sensibilità dei bambini e degli adulti che l’hanno seguita. Questo è accaduto a un gruppo di 23 docenti di ruolo della scuola dell’infanzia, che da quasi un anno stanno frequentando il corso di differenziazione didattica Montessori all’Istituto comprensivo “Via Ugo Bassi” di Civitanova, finanziato dalla Regione Marche attraverso il Fondo Sociale Europeo. Il progetto sta permettendo alle insegnanti di conoscere il pensiero e l’opera di Maria Montessori, alla quale si devono molte importanti scoperte.

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La prima tappa del loro viaggio è stata la Casa dei Bambini per la Banca d’Italia al Tuscolano. Ad accompagnare le corsiste, Concetta Foderà, docente dell’Istituto comprensivo “E. Fermi” di Macerata e formatrice dell’Onm, e Anna Maria Isidori, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Monte Urano. La direttrice della Casa dei Bambini, Maria Elisabeth Bordino, ha aperto le porte ad una realtà che ha stupito per la sua bellezza, cura ed armonia, gestita da più di 40 anni dall’Onm. Ha spiegato che la missione è quella di valorizzare le potenzialità dei bambini e delle bambine ed educarli in una dimensione cosmica. Lì i più piccoli trovano un ambiente organizzato, preparato, accogliente e familiare, dove tutto è attività, dall’atelier di pittura, al laboratorio di musica e al giardino, partecipano attivamente alle mansioni quotidiane e si prendono cura dell’ambiente. Il gioco riveste un ruolo importante nella loro quotidianità, in quanto è uno strumento straordinario di propedeutica alla vita, di allenamento alle relazioni e alla conoscenza delle emozioni. Le aule sono state organizzate in angoli, ognuno distinto e attrezzato per un insieme di attività, in cui tutto è proporzionato alle dimensioni e alle capacità dei bambini e delle bambine. I piccoli scelgono liberamente il lavoro da svolgere, a seconda dei propri interessi.

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Il viaggio è poi proseguito all’Opera Nazionale Montessori a Trastevere. Le insegnanti sono rimaste incantate dalla biblioteca, in cui la vicepresidente Elena Dompè ha illustrato brevemente la storia dell’istituzione: sorta come ente morale nel 1924 e chiusa temporaneamente durante il fascismo per contrasti con il regime, l’Onm è l’istituto preposto alla diffusione del pensiero e dell’opera della grande pedagogista. Depositaria del patrimonio scientifico e metodologico lasciato da Maria Montessori, essa è impegnata a verificare costantemente la validità e l’attualità del suo pensiero pedagogico, in relazione ai cambiamenti nella società e alle più attuali ricerche scientifiche: è il punto di riferimento per tutte le scuole Montessori. Martina Crescenzi, biologa e insegnante montessoriana che si occupa di formazione, ha spiegato che la biblioteca è un centro di documentazione, di informazione e nel contempo di ricerca sulla vita, il pensiero e le opere della Montessori; è specializzata nella raccolta del materiale bibliografico della e sulla pedagogista, edito in Italia e all’estero e cura l’approfondimento di argomenti riguardanti le scienze dell’educazione, la pedagogia, la didattica, la letteratura per l’infanzia e il mondo della scuola. Poco dopo, le corsiste sono salite nella grande sala che conserva tutti i materiali di sviluppo ideati dalla grande scienziata italiana, scoprendo che alcuni sono originali e in parte diversissimi dalle edizioni successive e dalle produzioni attuali.

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Ultima tappa del loro itinerario è stata la Casa dei Bambini nel quartiere San Lorenzo, un piccolo appartamento in un edificio appartenente ad un complesso di case popolari. Le insegnanti sono entrate in un luogo quasi mistico, che ricorda vividamente il passato. Ad accoglierle, l‘insegnante Daniela Dabbene, che ha raccontato come questa scuola fu chiusa dal 1934 e poi riaperta nel 1966 dalla signorina Maria Clotilde Pini, allieva diretta della Montessori, venuta a mancare poco più di un mese fa. Riuscì a riaprire la Casa perché essa era stata vincolata all’esclusivo uso scolastico. La struttura fu restituita in gravi condizioni: molti furono i lavori di rifacimento, che la Pini finanziò personalmente. La grande intuizione fu quella di renderla non un museo, ma una scuola viva, vissuta dai bambini, allora come oggi. Un luogo bellissimo, primo seme di un germoglio poi fiorito in tutto il mondo, che rende universale e quanto mai attuale il messaggio di Maria Montessori: «L’educazione è l’arma della pace».

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