(Foto di Alessandro Daniele)
«Sono contrario alle perquisizioni antidroga nelle scuole con tanto di cani pastore, sono convinto che occorre dialogare con i ragazzi prima di tutto». Il Garante dei diritti dell’infanzia Andrea Nobili ha ribadito questa mattina la sua posizione durante l’incontro “Chi ha paura del lupo cattivo?” che, dall’aula magna dell’istituto agrario “Garibaldi” ha inaugurato il “Villaggio digitale”, la 3 giorni di iniziative organizzata dall’associazione Red, Rete educazione digitale. A spiegare le finalità dell’iniziativa il presidente Raffaele Daniele: «Il nostro obiettivo è fare rete e coinvolgere tutta la comunità perchè se qualcuno resta fuori dalla formazione digitale ne faranno le spese anche tutti gli altri». Insomma «stimolare una sorta di Rinascimento culturale che nasce dalla rete» ha sottolineato Paolo Nanni, nella doppia veste di comunicatore dell’associazione e rappresentante dell’Asur.
Ai saluti istituzionali è seguito il dibattito con i ragazzi e le ragazze delle classi quarte dell’istituto che hanno esibito una preparazione invidiabile sulle tematiche legate al digitale, proponendo riflessioni e quesiti tutt’altro che scontati.
«La rete non deve essere demonizzata dagli adulti – ha detto il Garante – i rischi veri sono la banalizzazione, l’approssimazione e la semplificazione. Ad esempio la notizia che si fa strada nel mondo dello spettacolo e viene percepita come fatto reale, è accaduto con la Blue Whale, veicolata da “le Iene” trasmissione non giornalistica. Si è diffusa una sfiducia dominante verso tutto e tutti per cui non è vero ciò che è vero ma ciò che è creduto tale. Basta vedere cosa sta accadendo con i no vax».
Giovanni Bonomo, commissario della Postale, ha sottolineato l’importanza della reputazione digitale: «Purtroppo quello che viene postato in rete, resta e a volte non potete cancellarlo per cui lo porterete con voi anche quando sarete più grandi». E sul cyberbullismo: «Anche ai nostri tempi c’erano dei bulli, ma i casi erano confinati nei quattro muri delle aule o al massimo si veniva mandati dal preside, non c’era la risonanza che la rete dà oggi in questi casi».