lunedì, Novembre 4, 2024

Senza scuola dopo il sisma,
la lettera degli alunni al ministro:
“Non si scordi di noi”

Il messaggio consegnato dai bambini di Pieve Torina al sottosegretario all'Istruzione in visita nella tensostruttura del campo sportivo che li ospita dal terremoto: "Qui fa freddo e quando piove entra l'acqua"

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Il sindaco Alessandro Gentilucci con gli alunni della scuola

di Monia Orazi

“Il nostro desiderio più grande è di avere una casa nuova e una nuova scuola, con tutto il necessario per apprendere”. “Siamo tanto addolorati, ma abbiamo tanta voglia di vivere, grazie per averci ascoltato”. Frasi e parole dei bambini di Pieve Torina, nelle letterine colorate preparate per accogliere questa mattina il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli, poi sostituita all’ultimo momento dal vice ministro Vito De Filippo, perché impegnata in consiglio dei ministri sulla Buona scuola.  In paese la vecchia scuola non c’è più, distrutta dal terremoto ed il presente è fatto dalle aule divise da pannelli in legno, di cui alcuni provenienti da Amatrice, usati dai piccoli alunni del Lazio, fino a quando dal Trentino è arrivata una nuova scuola, riparate dalla tensostruttura del villaggio sportivo, dove i rumori rimbombano e quando piove entra l’acqua. Il futuro è una parete in legno, con disegni colorati, intitolata “La scuola che vorrei”, che esprime la voglia ed il desiderio di tornare alla normalità dopo questi mesi resi difficili dalle scosse sismiche.

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La lettera degli alunni di Pieve Torina

LA LETTERA AL MINISTRO – “Noi alunni e insegnanti dell’istituto comprensivo di Pieve Torina siamo lieti della sua presenza e le diamo il benvenuto nella nostra scuola provvisoria. Come può vedere lei stessa, nell’attuale struttura scolastica spesso fa freddo e quando piove l’acqua entra da varie parti, inoltre le aule amplificano i suoni generando tanto rumore così noi, nonostante il nostro impegno, facciamo fatica a fare lezione”, hanno raccontato nella lettera letta da un’alunna. Nel presente ci sono solo i ricordi e l’affetto che unisce: “Prima del terremoto Pieve Torina era un posto in cui non mancava niente, le nostre scuole erano confortevoli ma ciò che più conta è che nonostante tutto ci sentiamo ancora una grande famiglia: i ragazzi sono molto legati agli insegnanti in una maniera meravigliosa e viceversa”. Per il futuro sono i desideri a dare forma ai sogni per il tempo che ancora deve venire: “Il nostro più grande desiderio quindi è quello di avere scuole calde, con le aule colorate, con tutto il necessario per imparare e di riunirci ai nostri compagni che ora frequentano le lezioni sulla costa o in altre città. Spesso le parole non bastano, allora per dare voce ai nostri desideri, abbiamo realizzato dei disegni, come può vedere in questa parete. Noi siamo uno dei tanti piccoli paesi di montagna, ricchi di vita e bellezze straordinarie. Si è vero, siamo lontani dalle grandi città e dai riflettori dei mass media, ma per aiutarci a rinascere veramente, secondo noi, bisogna ricostruire velocemente le nostre scuole, le nostre case e far ripartire tutte le attività produttive. Per questo le chiediamo di non scordarsi mai di noi! Di aiutarci a realizzare al più presto tutte le nostre aspettative per continuare a scrivere la storia dei nostri territori. La invitiamo sin da ora a tornare a trovarci, quando avremo la nuova scuola!”.

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