Ci sono cose da piccoli e cose grandi

Ci sono cose da piccoli e cose grandi

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Qualche volta, però, sono i grandi a non saperne parlare. Il racconto di una scrittrice che ha dedicato un libro al proprio figlio e al loro crescere insieme

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Simona Sparaco e Paola Nicolini durante la presentazione del libro “Sono cose da grandi” nella yurta dell’agrinido di San Ginesio  (foto Agrinido dell’infanzia)

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di Paola Nicolini 

Questa volta voglio parlarti di un libro. Non è un libro per bambini in realtà, lo dice anche il titolo “Sono cose da grandi”, ma ti riguarda, perché è stato scritto da una mamma scrittrice, pensando al suo bambino di 4 anni.
Questa signora, che si chiama Simona Sparaco, si è accorta che a volte i grandi non sanno come parlare ai bambini di alcune cose, ad esempio degli attentati che compiono i terroristi o del perché in certe parti del mondo i bambini non hanno cibo da mangiare; talvolta gli adulti non sanno cosa dire quando sono spaventati per via delle scosse del terremoto o se il proprio figlio si ferma a parlare con un signore che sta seduto in strada a chiedere l’elemosina; può capitare che lascino cadere domande sul perché un giocattolo è rotto, sembra morto e perciò bisogna buttarlo via.

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Simona Sparaco

Il fatto è che queste cose non sono più difficili di altre, da capire, per te! Figuriamoci, ti si chiedono cose molto più complesse da comprendere: ad esempio perché è necessario lavarsi le mani, per via dei microbi, che non si vedono ma ci sono e che perciò possono portare delle malattie; oppure che bisogna mettersi in fila se vuoi andare sullo scivolo, perché ci sono gli altri bambini, che hanno anche loro diritto e quindi bisogna aspettare rispettando le regole; o ancora che bisogna disegnare il prato verde, il sole giallo e il cielo blu, ma tu vedi il prato giallo, il cielo grigio e il sole che non si può fissare, tanto brilla e fa male agli occhi.
Sono fatti strani, gli adulti, perché dividono le cose tra quelle facili da trattare e quelle difficili da affrontare con te in un modo tutto loro. In effetti tu l’hai capito che ci sono stati dei fatti tremendi, in cui alcune persone hanno usato le armi per far del male agli altri: ne ha parlato la televisione e, anche se stavi giocando, hai potuto ascoltare. Così la signora Simona, di cui ti dicevo prima, ha visto il suo bambino spaventarsi di fronte alla televisione che mostrava le immagini di un evento molto brutto, accaduto in Francia qualche mese fa.

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La yurta nell’agrinido

Siccome Simona è una scrittrice, cioè le piace scrivere libri e narrare storie fin da quando era bambina, ha deciso di usare queste sue capacità per scrivere una lettera al suo bimbo, con l’idea che da grande potrà leggere quello che la sua mamma pensava in quei momenti. Nel libro ci sono i racconti delle loro giornate e i loro giochi, si parla di scatole magiche e del far finta di essere i pesci in un acquario, dell’omino che porta via la spazzatura che a suo figlio piace tanto e di come i bambini riescono a divertirsi anche nelle sale di attesa.
Non è un libro per te, è scritto per essere letto dai grandi, ma mi piaceva raccontarti di persone grandi che i bambini cercano di capirli e si divertono a entrare nei loro mondi di fantasia. È un libro che va bene per i tuoi genitori, per aiutarli nel loro percorso accanto a te.
Dimenticavo che abbiamo parlato di questo libro, la scorsa domenica, in un posto davvero fantastico, vicino alle montagne, dentro a una tenda che ospita un asilo nido per bambine e bambini molto piccoli. Quello sì è un posto meraviglioso anche per te. Fatti portare una volta, si chiama La Quercia delle memoria ed è abitato da persone grandi che ai bimbi vogliono un mondo di bene.

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