domenica, Dicembre 1, 2024

«Tra Esercito di terracotta e tempio Famen,
il nostro affascinante viaggio in Cina»

RECANATI - Giulia Silvestri, studentessa del liceo linguistico "Leopardi" racconta l'esperienza che lei e 8 compagni di viaggio hanno vissuto a Xi'an

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Studenti e studentesse del liceo maceratese con i colleghi cinesi

Quest’estate 9 studenti e studentesse della classe Confucio del Liceo Leopardi di Recanati hanno partecipato ad un soggiorno studio di due settimane nella città di Xi’an, in Cina, per perfezionare sul campo le conoscenze linguistiche acquisite con 4 anni di studio. Parte dei costi del viaggio sono stati sostenuti dal Liceo Leopardi e dall’Istituto Confucio, che hanno inoltre erogato ulteriori borse di studio ai più meritevoli. Oltre a frequentare corsi di grammatica, conversazione e cultura cinese presso il Campus della Xi‘an International Studies University, i ragazzi e le ragazze hanno potuto visitare la città e i suoi dintorni, incluse escursioni all’Esercito di Terracotta ed al grandioso tempio Famen. L’immersione nella cultura locale è stata intensa, grazie anche alla guida della Baldassini, esperta di diritti umani e profonda conoscitrice della Cina: dall’assaggio di diverse varietà di cibo alle trattative per gli acquisti nel Muslim Market, ogni esperienza è stata occasione per comprendere meglio questa incredibile cultura millenaria e la sua evoluzione nel tempo. L’arricchimento linguistico, culturale e personale che i ragazzi del Liceo vivono e maturano durante queste esperienze diventa sempre più rilevante in quanto mezzo per crescere, conoscere, apprezzare ed affrontare. Hanno partecipato: Sofia Albonetti, Marco Menghini, Eleonora Renzi e Giulia Silvestri, Giulia Braccialarghe e Zoe Giorgetti, Giulia Magnaterra, Margherita Ottaviani, Francesca Romano, accompagnati dalle professoresse Michaela Lampis e Elisabetta Baldassini.

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di Giulia Silvestri*

Cosa succederebbe se si desse ad un gruppo di giovani ragazzi l’opportunità di passare due intere settimane in una città della Cina, frequentando un corso intensivo di lingua alla mattina e potendo visitare la città tutti i pomeriggi? E soprattutto, cosa succederebbe se questi ragazzi stessero già studiando la lingua cinese da ben quattro anni?

