Il prete anticamorra al “Galilei”:
«La mafia si nutre
di sottocultura e povertà»

Il prete anticamorra al “Galilei”:
«La mafia si nutre
di sottocultura e povertà»

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MACERATA – Don Aniello Manganiello ha incontrato studenti e studentesse e li ha incoraggiati a vivere la libertà come un dono e ad impegnarsi nel loro percosrso scolastico e professionale

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Don Aniello con il preside Castiglioni

A pochi mesi dagli esami di maturità, non poteva mancare per gli allievi e le allieve del liceo scientifico “Galilei” di Macerata un’esortazione allo studio, all’impegno e a vivere la libertà come un dono. Martedì scorso riuniti in Assemblea, gli studenti e le studentesse del triennio hanno accolto la testimonianza di don Aniello Manganiello, ormai conosciuto come “il prete anticamorra” , che è tornato a Macerata proprio per incontrarli.
Il suo intervento  completa il ciclo di incontri che si sono svolti nell’ ambito del progetto ’”L’ora della legalità” quale ampliamento dell’offerta formativa dell’istituto, a cura delle docenti di Scienze giuridico – economiche Angela Fiorillo e Francesca Serafini.
«Sottocultura e povertà sono ciò di cui si nutre la camorra –  esordisce Don Aniello  – La forza delle mafie sta nei cittadini e nel renderli il più possibile ignari di tutto così che si possa essere sempre più attratti dal denaro e dal guadagno facile. Ho fondato a Scampia la mia associazione Ultimi contro le mafie e la camorra in onore di coloro che rimangono indietro, che non hanno voce o sono mortificati dalla gente che non parla perché ha paura […] un “silenzio assordante” è quello di chi non denuncia e chi non denuncia non è libero, perché ha scelto di non essere libero».

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La platea

Continua poi il Don, «l’art. 4 della Costituzione statuisce che ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società [..] il che significa tantissimo e ci fa riflettere sulla relazione con la mafia o camorra in nome di quegli eroi che hanno sacrificato la loro vita per lottare contro l’illegalità. Se una società ha bisogno di chi si immola, è una società che non ha sbocchi! La società deve sostenere chi si impegna nella legalità e nella lotta alla criminalità organizzata. Per questo, ragazzi, è importantissimo che crediate nei veri valori come lo studio, la cultura e sempre dovrete puntare al massimo dell’impegno –  esorta Don Aniello – Il vero cancro della società italiana è la corruzione, le raccomandazioni sono il male del paese; significa schierarsi dalla parte della illegalità intesa anche come forma di violenza nei confronti di chi ha studiato e si è impegnato, preparato, acquisendo le dovute competenze».

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La silenziosa platea di studenti e studentesse ha ascoltato con attenzione l’esperienza del prete di Scampia e le incoraggianti parole di chi ha fatto dell’impegno alla legalità ed al rispetto delle regole la propria ragione di vita, perché, come dice lui, «prima di essere prete, sono un cittadino. L’abitudine rende normali anche le cose orribili. La camorra è un ammortizzatore sociale perché elargisce soldi, sicurezza economica, utilizzando presta nomi e teste di legno per operare. Non lasciatevi abbindolare, ma impegnatevi sempre nei vostri traguardi professionali con serietà», ha concluso Don Aniello e non poteva esserci augurio migliore per tutti quegli studenti che da qui ad un mese, impauriti ma speranzosi, affronteranno il nuovo esame di maturità.



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