Questa è una domanda che noi ragazzi ci siamo posti, quando in un tranquillo pomeriggio di febbraio, durante una normalissima lezione di cinese, ci è stato annunciato che avremmo potuto partecipare ad un viaggio-studio a Xi’ An (capitale della provincia Shaanxi, Cina) con l’intero corso intensivo pagato dalla Classe Confucio. Le prime emozioni sono state di stupore, agitazione, paura, ma tanta felicità. Dopotutto chiunque pensando alla Grande Mela, al Taj Mahal o al Big Ben ha un’immagine precisa in mente. Ma cosa succede quando si chiede di immaginare l’interno della tortuosa pagoda di Xi’ An, o le statue del Buddha presenti dall’interno dello strepitoso quanto monumentale Tempio Famen? Oltre alla grandiosità dei monumenti presenti nell’ex capitale cinese, questo tipo di viaggi ti permette di aprire la mente, di scoprire la vera bellezza della Cina, la sua diversità e la sua grande varietà. Così un gruppo di ben nove ragazzi provenienti da indirizzi  diverse della nostra scuola (Liceo linguistico, classico, scientifico, delle scienze umane e delle scienze applicate) ha deciso di partire alla volta della Cina, carichi di aspettative, ansie e sogni. Saremo in grado di parlare e capire ciò che ci dicono? Riusciremo a visitare tutta la città? Come saranno i corsi? Ci annoieremo? E se ci trovassimo male? E se invece non volessimo più andare via? Conosceremo nuove persone? Il primo giorno, dopo essere arrivati in aeroporto abbiamo iniziato a parlare tra di noi, a scambiarci opinioni e a pensare a cosa avremmo fatto una volta atterrati. Fortunatamente ad accoglierci abbiamo trovato due incredibili ragazze cinesi che dopo averci salutato ed essersi presentate in un italiano perfetto, ci hanno mostrato le stanze dove avremmo vissuto per le due settimane successive, studiando e osservando dall’alto la vita che si svolgeva sotto di noi, così diversa ma così affascinante.
I primi giorni sono stati molto più pesanti di quanto ci saremmo mai aspettati: le lezioni erano stancanti e il caldo ci faceva desiderare di rimanere in camera tutto il tempo, seduti sul letto a guardare trasmissioni che non potevamo capire.
Tuttavia, grazie alle nostre due accompagnatrici, abbiamo iniziato ad esplorare i dintorni, memorizzando piccoli minimarket, rumori, sapori e odori che potevano disorientare quanto affascinare. Abbiamo iniziato ad assaggiare cibi tipici senza indugiare, dopotutto, ci siamo detti, quando ci ricapita un’esperienza simile?
Ed è stato proprio questo il motto di queste due settimane vissute al massimo, senza fermarsi un secondo, correndo da una lezione all’altra, da un corso di cultura cinese ad un giro tra i negozietti del centro, tra una lezione di the e una cena di lusso dove mangiavamo cibo spettacolare pagando pochi euro. Infatti è anche questo il bello di un paese del genere: la vita costa pochissimo, cosa che ci ha permesso di vivere esperienze che altrove difficilmente avremmo provato. Durante il weekend si sono svolte le due uscite più importanti: il mastodontico esercito di Terracotta e lo spettacolare Tempio Famen.Il sabato mattina ci siamo svegliati e siamo partiti alla volta dell’esercito di Terracotta dove una simpatica guida che parlava l’italiano ci ha raccontato le particolarità e i dettagli più interessanti dei soldati di argilla: chi lo sapeva che una grande parte di essi è ancora sotterrata e che ogni restauratore può restaurare soltanto una testa di soldato all’anno?
Nonostante la grande quantità di persone accorse in quel giorno a vedere questo enorme esercito, abbiamo potuto apprezzare ogni prospettiva dell’esercito, ogni cavallo e ogni soldato che erano di una bellezza sconcertante, quasi magica.cina-
Il giorno seguente lo abbiamo passato visitando il meraviglioso Tempio Famen. Ad accoglierci un incredibile gioco di prospettive che ci impediva di vedere le meravigliose statue di bronzo che decoravano lo spazio tra una porta e l’altra. Percorrendo tutto il viale a piedi abbiamo ammirato ogni statua d’oro, enorme rispetto alla nostra statura e siamo arrivati all’entrata del tempio, dove un grande numero di fedeli si inginocchiava pregando o accendeva candele in segno di buon auspicio. Colti dalla meraviglia, abbiamo osservato ogni minimo dettaglio in un silenzio religioso, ammirando ciò che la mano umana riesce a creare. Lentamente abbiamo capito l’importanza di un luogo che in Occidente è impossibile trovare, e lo abbiamo apprezzato ancora di più.La seconda settimana è passata in fretta, forse troppo in fretta. Le nostre accompagnatrici hanno cercato di far coincidere mille impegni e mille visite, in modo da spendere saggiamente ogni secondo rimasto a nostra disposizione. Questa è stata la volta della Pagoda, del “fake market” nel quartiere musulmano dove abbiamo potuto imbatterci nelle famose contrattazioni che ci hanno lasciato senza fiato, spesso senza soldi, ma con tante risate e tanti bei ricordi da riportare a casa. Proprio in questo quartiere abbiamo potuto assaggiare cibi stranissimi come polipi fritti giganti o palline di gelato immerse nel ghiaccio secco. Al momento della partenza abbiamo salutato la città con rammarico, ma con la speranza di tornare un giorno, per scoprire quanto è cambiata la città, per scoprire nuovi quartieri, nuovi luoghi di cultura, nuove attrazioni e perché no, nuovi souvenir da comprare che non si possono trovare da nessun’altra parte.

cina-2-1024x768Perché la Cina è questo: un insieme di realtà diverse, che cambiano da un momento all’altro, che sconvolgono e stupiscono occhi non ancora abituati al bagliore delle luci notturne e orecchie estranee al rumore dei clacson e al silenzio che si sente al passaggio di un veicolo elettrico e al rumore della vita che si sviluppa e si intreccia con la nostra; la vita dei bambini che ci guardavano estasiati, che ci chiedevano una foto o che non perdevano l’occasione per praticare il loro inglese con noi. La Cina è la lingua, incomprensibile, musicale, affascinante. La Cina è la tradizione del tè, la danza tipica, i vestiti risalenti alle antiche dinastie cinesi, la pittura, la calligrafia, gli origami, le maschere cinesi. La Cina è un mix di odori: cibi, spezie, bevande impossibili da replicare. La Cina è ospitalità, è la gentilezza di chi ti invita al karaoke dopo un semplice sorriso. La Cina è vitalità, emozione e tante altre sensazioni che non si possono descrivere, ma si possono soltanto vivere in viaggi come questi che ti aprono la mente, il cuore e gli occhi sulla preziosa diversità di un popolo completamente opposto al nostro, ma altrettanto spettacolare e complesso.

*Giulia Silvestri, studentessa partecipante al viaggio in Cina

 

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